Divorzio.

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Ashlee

Sono in macchina, l'avocato di famiglia mi ha chiamato, dicendomi che dovevo andare lì da lui il prima possibile.
Domani è un mese dalla morte dei miei, non so il perché dopo un mese lui mi abbia chiamato ora! Non riesco a capire, perché non sono andata direttamente da lui per  delle informazioni!

Sono difronte all'edificio  dove si trova l'avocato, ho il cuore a mille e non so il perché! È come se sapessi che qualcosa non va, come se sapessi che lui mi dirà qualcosa di brutto, qualcosa che mi ferirà.

Scaccio via i miei pensieri, presi un sospiro profondo, aprii la macchina, per poi scendere e chiuderla. Con il cuore in gola, mi diressi verso le grandi scale dell'edificio.

<< Buongiorno! Devo parlare con l'avocato Ruiz.>>
Dissi avvicinandomi alla scrivania della segretaria, essa mi guardò dalla testa ai piedi, poi ritornò a guardare il computer davanti a lei: << Ha un appuntamento?>>
<< No, l'avocato mi ha chiamato mezz'ora fa , dicendomi di venire.>>
La donna davanti a me annuisce senza rispondermi.
Afferrò il telefono e se lo  portò all'orecchio: << C'è qui una ragazza, dice che lei l'ha chiamata. Cosa devo fare?>>
Non riuscì a capire cosa aveva detto l'avocato, ma ad un tratto la ragazza divenne cupa e mi guardò con uno sguardo dispiaciuto, non comprendevo che stava succedendo.
"Stavano impazzendo tutti, o ero io?"
<< Mi scusi signorina Clarke, non l'avevo riconosciuta. L'avocato la attende.>>
Questa volta, non risposi io e mi diressi verso l'ascensore, per poi premere il pulsante del secondo piano, dove sapevo si trovava l'ufficio dell'avvocato.

<< Avanti.>>
Sentì pronunciare, per poi aprire la porta.
<< Buongiorno avocato, cosa mi voleva dire?>>
Dissi entrando con timore, per poi sedermi.
<< Ashlee... non so come dirtelo...>>
Non l'ho mai visto così, è sempre stato un uomo diretto, ha sempre detto le cose in faccia. Oltre che il nostro avocato, era anche un amico di famiglia.
<< Non faccia giri di parole, mi dica quello che deve dire. Non si preoccupi, ne ho sentite di tutti i colori in questo periodo.>> Dissi con tono amareggiato.
<< Allora passo dritto all'argomento: Ashlee, tra i tuoi genitori, le cose non andavano più come un tempo, loro avevano deciso di divorziare e hanno fatto un conto bancario per te.>>
Disse l'avvocato , con una tristezza che gli si leggeva in volto.
In quel momento mi cade il mondo addosso, per la seconda volta. Non ne sapevo niente, non mi hanno mai detto niente.
<< Io.. io, non lo sapevo!>>
Dissi trattenendo le lacrime agli occhi.
<< Ashlee... loro non si amavano più, può
succedere!>>
<< Lo so, ma a me non hanno parlato di questo. Io ero venuta qui due mesi prima che loro morissero, erano come sempre, non ho visto nessun cambiamento nel loro rapporto.>>
Dissi abbassando gli occhi.
Afferrai il lacciò della tuta e iniziai a farlo girare tra le dita.
<< Ashlee, non so cosa dirti. Loro sono venuti da me almeno quattro mesi fa, il mattino dopo la loro morte, sarebbero dovuti venire da me per firmare i documenti.>>
Disse alzandosi e venendo verso di me: << Mi dispiace, io te l'ho detto ora, perché ho dovuto aspettare per il tuo conto bancario.>>
Alzai gli occhi verso di lui, per poi chiedere:<< La polizia sa del divorzio? >>
<< Si quando l'ho saputo glielo detto, ma hanno detto che molte coppie divorziano e che non era importante per il caso.>>
Concluse, per poi andare verso il cassetto della sua scrivania e tirare fuori una busta, porgendomela :
<< Cos'è? >> Chiesi curiosa.
<< Sono i documenti del conto bancario.>>
Presi la busta e la guardai, non potevo credere a quello che mi era stato detto. "Come ho fatto a non capire nulla? Come hanno potuto non dirmi nulla?"
<< Va bene grazie, io.. devo andare, non mi sento molto bene.>>
Dissi alzandomi senza aspettare la sua risposta , per poi uscire.

