Capitolo 17.

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<< cristo santissimo! Ma la volete smettere di guardarvi così? Prendetevi una stanza, c'è talmente tanta tensione sessuale nell'aria che tra un po' mi faccio un ditale! >> urlò esasperata Triana, come al suo solito con dei toni molto, molto, educati, pensando a cosa fosse cambiato in così poco tempo tra te e Zulema, mentre ormai vi eravate date appuntamento i fisso ogni sabato per pranzare insieme.

Ma come biasimarla, se n'erano accorte tutte, ma nessuno aveva avuto il coraggio di interrompere quel continuo gioco di sguardi, di carezze celate e allusioni tra di voi.

Era passata esattamente una settimana dal quel mezzogiorno di fuoco, dove la regina araba ti aveva marchiata come sua, in un succhiotto estremamente visibile anche solo con il maglione, in quel gioco di dita e saliva che ancora ti eccitava solo a pensarci.

Dove sareste andate sicuramente avanti, se qualcuna non vi avesse malamente interrotto.

Da quel momento, non avevate fatto altro che stuzzicarvi, come due adolescenti alle prime armi, alla prima cotta: vi eravate rese conto che quello che stava accadendo tra di voi non poteva essere considerato esattamente normale, ma nessuna delle due aveva intenzione di intavolare il discorso.

Come dimenticarsi del bacio, di quando voleva insegnarti a sparare o semplicemente il piacere che ti aveva donato quando per la prima volta dopo anni, ti aveva toccata, dopo aver ucciso un uomo?

Semplice, non si poteva, e quello che era successo qualche giorno i prima, era stata soltanto l'ennesima goccia di quel vaso che prima o poi sarebbe traboccato, che aveva solo ingigantito la vostra tensione, il vostro desiderio che con tutte voi stesse cercavate di reprimere.

<< la stanza non se la prendono, preferiscono fare i loro porci comodi davanti ad altra gente. Convinte che quelle belle sveglie siano solo loro. >> disse Macarena con nonchalance, come se fosse normale quello che aveva appena confessato, un sorriso malvagio dipinto sul viso, raggiungendovi dal lago, insieme a Monica.

Ti andò di traverso il sorso di birra che ti stavi apprestando ad ingoiare.

Come...
In che senso?

Guardasti la mora, che aveva puntati gli occhi sulla figura della bionda: sembrava gelata, una statua di marmo, gli occhi spalancati e le labbra strette.
La donna spagnola non stava alludendo ad un approccio qualsiasi, ma a quando l'araba, dopo il tuo omicidio di quel porco, ti aveva fatta stare bene.

Eppure eravate state attente, almeno quella notte, dato che c'era anche lei all'interno della roulotte.

Che figura di merda.

Sospirasti portandoti entrambe le mani sul viso, cercando di nascondere l'imbarazzo crescente e le guance rosse come pomodori maturi alla scoperta che Maca, sapeva tutto, o almeno, la parte più imbarazzante di quello che era successo tra te e Zulema, proprio quella che non si doveva sapere.

Dove eravate riuscite a concludere qualcosa.

Sentisti Triana rinsavire, per poi scoppiare in una risata sguaiata, capendo perfettamente l'allusione della bionda nei vostri confronti.

<< avete fatto cose sconce con Macarena davanti a voi, convinte che dormisse? >> chiese elettrizzata, alzandosi come scottata dalla sdraietta sulla quale era completamente rilassata a bere una cola ed attendere che il pranzo fosse pronto.

La sentisti avvicinarsi con passo rapido, le sue mani sulle tue a scoprirti il viso completamente paonazzo: cercavi in tutti i modi di non guardare la sua espressione soddisfatta ed eccessivamente contenta di quella notizia.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora