Ashlee
Lentamente aprii gli occhi, intorno a me era tutto buio. Un forte dolore alla testa, mi fece portare una mano alla tempia, accorgendomi di essere immobilizzata da una corda.
Mi divincolai da una parte all'altra.
Le mani erano legate e anche i piedi, più mi divaricavo e più dolore sentivo ai polsi.<< Aiuto!!>> Urlai numerose volte, ma tutti i miei tentativi furono in vano. Non avevo più le forze, mi sentivo debole e spaventata. Sopratutto il dolore alla testa, non mi aiutava.
Improvvisamente il rumore di una porta che si apriva mi fece girare verso di essa. Della luce entrò nella stanza, ma non fu abbastanza da farmi vedere chi fosse.
<< Chi sei ? Cosa vuoi ?>> Bisbigliai con la poca voce che avevo.
<< Cara, puoi urlare quanto vuoi, qui siamo nel bel mezzo di un bosco. Non ti troverà nessuno.>>
La sua voce era rocca e uno strano brivido scese lungo la mia schiena. Nell'oscurità si accese una luce, la quale mi diede fastidio, facendomi chiudere le palpebre per poi, riaprile lentamente. Notai quei occhi, notai quel blu mare, gli stessi identici occhi della persona che amo.Capii solo allora che l'uomo d'avanti a me era Greg Stevens.
"Quanto gli assomigli Will!"
Pensai mentre un brivido di paura mi scorreva lungo la schiena.
<<Che cosa vuoi ?>> Sputai acida.
Lui fece una risata e si alzò facendomi sobbalzare.
Seguii i suoi movimenti a destra e a sinistra, notai nei suoi passi la somiglianza tra lui e Will.
<< Che vuoi Greg ?>> Ringhiai a denti stretti. Al contrario di prima, mi diede una risposta.
<< Hai proprio il carattere di tuo padre.>> A quelle parole sbarrai gli occhi, cercai di parlare ma mi bloccai quando tirò fuori una pistola da dietro la schiena. Il cuore iniziò ad accelerare, gli occhi iniziarono a pizzicare e il respiro decise di mancare.
<< Oo! Che sciocco che sono! Il vecchio caro Jacob Clarke, non era tuo padre.>>
Concluse, per poi, poggiarsi la pistola sulla tempia in modo pensieroso.
<< Menti !>> Ebbi finalmente la forza di urlare. Greg alzò gli occhi e aggrottò la fronte, poi, avanzò lentamente verso di me.
Si inchinò e iniziò a scuotermi la pistola davanti agli occhi in segno di negazione.Le lacrime non ne volevano più sapere, iniziarono a rigarmi il viso. Mi sentivo sola e distrutta. Mandai giu il groppo in gola per poi sussurrare.
<< Si menti .>> Queste parole le dissi per convincermi , più che, convincerlo.
<< No, no ! Ti sto dicendo la pura verità. >>
Proferì per poi continuare.
<< Sai, inizialmente tuo padre mi era simpatico, ma poi, mi prese la persona che amavo di più al mondo.>> Spiegò per poi fermarsi. Non stavo capendo o forse non volevo, ma in ogni caso non parlai e lo lasciai continuare.
<< Quando il tuo paparino, grazie a mia moglie scoprii che per 24 anni, tua madre lo aveva mentito riguardo a te. Si trovò solo e distrutto, la mi cara moglie non si fece ripetere l'ocasione. E secondo te , io cosa potevo fare? Stare a guardare?!>>
Le lacrime non ne volevano sapere, continuando a scendere a dirotto. Tutte le mie certezze crollarono e con esse anch'io.
<< Una sera, precisamente il 12 agosto dopo l'ennesima conferma che mia moglie mi tradiva, ho afferrato la pistola da sotto il letto e l'ho uccisa, ma non bastava. No, non bastava! La rabbia mi scorreva nelle vene, sono andato dai tuoi e mi sono intrufolato in casa loro. Quando li ho visti, felici, quando ho visto tuo padre felice, ho capito. Dovevo potargli via l'unica persona che lui avesse mai amato.>>
In quelle parole, non intravidi nemmeno un minimo di dolore, ma semplice e pura freddezza. Tra una lacrima e l'altra gli urlai :
<< Non voglio sentire . Non parlare! Stai zitto!>>
Da quel 12 agosto, avevo promessa a me stessa, che nel momento in qui avrei trovato l'assassino dei miei, quando l'avrei avuto davanti ai occhi, gli avrei chiesto il perché. Ma ora , ora che quel uomo era davanti a me raccontandomi la verità , pagherei oro per non ascoltarla.
<< Oh piccola Ashlee...>> Sussurrò porgendomi la pistola sulla guancia. A contatto con il metallo freddo della pistola, rabbrividì e smisi di singhiozzare.Mentirei se dicessi di non avere paura.
<< Dove eravamo rimasti? Ah giusto ! Ho ucciso tua madre, poi, mi sono avvicinato a tuo padre, il quale era inginocchiato sul suo corpo piangendo. Dovevi vedere come era disperato! " Come hai potuto ?" Questo mi urlò, e io sai cosa gli ho risposto ?>>
Mi chiese con freddezza per poi, premere la pistola sulla mia pelle tremolante.
Scossi la testa in segno di negazione e lui continuò.
<< Gli ho chiesto se faceva male perdere qualcuno che si ama. Poi no gli ho dato nemmeno il tempo di rispondermi .... >> Disse levando la pistola dalla mia guancia.
Trattenni il respiro e la saliva mi si bloccò in gola mentre le lacrime erano finite.
<< Boom Boom !!>> Urlò portando la pistola sulla mia tempia.
Sobbalzai sul posto ma non urlai.
<< Non farlo, tuo figlio non ti perdonerà anche questo.>>
Gli dissi con la poca forza che avevo.
La verità, mi stava lacerando ogni centimetro della mia pelle.
Avrei preferito vivere nell'incertezza, il dolore era troppo grande ed io troppo fragile per sentirla.
<< Mio figlio ? Mio figlio non saprà nulla di tutto questo. Sarebbe dovuto essere lui al posto tuo in quella macchina, ma non sempre le cose vanno come programmate. E adesso dovrò fare il doppio del lavoro. >> Nella sua voce non si sentiva nessun tremolio, nessun rimorso.Sentivo ogni singola parte di me tremare a quelle parole. La paura iniziò a prendere il sopravvento e gli occhi chiudersi lentamente.
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911 Help I'm falling in love.
RomanceAshlee Clarke (ventiquattro anni), ha tutto quello che sognava sin da bambina: un fidanzato, una famiglia che la ama. Ma non ha messo in conto che tutto può cambiare, un giorno sei felice, hai tutto, l'altro non hai più niente. William Stevens ( v...