Dubbi.

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Ashlee

Questa notte è stato un inferno.
Mi sono girata talmente tante volte sul letto, che ho rischiato di cadere in più occasioni.
Evan invece dormiva tranquillamente, come se nulla fosse. Certo, non mi aspettavo questo, "ovviamente non sono i suoi genitori ad essere stati uccisi.'' Dissi tra me e me.

Non ho più pianto, ma dentro... dentro mi sentivo a pezzi. Appena chiudevo gli occhi, l'unica immagine che riuscivo a vedere erano i loro corpi, a terra, nella nostra cucina. Quanti momenti belli avevamo passato insieme lì dentro. Tra risate, cibi cucinati da mamma e tutto questo mentre io e mio padre svuotavamo i piatti, prima che venissero  portati a tavola.
I miei ricordi furono interrotti, dalla luce del sole che mi accarezzava il volto.

Mi alzai andando alla finestra, osservai la luce illuminare la stanza, era un nuovo giorno e io dovevo andare avanti per loro.

<< Amore.>>
Sentii Evan, ma non mi girai al suo chiamarmi, questo non lo fermo nel alzarsi. Si posizionò dietro di me, avvolse i miei fianchi con le sue braccia, per poi baciarmi sul collo.

Mi staccai da lui bruscamente, come se il suo contatto mi avesse bruciata.
<< Vado a farmi la doccia!>> Esclamai fredda, prima di dirigermi verso il bagno.
<< Dopo, andiamo a fare colazione fuori.>>
Disse, prima che io aprissi la porta del bagno e entrarci.

L'acqua mi cadeva addosso e io ero lì immobile, cercando di rilassarmi, di smetterla con tutte queste domande che mi stavano divorando sempre di più.

Uscii dalla doccia ancora con mille domande, cosa credevo: "che una doccia mi avrebbe salvata da questo incubo?"
Indossai gli stessi vestiti di ieri, legai i capelli ancora bagnati, in una treccia, non avevo minimamente voglia di asciugarli.
Mi guardai allo specchio, notando  immediatamente le mie occhiaie, passai un dito sotto i miei occhi, per poi andare da Evan e uscire.

Eravamo in macchina, Evan non parlava e io non avevo minimamente intenzione di iniziare un discorso con lui. Un discorso che probabilmente sarebbe finito in una litigata e quella era l'ultima cosa che avrei voluto , in questo momento.

Mi appoggiai al finestrino dell'auto e chiusi gli occhi. Ho sempre amato stare in macchina e fare viaggi lunghi, ad occhi chiusi. Mi aiutava a rilassarmi ,ogni volta.
Anche in questo momento mi stava aiutando.

Il mio momento di tranquillità venne interrotto dalla voce di Evan, che mi riportò alla realtà. Una realtà così nera e spaventosa ai miei occhi.
<< Scendiamo amore?>>
Senza rispondere aprii lo sportello, lui chiuse la macchina e mi raggiunse prendendomi per mano, per poi dirigerci nel bar, davanti a noi.

Dopo aver ordinato un caffè, ci sedemmo ad un tavolo.
Non so cosa pensare e cosa fare della mia vita, ma una cosa è certa, troverò chi ha ucciso i miei genitori.

La voce di una donna irruppe nei miei pensieri : <<Ieri notte è morta Sophia Stevens , madre dell'agente William Stevens. Si pensa sia stato il marito Greg Stevens scomparso da ieri sera.>>
Fanno vedere la foto di quel uomo e pensai : "come può un uomo con cui hai vissuto ucciderti ?''

Mi girai verso Evan, che mi stava parlando,
qualcosa di incomprensibile per le mie orecchie.
<<Dopo il funerale, potresti mettere la casa in vendita.>>
Fu l'unica cosa che riuscii a capire, alzai la testa e incazzata li risposi:
<<Tu veramente pensi che io metterò quella casa in vendita? Dopo che questa notte, hai dormito come se nulla fosse, mi vieni a dire anche questo?>>
Osservai la sua faccia, sembrava che quello che io gli avessi detto, non gli abbia fatto nessun effetto, come se le mie parole fossero state dette ad un muro.

Tutto ciò mi fece male, le sue parole, la sua indifferenza nei miei confronti.
Non credevo che fosse così, mi aspettavo un minimo di empatia in questa situazione, invece lui era lì, senza nessuna emozione.
<<Ma amore non è cosi. Dopo andremmo a casa nostra e pensavo...>> Lo interruppi bruscamente:<<Hai pensato male.>>
Conclusi la frase, per poi uscire da quel bar lasciandolo lì.
Non fece nessun sforzo per fermarmi, quella fu l'ennesima freccia lanciata dritto al mio cuore.

Camminavo per le strade di questa città, rivedendo la mia infanzia in ogni angolo.
"Se solo io fossi stata con loro...''
Devo smetterla di rimpiangermi.
Non posso fare niente, per portarli  indietro.
Devo vendicare i miei genitori.

I miei pensieri infine andarono ad Evan, non mi a neppure chiamata, ne cercata, non so come possa fare così, dopo cinque anni di relazione.
Come possa essere così distante da me , in un momento come questo.
Essere così estraneo.

Scacciai via i miei pensieri, per poi dirigermi verso casa.

911 Help I'm falling in love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora