Sgradevoli incontri.

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Ashlee

Sono arrivata e penso che sarebbe stato meglio rimanere a casa.
<<Wow Ashlee da quanto tempo!?>>
Sento una voce che ricordo benissimo.
<<Si Jessica saranno almeno cinque anni.>> Risposi con un tono abbastanza alterato.
<<Ma non ti eri trasferita col il tuo amore... come si chiamava?>>
Conclude lei arrogante come sempre.
<<Evan!>>
<<Ah giusto.>>
La interrompo senza che lei possa continuare.
<<Smettila Jessica, stai con il tuo di ragazzo, non pensare a me.>>
Dissi io indicando William, perché si, per mia sfortuna c'era anche lui, sembrava che tutti i pianeti si fossero  alleati contro di me.

<<Un mojito giusto?>>
Mi chiese quello che un tempo era il mio migliore amico.
<<Si Mike.>>
<<Non è che se li fissi spariscono!>>
Continuò lui con un sorriso.
Non ha senso infatti, che io continui a guardargli.
Non riesco a spiegarmi del perché io provi una rabbia dentro di me.

<<Non gli stavo fissando. Per me possono fare ciò che vogliono.>>
Mike mi osservò per poi alzare le spalle.
<<Senti Mike, a che ora finisci il turno?>>
<<Avrei già dovuto finire, ma poi sei arrivata tu e ho dovuto fare il tuo amato mojito. Mannaggia a me quando anni fa te l'ho fatto assaggiare!>>
Rispose sorridendo.

Mi fece tornare in mente quella sera e senza accorgermene sorrisi.

Flashback

<< Dai Ashlee, prendi qualcosa da bere.>>
Mi disse per l'ennesima volta il mio migliore amico.
<< Non me la sento Mike, poi devo anche guidare.>>
Risposi bevendo la bibita analcolica che avevo ordinato poco prima.
Mike me la prese dalle mani e mi rispose: << Solo un bicchiere, non succederà niente.>>
<< Un mojito. >>
Urlo Mike al barista.

Eccomi qui a bere come non mai, con la testa che mi scoppia.
Il mio sguardo era su Mike che ballava con la mia migliore amica, siamo sempre stati noi tre, ma io ero continuamente sola.
Mike mi parlava solo di lei, io parlavo di lui a lei e lei.. lei mi consolava ogni volta, ignara del fatto che Mike la amasse.
<< Un altro mojito.>>
Chiesi al barista, porgendo il mio bicchiere vuoto davanti a lui.
<< È già ubriaca, la consiglio di andare a casa, magari accompagnata da qualcuno.>>
<<Io ubriaca, no no...>>
Risposi facendo fatica anche a guardare il barista.
<< Vada a casa.>>
<< Ok ok.>>
Risposi alzandomi.

Immediatamente vidi tutto girare, cercai di trovare la porta, ma venivo spinta da una parte all'altra.
La testa mi stava scoppiando, la musica era troppo alta, rimbombava nella mia testa, facendomi sentire ancora più male.

Avevo la porta davanti a me, ci distanziavano solo pochi metri, ora dovevo solo superare un po' di persone, probabilmente nella mia stessa situazione e poi sarei uscita.

Ero fuori alla ricerca della mia macchina, barcollavo da una parte all'altra, con la speranza di non trovarmi a terra, da un momento all'altro.
<< Eccola!>>
Urali avendo finalmente la macchina davanti a me, aprii lo sportello ed entrai.

Stavo guidando, gli occhi si chiudevano lentamente la testa girava, senza rendermene conta la appoggiai sul volante.

Dopo ci fu solo un botto, e tanto fumo che mi entrava nelle narici, facendomi tossire.
Non riuscì ad alzare la testa e improvvisamente il buio mi avvolse.

Fine Flashback.

Scossi la testa, quella sera è stata la più brutta della mia vita.
<<Allora dai, vieni, non farmelo bere da sola questo mojito.>>
Lui non se lo fece ripetere, si levo il grembiule buttandolo scherzosamente sul bancone e venne a sedersi accanto a me.

È da un po che parlo con Mike, ma continuo a guardare sempre dietro di lui.
Osservavo William, che se la rideva con quell'oca di Jessica.
Lui lo vedo perfettamente, dato che è come se stessimo uno di fronte all'altro con all'incirca un metro di distanza, invece di lei intravedo solo la schiena. Non capisco cosa mi succede. "Perché m'interessa tanto?''
Abbassai gli occhi quando quelli di William incrociarono i miei.

La luce del sole mi fece svegliare, facendomi lamentare subito del mio mal di testa, fortunatamente questa volta, non sono a casa di uno sconosciuto, con lui nudo al mio fianco, sono nel mio letto, nella mia casa e accanto a me non c'è nessuno.
Questa volta mi ricordo tutto, certo con molta fatica, ma mi ricordo: dopo l'ennesima volta che facevo parlare Mike da solo, egli mi disse, che era inutile che lui stesse li a parlare, mentre io non gli davo importanza, mi chiese se volevo che lui mi accompagnasse a casa o se volessi fare la terza incomoda e mi sarei fatta accompagnare da quello che stava con Jessica.

Appena uscita da quel locale, un vento mi arrivò in faccia, come uno schiaffo, svegliandomi da quello che sembrava un incubo. Ho chiesto scusa a Mike e gli ho promesso, che una di queste sere, saremo andati a prendere un mojito da un'altra parte. Poi sono andata a casa da sola.

Mi alzai dal letto, andai in bagno, mi lavai viso e denti, per poi togliere la fascia dalla mano.
Una volta finito, scesi in cucina e senti il campanello suonare, andai alla porta e aprendola mi trovai un uomo con una cartella in mano, che mi osservava da testa a piedi.

"Mi sono appena svegliata, ho i capelli scompigliati e sono vestita ancora come ieri sera." Pensai guardandomi anch'io.

<<Signora, deve firmare qui, ci sono dei pacchi per lei.>> Disse l'uomo porgendomi una penna e la cartella.
<<Signorina!>> Concludo con un tono acido.

L'uomo si scusò, mentre i suoi colleghi, fecero entrare si e no dieci pacchi in casa.
Chiusi la porta e mi precipitai  sui pacchi non capendo, aprendoli mi trovai tutti i miei vestiti.

Da li capi che di certo Evan non aveva perso tempo.

Spazio autrice: ❤️

Avevo finito di scrivere il capitolo e l'ho pubblicato oggi invece che venerdì, spero che la storia vi stia piacendo. Fatemi sapere cosa ne pensate dei personaggi.

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