Avevo solo un pensiero in mente, Will.
Volevo Will, volevo le sue braccia attorno a me, volevo sentirmi a casa e protetta.

William

Sto parlando con Andy del caso dei miei, ma ad un tratto decisi di fare una domanda senza pensarci su: << Sai qualcosa sul caso dei genitori di Ashlee?>>
Andy alzo la testa dal computer, guardò verso di me con un sorriso in volto: << Perché me l'ho chiedi? Avevi detto che non c'era niente tra di voi, o mi sbaglio ?>>
<< Infatti non c'è niente tra noi. Ti ho fatto una domanda, volevo solo avere una risposta. >>
Sussurrai  guardando la mia scrivania.
"Cercavo di convincere lui o me?"
<< Will ti conosco bene, i tuoi occhi sono diversi quando parli di lei. Comunque, io non so nulla, prova a chiedere al capo.>>
Mi rispose il mio migliore amico, tornando al suo lavoro.
<< Va bene, vado da lui!>>
Conclusi, dirigendomi verso l'ufficio del capo.

Ero davanti alla porta dell'ufficio, non sapevo se bussare e chiedere, o lasciar stare.
Ormai ero qui. Non potevo tirarmi indietro.
Bussai senza nemmeno rendermene conto, dopo un avanti del capo presi coraggio e aprii la porta.
<< Ah Will, accomodati.>>
Mi sedetti, ma non avevo il coraggio di chiedere, per paura della sua risposta.
Avevo il terrore, che quello che mi avrebbe detto il capo, avrebbe potuto mettermi alle strette, facendomi decidere se dirglielo o no ad Ashlee.
<< Will, ti vedo strano...pensieroso, devi dirmi qualcosa ?>>
Presi coraggio e dissi tutto d'un fiato: << Volevo sapere, cosa sapevate, sul caso dei coniugi Clarke?>>
Il capo mi guardò stupito: << Will, perché me l'ho chiedi?>>
<< Ho trovato i fascicoli del loro caso di la, sapevo che il caso era chiuso, perciò ho pensato di  portarlo in archivio. Ma siccome ero curioso, volevo sapere di più .>>
Dissi abbassando gli occhi. Stavo mentendo, lo so che era una cosa sbagliata, ma non sapevo cosa dirgli.
<< Will cosa dici ? Il fascicolo è qui nel cassetto della mia scrivania! Dimmi la verità.>>
Divenni immediatamente caldo, avevo appena fatto una figura di merda e per giunta col mio capo.
<< Scusi, siccome ultimamente mi sono affezionato alla signorina Clarke, volevo solo sapere!>>
Avevo la bocca asciutta, la saliva iniziò a mancare.  L'unica cosa che volevo in questo momento,  era confessare i miei sentimenti e di certo non volevo confessargli al mio capo!
<< Will ascolta : sei sempre stato un bravo poliziotto, hai sempre mantenuto la tua vita privata al di fuori di questo commissariato, non succede nulla se per una volta esci fuori dagli schemi. >>
Quelle parole mi sollevarono, non me l'ho aspettavo. È sempre stato un uomo rigido, ma a quanto pare anche lui ha un cuore.
<< Comunque Will, sappiamo solo che i genitori volevano divorziare, non sappiamo altro. Abbiamo fatto tutto il possibile per capire, ma a quanto pare chi gli ha uccisi è stato bravo a non lasciare nessuna traccia.>>
In quel momento il mio telefono vibro, lo presi e notai un messaggio da Ashlee : - Sono qui. Puoi venire? Non sto bene! Ho bisogno di te.-
Mi alzai di colpo in piedi: << Capo devo andare. Grazie!>>
<< Will, non fartela scappare. Sei  diverso, felice, non ti ho mai visto così.>>
Feci un sorriso ed uscì di corsa.

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