Capitolo 16.

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Stavi punzecchiando con la forchetta di plastica un peperone grigliato, ascoltando distrattamente i discorsi insensati delle altre che non smettevano di urlare e ridere tra di loro: soprattutto Triana, che aveva una voce molto alta e non si conteneva neanche nel volume.

Non ti capacitavi ancora di come ti eri trovata, completamente persa e senza remore, tra le braccia di Zulema, consapevole che ti saresti fatta fare di tutto, ancora, come quella sera, dove non avevi opposto resistenza.
Sentivi ancora le labbra della donna sul tuo collo, e ti portasti inconsciamente la mano libera a sfiorarti il punto dove l'araba aveva deciso di marchiarti.

Quel segno non sarebbe andato via poi così presto, e forse non volevi neanche che se ne andasse.

A riportarti con i piedi per terra, furono un paio di dita che si schioccarono davanti ai tuoi occhi due volte: Maca continuava a fissarti con un leggero sorriso, e vedendoti persa in chissà quale mondo (e anche leggermente preoccupata di un'eventuale allucinazione) aveva deciso di riportati tra di loro.

<< tutto bene? >> ti chiese infatti quando portasti gli occhi sul suo viso, sentendo gli sguardi di tutti puntati sulla tua figura.

<< alla grande! >> ridacchiasti, cercando di riprenderti il più in fretta possibile e dissimulare, socchiudendo le palpebre e portando il capo verso l'alto, per poi infilzare la verdura e portartela alle labbra, masticando con gusto.

<< conosco quello sguardo! Stai pensando alla tua cotta, vero? >> incalzò Triana, poggiando i gomiti sul tavolo leggermente traballante e guardandoti furbescamente.

<< esatto, la mia cotta: una tiara di diamanti da venti milioni di euro. Mica male, eh? >> rispondesti a tono sorridendo perfida, rubandole la bottiglia di birra da sotto il naso e finendo l'ultimo sorso.

Mentre mangiavate con calma, Zulema aveva cominciato a raccontarvi del colpo, ma sopratutto del bottino finale, e diciamo che tutte erano veramente entusiaste

Quasi tre milioni di euro a testa.

<< ehi! Era mia quella! >> continuò lei, leggermente scocciata e anche abbastanza imbronciata da quella tua risposta che non le piaceva per niente: pensava di averti presa in castagna, ma a quanto pare eri leggermente più brava di lei a rispondere a tono.

<< di cotte lei non ne ha, ma ha fatto perdere la testa a molte detenute in carcere, per non parlare dei secondini, vero bambina? >> rise di gusto Goya, avvolgendo con un suo braccio le spalle della sua fidanzata, rimembrando in vecchi tempi della prigione, e di come più di qualcuna ti venisse dietro.

<< non esagerare! >> rispondesti, scuotendo il capo leggermente imbarazzata, quando l'espressione stupita di Maca entrò nel tuo campo visivo.

<< eri una ruba cuori? >> domandò infatti lei, prendendo con entrambe le mani il bracciolo della tua sedia.

<< e ti credo! Con il culo che si ritrova: dovevi vedere come si giravano tutti quando passava per i corridoi, con la sua aria da santarellina di 'sto cazzo. Sopratutto la Riccia, quante volte l'ho beccata a sospirare mentre le fissava il didietro sculettante. >> commentò divertita Goya, nel mentre anche Triana cominciò a ridacchiare, completamente curiosa delle tue esperienze del carcere.

<< non sculettavo! >> cercasti di difenderti, alzandoti da tavola per raggiungere la parte opposta, dove rimaneva svaccata Zulema, intenta a fumare ed ad ascoltare in silenzio i vostri discorsi.

Ti avvicinasti rapidamente a lei, tastando senza neanche chiedere il permesso le tasche visibili dei suoi pantaloni cargo, cercando con estrema urgenza una paglia, ne avevi un po' bisogno per affrontare quell'argomento.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora