Orgoglio.

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Ashlee

"Merda, rovino tutto, mai che mi tengo da parte questo orgoglio. Ero venuta per chiedere aiuto e invece mi ritrovo a rovinare i miei stessi piani.''

Decido di seguirlo, non l'ho mai fatto per nessuno, neanche per Evan. Ogni volta che litigavamo, era sempre lui a venire da  me, io non facevo mai niente di tutto questo, che ora mi sto trovando a fare per William. Non perché mi sentissi chissà chi, ma sono anni che mi sono chiusa in me stessa e che come prima cosa metto "l'orgoglio", questo stesso "orgoglio" che mi fa rovinare tutto.

Ho costruito un muro, mi nascondo dietro di esso appena qualcuno mi mostra amore. Se poi mi trovo a dover litigare con la stessa persona che mi ha dato ciò, mi blocco, non riesco più a uscirne.
Se questo deve essere interpretato come  indifferenza, beh... io lo sono e pure tanto, perché anni fa i mattoni per costruire questo muro, me gli l'hanno dati due persone importanti per me.
Da quel giorno, questa barriera continua a crescere, ma forse ora devo abbattere almeno una parte di essa.

Afferro il suo braccio e mi rendo conto di quanto è muscoloso, la mia mano sembra quella di una bambina in confronto.
Lui si volta : <<Senti, io devo lavorare, perciò lasciami.>> Concluse lui, per poi capire che lo avevo mollato da un pezzo, ma nonostante ciò rimase li aspettando una risposta.
<<Scusa per essermi comportata da vera stronza, ero venuta a chiederti aiuto, ma poi ho finito per risponderti male.>>
Abbassai lo sguardo, sperando vivamente che non mi mollasse li come una scema.
<<Vieni o no?>>
Mi girai verso la sua voce, senza accorgermene William stava scendendo le scale, non capivo ma decisi  di seguirlo.
<<Dove andiamo?>> Chiesi alzando la testa verso di lui, osservando quei bellissimi occhi azzurri.
<<Andiamo a prenderci qualcosa, cosi mi dici cosa ti serve.>>
Concluse lui entrando in macchina, rimasi immobile per qualche secondo, ma poi lo imitai entrando nell'auto.

Siamo entrambi in silenzio, senza volerlo mi spostai sul sedile e il vestito che avevo messo questa mattina (per il troppo caldo) si alzò di poco, facendomi pentire della scelta, lo tirai in giù, e William mi
guardò, facendo un sorriso, per poi aggiungere : <<Ti ricordo che ti ho già vista nuda!>>  Concluse, osservandomi  ancora per qualche secondo.
<<Io non mi ricordo nulla e poi, pensa a guardare la strada, non le mie gambe.>> Continuai con un tono deciso, per poi voltarmi verso il finestrino.

Avevo il cuore in gola, facevo fatica a respirare, questo ragazzo mi stava facendo uno strano effetto.
<<Siamo arrivati!>>
La voce di William mi svegliò, dal mio stato di trance.

Scesi dalla macchina e mi guardai intorno, eravamo su una strada ricoperta da questi alberi fioriti.
<<Ashlee, sveglia!>>
Mi chiamò William, mi voltai verso di lui dicendoli:
<< È bellissimo qui, nonostante sono nata e cresciuta in questa città, non ho mai saputo di questo posto.>>
Lui mi fece un sorriso, per poi dire: <<Più avanti c'e una caffetteria, andiamo a prenderci un caffè.>>
Annuisco per poi seguirlo.

<< Vai a sederti, ordino due caffè e arrivo.>>
Ascoltai le sue parole e andai  a sedermi, mentre lui si dirigeva verso il bar.

Ero distratta dal guardare fuori, non rendendomi conto della presenza di William, me ne resi conto, solo quando, lo sentì parlare:  << Ashlee.>> mi chiamò, sventolandomi una mano davanti il viso.
<<Scusa, avevo veramente bisogno di questo!>> Dissi portandomi il caffè sulle labbra e soffiai, William mi osservò attentamente, per poi fare la stessa cosa.
<< Dimmi.>> Disse lui rompendo tra di noi quel silenzio, il quale, non era affatto un di quei silenzi pieni di imbarazzo, anzi, sembrava che ci conoscessimo da anni.

<<Volevo chiederti se potevi aiutarmi con il caso dei miei?>> Conclusi la frase, sperando in un suo si.
<<Ho anche il caso di mia madre..>>
Mi irrigidì, al solo pensiero che mi stesse  per dire di no.
<< Va bene, solo che ti propongo un accordo.>>
La risposta fu così inaspettata, che all'inizio pensai di aver sentito male.
<<Come ?>>
<<Ti aiuterò, ma con un accordo.>> Ribadì lui.
Senza rendermene conto mi alzai per abbraccialo, lui a quel abbraccio divento rigido, e di colpo mi spostai dicendogli: <<Scusa Will.>> Capendo come l'ho chiamato deglutii.
<< Tutta questa confidenza adesso?>> Disse lui trattenendo la risata. Abbassai la testa, e lui in quell'istante scoppio a ridere.
<< Piccola, tranquilla.>>
"COSA?? Mi aveva chiamato piccola?!''.
Alzai gli occhi nell'intento di rispondergli, ma non riuscì a farlo.
<< Quale accordo?>>
Cambiai discorso.

Lui per un secondo non comprese quello che gli avessi chiesto, poi torno alla realtà.
<< Ecco anche tu mi dovrai aiutare con quello di mia madre, cioè: seguiremo un giorno quello dei tuoi e l'altro seguiremo quello di mia madre.>> 

"Avrei dovuto passare molto tempo con lui.'' Questo mi lasciò un po stupita, ma poi in fondo non avevo altra scelta, oppure si?

<< D'accordo.>>Dissi facendo un sorriso.

Will  suscitava qualcosa dentro di me, qualcosa che non avevo mai provato per nessuno.

911 Help I'm falling in love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora