Capitolo 24.

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Perché dentro Cruz del Norte, non ti era mai balzata l'idea di drogarti, essendo circondata dallo schifo tutto il sacrosanto giorno?
Perché, una volta uscita di prigione, non hai mai pensato di provare qualche sostanza?

Non ne avevi mai avuto bisogno.

E ora perché si, perché eri così tentata dalla proposta della biondina che ti stava sventolando il suo dito intinto di chissà quale stupefacente davanti al viso?

No, a che cazzo stavi pensando?

Criticavi tanto la donna, ma stavi veramente pensando di sballarti come una ragazzina, giusto per sentire il brivido del proibito?
O forse quello che diceva Maca era vero: volevi solo dimenticare per qualche ora "quello che sarà".

Perché la sensazione di quel futuro incerto, ti stava logorando dentro da qualche settimana a quella parte: cosa avresti fatto una volta concluso il piano?
Quando ridevi e scherzavi, cercando di auto convincerti che saresti stata bene nelle Filippine da sola, mentivi.

Mentivi a te stessa e agli altri: non volevi rimane sola ancora, non volevi scappare per tutta la vita dalla polizia e da un gruppo di narcotrafficanti, non volevi dire addio... a Zulema.
Non avresti sopportato l'ennesimo abbandono, e non volevi neanche pensare a cosa sarebbe successo poi, quando vi sareste ritrovate in Marocco con i diamanti, per poi separarvi.

Da qualche giorno a questa parte, quel pensiero fisso ti stava logorando dall'interno, unito alla mancata accettazione della regina araba dei propri sentimenti.
Avevi avuto un paio di episodi allucinogeni, prima di Natale, e uno durante il compleanno di Macarena, ma fortunatamente nessuna delle due donne se n'era accorta subito, ti era bastato solo confessarlo quando l'attacco della tua mente era terminato.

Portasti ancora gli occhi sul viso della biondina, per poi prenderle il dito e portartelo alle labbra e ingerire la sostanza direttamente dal suo polpastrello.

<< cristo, che schifo. - mormorasti sentendone subito il sapore amaro sulla lingua. - che cazzo è? >> domandasti allontanandoti dal suo corpo e sedendoti sul tuo letto non sentendo minimante nulla di differente in te, o nelle tue percezioni.

<< ecstasy. >> ti rispose Maca, ridacchiando complice e alzandosi dal suo materasso per cercare di mettere un pò di musica natalizia.

Notasti come indossò gli occhiali, quelli da sole, con la lente chiara e aranciata per poi smanettare qualche istante con il cellulare e perdersi nuovamente nei suoi pensieri.

Sospirasti, lasciandoti scivolare e atterrando esattamente con la testa sul cuscino.

<< ecstasy. >> ripetesti portandoti una ciocca di capelli, che ti era finita davanti agli occhi, dietro l'orecchio.

Ecstasy?
Merda!

Ecco perché non sentivi nulla, quella schifezza avrebbe agito, se tutto andava per il verso giusto, dopo circa una mezz'ora dall'assunzione.

Mugugnasti contrariata, portandoti le mani al viso e piagnucolando consapevole di avere fatto l'ennesima cazzata: Zulema si sarebbe infuriata, e avresti avuto tutto il tempo necessario per pensare ai possibili effetti indotti della droga sul tuo organismo, conoscendoli solo per sentito dire, e cagandoti in mano per la paura.

<< che hai? >> domandò una voce che conoscevi benissimo, che ti portò a desiderare di sprofondare nell'oblio della vergogna.

Zulema era esattamente al tuo fianco, in piedi, vicina al letto che ti osservava con un sopracciglio alzato.
Non rispondesti, girandoti tra le coperte e sgualcendole leggermente.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora