AshleeWilliam mi ha portata a prendere la macchina.
Il tragitto è stato silenzioso, per fortuna, l'unica cosa che ci siamo detti sono i nostri nomi, non avrei voluto parlare di altro.Quel nome l'ho già sentito, e i suoi occhi guardati da vicino e da sobria, mi sembrava di averli già visti, ma non mi ricordavo dove.
Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta, andai immediatamente in cucina, cercando qualcosa per il mal di testa. Una volta preso salii le scale, entrai in quella che era la camera dei miei genitori e...
<<Dove sei stata?>> Evan mi urlò contro con rabbia.
Aveva due occhi gonfi, probabilmente dovuti al pianto, o alla rabbia non saprei decifrare il suo stato d'animo in questo momento.
" Ora che faccio?''
" Digli una bugia." Disse la mia coscienza.
Alzai gli occhi al cielo per poi ribadire : " Non posso, l'ho tradito."
" Devi, poi non ti ricordi nulla , quindi è come se non fosse successo niente."
" Non posso mantenergli nascosta questa cosa."
<< Rispondi cazzo!>> Urlò nuovamente Evan, riportandomi con i piedi per terra.Lo vidi avanzare e io indietreggiai, avevo paura di quello che sarebbe successo, quando si trovò ad un centimetro dal mio viso, prese le mie spalle, stringendole con le sue mani.
<< Evan mi fai male.>> Dissi con tono strozzato.
<< Non mi interessa, rispondimi cazzo!>>
Ribadì lui stringendomi ancora più forte.
<<Io ...Evan ..io, sono, stata..>>
Mi guardò e mi interrompe senza farmi finire: <<No, dimmi che mi sto sbagliando! Dimmi che non è vero.>>
La sua voce si abbassò fino a non sentirsi quasi più, mi lasciò e si avvicinò al letto, per poi cadere pian piano accanto ad esso.
"Lo so, non ho scuse però, io avevo bisogno di lui, e lui non c'era."<<Senti, io ieri avevo bisogno di te , e tu..>>
Senza farmi finire, si rialzò di colpo, venendomi nuovamente contro, mentre io mi ritrovai a indietreggiare lentamente, sempre di più, fino a trovarmi con la schiena al muro. Stavo tremando, non avevo mai visto Evan così.
<<Io stavo arrivando qui, da te!>> Urlò ancora.
<<Io non lo sapevo, se tu me l'avessi detto, io non sarei andata in quel locale a bere, per poi finire a letto con uno sconosciuto.>>
Lui mi guardò schifato dalle mie ultime parole, per poi girarsi andando verso la scrivania , poggiò le mani su di essa e buttò a terra tutto quello che c'era al di sopra.Al suono dei vetri rotti, iniziai a piangere, per poi scivolare lentamente al suolo, con le mani tra i capelli.
<< Io..Io non volevo.>>
Dissi tra un singhiozzo e l'altro.
<< Ah no, non volevi?>>
Disse lui dirigendosi verso di me, per poi abbassarsi alla mia altezza.
I suoi occhi da marroni erano diventati neri, "avevo paura, avevo veramente paura."
<< No Evan.>>
Risposi cercando di trattenere le lacrime.
<< Allora,perché cavolo l'hai fatto Ashlee!>>
Urlò , facendomi sobbalzare.
<< Io.. io avevo bisogno di te.>> Ribadì per l'ennesima volta.
<< Avevi bisogno di me? E allora perché non sei venuta con me a casa nostra?>> Chiese lui in modo arrogante, per poi alzarsi nuovamente e andare il più lontano possibile da me.
In quel momento, mi alzai andando io verso di lui: << Dovevo venire con te ? Seriamente? Devo scoprire chi li ha uccisi. Ma tu non capisci giusto? Non mi hai mai chiesto come stavo, se avessi bisogno di qualcosa. Hai pensato solo a te stesso, al tuo lavoro, a far finta che eravamo una coppia perfetta, quando di perfetto in questa relazione non c'è mai stato niente.>>
Ero in lacrime, avevo alzato la voce così tanto che sentivo la gola bruciare.
<< È così quindi? Non c'era nulla di perfetto nella nostra relazione? Allora sai che ti dico è finita Ashlee!.>>
Urlò per l'ultima volta, per poi andarsene verso la porta e uscire lasciandomi lì immobile.
Quando sentii la porta dell'entrata chiudersi, mi girai verso i vetri rotti, causati dal cadere dei quadri, i quali erano sopra la scrivania.Iniziai a raccogliere i pezzi grossi per poi buttarli nel cestino e continuai con gli altri. Senza preoccuparmi, del essermi fatta male.
Una volta finito , è come se la realtà mi fosse stata sbattuta in faccia, le mie mani erano coperte di sangue, iniziai a tremare e con la poca forza che avevo mi alzai.
" Come gli ho potuto fare questo?''
Dissi tra me e me, andando in bagno per lavarmi le mani insanguinate, presi le fasce dal mobile dello specchio e mi avvolsi la mano con più tagli.
Tornai a letto, cadetti a peso morto su di esso e tra lacrime, tristezza e pensieri mi addormentai.Il mio sonno venne interrotto dallo squillare del telefono. I miei pensieri andarono a Evan, perciò mi precipitai su di esso credendo fosse lui, ma mi dovetti ricredere poiché era un numero sconosciuto: <<Pronto?>>
<<Ashlee Clarke, Sono il capo della polizia, potrebbe raggiungerci il prima possibile in commissariato?>>
<<Si certo.>>Dissi con timore, per poi chiudere la telefonata.
Presi le chiavi della machina ed uscì di corsa con il cuore in gola.Spazio autrice: ❤️
Cosa pensate che gli dirà il capo della polizia ad Ashlee?
E di Evan cosa pensate?
STAI LEGGENDO
911 Help I'm falling in love.
RomanceAshlee Clarke (ventiquattro anni), ha tutto quello che sognava sin da bambina: un fidanzato, una famiglia che la ama. Ma non ha messo in conto che tutto può cambiare, un giorno sei felice, hai tutto, l'altro non hai più niente. William Stevens ( v...