"Cosa vuoi?"

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William

Sistemavo dei documenti da più di un'ora.
Andy tutto d'un tratto ha deciso di sparire.  Dal momento in qui ho messo piede  in commissariato, questa mattina, lui non c'è.
Metto nella scatola l'ultimo documento e mi dirigo nel mio ufficio: << Will come mai così elegante a lavoro ?>>  la voce del mio migliore amico, fu così inaspettata che mi fece sobbalzare.
<< La vera domanda è: dov'eri sparito? È da quasi due ore che sistemo cartacce! >>
Andy iniziò a ridere, sapeva che quei documenti doveva sistemargli anche lui e ha pensato bene a sparire.
<< Sono andato a cercare informazioni su tuo padre, il capo ha detto che se non lo troviamo entro questo mese , chiuderà il caso.>> A quelle parole persi un battito.
<< Non ci posso credere, perché non mi ha avvertito?>>
<< Amico, sa come te la saresti presa. Poi ieri era il tuo giorno libro.>>
Cercò di giustificarlo.
<< Hai trovato qualcosa?>> Domandai  sedendomi sulla poltrona nera in pelle della mia scrivania.
<< Si!>> A quella affermazione  mi si spalancarono gli occhi,  la voglia di scoprire la verità si impadronì di me.
<< Cosa?!>> Chiesi alzandomi dalla mia scrivania e avvicinandomi alla sua.
<< Guarda qua!>> Disse azionando un video di sicurezza.
<< Eccolo!>> Urlai appena vidi il viso di quel mostro.
<< Dov'è andato?>>
<< Non lo sappiamo, da qui si sono
perse le tracce!>>
<< Cazzo!>> sbraitai sbattendo il pugno sul tavolo.

Le speranze di riuscire a trovare quel mostro diminuivano e la voglia di vederlo in gabbia a soffrire era sempre più profonda.
<<Will riguardo ai genitori di Ashlee non ne so nulla.>> Disse il mio amico amareggiato.
Sbuffai e andai a sedermi sulla mia scrivania, quando mi tornò in mente il vecchio telefono. Lo presi e pregai con tutto me stesso che ci potesse aiutare.
<< Ho questo telefono, trovato a casa di Ashlee, dovrebbe appartenere al padre.>>
Andy afferrò il telefono per poi aggiungere:<< Ok amico, lo metto in carica e mi informo.>>

Stavo per rispondere quando il capo entrò nel nostro ufficio: << Ragazzi dovete andare a fare un controllo in una banca. Ci è arrivato un messaggio, il quale diceva che tra mezz'ora ci sarà una rapina .>>
A quelle parole io e Andy scattammo in piedi: << Si capo!>>
Sarebbe stata una lunga giornata.

Ashlee

Facevo avanti e indietro nel mio salone, riuscivo a sentire i miei passi in questa stanza, il mio battito accelerava sempre di più.  Ero agitata, spaventata, non avevo idea di cosa volesse ancora Evan da me.

Sobbalzai al suono del campanello, d'un tratto provai un istintivo senso di panico, i miei piedi si incollarono al suolo e il mio corpo si pietrificò.
Dovetti aspettare il secondo suono del campanello , per poter caminare. Mi trovai davanti la porta prima delle mie aspettative. Poggiai la mano sulla maniglia e mi convissi ad aprire.

Era troppo tardi per tirarsi indietro!

Quello che mi trovai davanti non era più l'uomo che avevo avuto affianco per cinque anni. I suoi capelli erano disordinati , invece del classico completo indossava una semplice T-shirt bianca e un paio di jeans neri.
<< Ciao Ashlee.>>
Nella sua voce non c'era traccia di asprezza o di rabbia.
<< Ciao Evan.>>
Conclusi rimanendo immobile, la mia mano era appoggiata ancora sulla maniglia, non avevo nessuna intenzione di spostarla, come se avessi paura di svenire da un momento all'altro.
<< Posso entrare?>>
Socchiusi i occhi in due fessure, come per comprendere la domanda.
<< Ehm.. si!>> Dissi spostandomi per farlo entrare.
Si guardò intorno per poi dire: << Non è cambiato nulla dall'ultima volta !>>
Finalmente trovai il coraggio di lasciare la maniglia e di avanzare verso di lui.
<< Sei qui per parlarmi dell'arredamento di casa mia?>>
<< No, sono qui per parlare di noi.>>
A quel "noi" scoppiai a ridere, era una risata sarcastica.

Pensava ancora che ci fosse un noi?

<< Cosa vuoi Evan?>>
Domandai andandomi a sedere sul divano, lui mi segui e fece lo stesso, quando fummo troppo vicini per i miei gusti, mi alzai e mi sedetti sulla poltrona davanti.
<< Voglio che torniamo come prima.>>
Strabuzzai gli occhi incredula.
<< Stai scherzando spero?! Tu piombi qui, dopo quanto, un mese? E pretendi che io caschi tra le tue braccia.>>
La mia voce si alzò notevolmente, sapevo bene che la colpa della nostra separazione non era del tutto sua. Ma io ora stavo bene, ero felice, avevo finalmente quello che un tempo sognavo.
<< Sai anche tu, che la colpa della nostra separazione è della tua scappatella con quello.>>
Quelle parole mi fecero innervosire, mi alzai in piedi e iniziai a fare avanti e indietro davanti ai suoi occhi.
<< Io non ho nessuna intenzione di tornare con te.>> Feci una pausa per prendere fiato, e senza farlo replicare aggiunsi.  << Sei arrivato tardi Evan.>>
A quella mia affermazione anche lui scattò in piedi, si avvicinò a me urlandomi.<< Ti sei già trovato un altro?>>
Questa volta ebbi più coraggio dell'altra, non distolsi lo sguardo dal suo e non feci nessun passo indietro.
<< Chi è?>> Chiese lui rosso in volto, osservai la vena sul collo, la quale sia era gonfiata dalle urla.
<< Questi non sono affari tuoi.>>
A quelle parole, non rispose distolse lo sguardo e si guardò intorno, probabilmente in cerca di un indizio. Feci lo stesso sperando che non ci fosse nulla da portarlo a Will.
<< Stai con quello con qui mi hai tradito?!>> Urlò d'un tratto, fu tutto così inaspettato che cacciai un urlo.
<< Ti ho già detto che non sono affari tuoi. Vai avanti Evan, sai benissimo anche tu che la nostra relazione non poteva  durare. >>
<< Sei una puttana Ashlee Clarke.>> Urlò per l'ultima volta prima di dirigersi all'ingresso.
Sapevo di non dover dare retta alle sua parole, sapevo di non meritarmi le sue offese, ma tutto ciò mi fece male. Quando sentì la porta chiudersi, caddi sulla poltrona a peso morto.
Il mio pensiero andò a l'unica persona, che in questo mese è riuscita a darmi, più di quanto mi avesse dato lui in cinque anni.

Mi alzai e afferrai il telefono sul tavolo della cucina, inoltrai la chiamata: << Amore!>> Dissi credendo che mi avesse risposto.
Rimasi sorpresa,  quando sentii la voce della segretaria invece che la sua.
Il mio cervello andò in paranoia per poi chiamarlo un'altra volta.  Ma l'esito fu lo stesso.

Dove sei William Stevens?

911 Help I'm falling in love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora