Apristi la porticina della roulotte cercando di fare meno rumore possibile, una sigaretta accesa tra le dita della mano destra, leggermente coperta dalla manica della felpa nera di Zulema e un bicchiere di plastica pieno di caffè caldo diluito con dell'acqua.
Erano passati circa tre giorni dalla sera incriminata, dove avevi deciso di mettere in atto gli insegnamenti della mora e sparare un proiettile in fronte a quel maiale che aveva tentato di violentarti.
Non sentivi niente, ti eri accorta che non provavi ribrezzo per te stessa, non provavi senso di colpa, e questo ti spaventava a morte.
Ti sentivi... bene, forse dispiaciuta per la regina araba: all'alba era dovuta andare a recuperare il cadavere per bruciarlo insieme all'auto e ai tuoi vestiti completamente imbrattati di sangue in uno spiazzale abbastanza distante.Era tornata a piedi, ed era esausta.
Ridacchiasti divertita, ricordando la scena e al broncio che ti aveva tenuto per tutto il giorno.
Non avevate menzionato più quella nottata, ne con Maca, ne con Zule (sopratutto tra voi due, che come all'inizio della vostra convivenza, non eravate intenzionate a discutere ne del bacio ne dei momenti di passione che vi avevano coinvolte), ti lasciavi solo medicare dalla bionda i tagli dovuti ai vetri del finestrino spaccato.
Ti portasti il bicchiere alle labbra, sorseggiando piano la bevanda bollette che avevi scaldato al microonde, il caffè avanzato dalla sera prima, per poi fare un tiro dal tuo drum rollato di fretta e raccattato da un pacchetto di tabacco che giaceva abbandonato sul mobile della cucina.
Sbuffasti poco serenamente, avvicinandoti a passo lento verso la riva del lago che distava ad un paio di metri dalla vostra roulotte.
Lasciasti uno sguardo rapido alla nuova macchia, color grigio topo, parcheggiata poco distante dal caravan, la targa abbastanza recente ma comunque di vecchio stile.
Dopo la tua vicissitudine, con i soldi avanzati dalla rapina al casinò, Zulema si era recata al primo concessionario di auto usate per recuperare e comprare un eccessivamente datato BMW del 2006, con i sedili in pelle e gli interni neri: un vero pugno in un occhio, ma all'araba piaceva parecchio.
Sta di fatto, che nonostante non te ne fu fatta una colpa, dentro di te sentivi il rimorso di come era andata quella sera.
Avresti potuto benissimo tirarlo sotto, investirlo al massimo, ma non sparargli.Non ucciderlo.
Per colpa tua, Zulema e Macarena avevano escogitato, in due giorni, una nuova rapina per quel pomeriggio, in una gioielleria del centro di Madrid, a cinque ore di distanza da casa, ma certamente più sicuro, in quanto le donne erano diventate ricercate dopo il precedente colpo.
L'araba ti aveva rassicurata che il ricavato vi avrebbe permesso di vivere almeno fino al colpo finale con i Ramala.Sospirasti appena, continuando a bere il tuo caffè "americano" e rabbrividendo leggermente di freddo nonostante avessi i leggings felpati.
Novembre si stava facendo sentire tutto.
Sobbalzasti spaventata, girandoti verso la fonte del suono, quanto la porta della roulotte si aprì di scatto sbattendo contro la parete laminata.
Gli occhi di Zulema erano fissi sui tuoi, rilassandosi immediatamente, insieme ai muscoli delle braccia che erano rigidi, una volta che ti trovarono sana (o almeno, a posto) ma sopratutto lì, e non da qualche altra parte.La osservasti assottigliare lo sguardo, ancora con il batticuore dovuto allo spauracchio, mentre rientrava al caldo della carovana e urlava a Macarena che eri semplicemente fuori a fumarti una sigaretta.
Comparve anche il viso della bionda sull'uscio, l'espressione sofferente, ancora in pigiama e con i capelli spettinati.
<< ci hai fatto perdere dieci anni di vita, tesoro, tu sei giovane, noi un po' meno e questi spaventi ci porteranno alla tomba molto presto. >> ridacchio alla fine, invitandoti ad entrare con un gesto della mano.
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Domani tornerà Sereno
Fanfiction"Sono solo lacrime È solo scienza e la si può spiegare È solo un po' di acqua con il sale È solo un'occasione per cantare a bassa voce una canzone d'amore Di quelle che ti fanno un male cane Ma che la scienza non ti può spiegare Non c'è niente da ca...