Capitolo 1.

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Uno sbuffo uscì dalle tue labbra, mentre con gli occhi puntati verso il cielo osservavi le nuvole scure minacciare pioggia, il vento che si era raggelato all'improvviso.

Accelerasti il passo, maledicendoti per non aver portato un ombrello con te: le previsioni del tempo avevano sbagliato anche oggi, dov'era il sole splendente promesso dal meteorologo del TG di stamattina?

Tuffasti le mani nelle tasche della felpa scura che indossavi, dopo aver tirato su la lampo fino al mento, rabbrividendo leggermente.

In lontananza, adocchiasti l'insegna bordeaux con una lettera T color giallo ocra "tabacos".
Sorridesti leggermente, contenta di aver raggiunto finalmente la tua meta quando un suono forte, rombante e del tutto inaspettato ti fece saltare sul posto dallo spavento.

<< cazzo! >> imprecasti esasperata mentre la pioggia, che aveva iniziato a cadere, sembrava venir giu a secchiate tanto era intensa.

Cominciasti a correre, sperando di arrivare il prima possibile alla tabaccheria dove avresti trovato un momentaneo riparo.

Apristi la porta di vetro pesante, stringendo il maniglione verticale scivoloso per colpa dell'acqua.

Ti osservasti rapidamente, eri completamente fradicia: i capelli bagnati appiccicati alla base del collo e sulla fronte e i vestiti zuppi.

Alzasti gli occhi al cielo, sospirando rassegnata mentre ti avvicinavi al bancone del locale.

<< una stecca di Marlboro Menthol, grazie. >> dicesti tirando fuori dalla borsa a tracolla il portafoglio, senza guardare in faccia il ragazzo dietro al legno scuro.

Poggiasti una banconota da 50 sul ripiano marmorizzato, girando il viso verso l'enorme vetrata per vedere se fuori avesse smesso di piovere.

<< ecco qui. >> disse lui, porgendoti il pacco e ritirando i soldi.

Con un mezzo sorriso, salutasti alzando una mano, inserendo alla bene e meglio la stecca nella borsa.

Uscisti dal locale, indirizzandoti di ritorno verso il tuo appartamento, comunque con passo svelto: l'acquazzone sembrava essersi calmato, ma piovigginava.

Le strade di Madrid erano deserte, le famiglie erano per la maggior parte in altre città nei fine settimana: Alicante, Barcellona...
Le località di mare erano veramente popolate, nonostante fosse la seconda metà di settembre e le temperature si fossero abbassate di qualche grado.

Attualmente tu non potevi permetterti il lusso di chiedere ferie al tuo capo, innanzi tutto, ma anche economicamente: la paga era una vera miseria, giusta giusta per pagare l'affitto a fine mese, le bollette e fare quel poco di spesa per sopravvivere.

Avevi anche ridotto il consumo di sigarette per risparmiare, dieci pacchetti cercavi di farteli bastare per più giorni possibili.

Da quanto tempo non andavi a mangiarti una bella paella fatta come Cristo comandava, senza ripiegare su quella merda congelata del supermercato?

Mesi.

Sbuffasti per l'ennesima volta nel giro di qualche minuto, la tua vita faceva veramente schifo, ma era quella che ti meritavi in fondo.

Scuotesti la testa leggermente, aprendo il cancellato rotto del condominio dove abitavi.

Salutasti la signora all'interno della piccola guardiola: aveva la sua età, gli avevi dato una settantina di anni.
Da quando ti eri trasferita in quel condominio era mancata forse qualche giorno, sempre sorridente, sempre pronta a rivolgerti una parola gentile appena ti incrociava.

Domani tornerà SerenoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora