Capitolo 19 ⛵ La festa ⚓

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Can

Per la serata indossai dei bermuda e una camicia che lasciai come al solito leggermente aperta sul petto dove ricadevano due collane, legai i capelli completamente e attesi che anche Sanem fosse pronta. Avevano invitato tutti gli ospiti del resort ad indossare un abbigliamento informale, ci sarebbero state danze caraibiche, cabaret e tanta musica.
Sanem uscì dal bagno e restai senza parole per quanto fosse bella. Indossava un vestitino sfavillante con un top agganciato nei lati all'ampia gonna che le copriva il ventre ma scendeva a poco più di mezza coscia. I capelli erano raccolti in una coda alta e, nonostante avesse solo un velo di trucco, tutto l'insieme la rendeva sexy.

«Wow» esclamai restando a guardarla a bocca aperta.

«Che ne pensi?» Girò su se stessa facendo sollevare leggermente il vestito e mostrando più di quanto immaginassi.

«Penso che la festa possa aspettare» dissi mentre a passo lento mi avvicinai a lei continuando a squadrarla dalla testa ai piedi.

«Siamo già in ritardo, Can» rispose mentre si voltava per prendere le scarpe.

L'afferrai per un braccio, con un movimento deciso la feci voltare di nuovo e la spinsi contro il muro. Le strinsi una mano nella mia portandola in alto contro la parete, mentre con l'altra le afferrai prima la testa e poi iniziai a farla scorrere lentamente lungo il suo fianco. I respiri si fecero sempre più intensi, i nostri sguardi cercavano un contatto, come le nostre labbra socchiuse tentavano di prendersi rimanendo però ad un soffio di fiato le une dalle altre.

«E se rimanessi con addosso solo il tuo profumo?» le sussurrai mentre con la mano libera cercavo ganci, cerniere o qualsiasi altro tipo di chiusura sul suo vestito.

«Non c'è tempo, Can!» rispose col fiato smorzato mentre stringeva sempre di più la mia mano nella sua ancora attaccate alla parete, come se da lì, immobili, si godessero quello spettacolo sensuale e seducente.

«Hai ragione,» sussurrai, «non c'è tempo!» E sollevandole leggermente la gonna premetti il mio corpo contro il suo.

«Non intendevo quest...» La zittii premendo le mie labbra sulle sue.

Facemmo l'amore litigando con i lembi del suo vestito mentre le nostre mani continuavano a tenersi strette l'una nell'altra allo stesso modo in cui erano avvinghiati i nostri corpi.

Raggiungemmo l'ampio spazio circostante la piscina grande, dal palco montato per l'occasione un gruppo suonava musiche a ritmo di samba. Gli ospiti erano tantissimi, segno che il resort doveva essere al completo. Alcuni ballavano, altri chiacchieravano a bordo piscina sorseggiando qualche drink, altri ancora erano in un angolo un po' più distante dove era stato montato un enorme barbecue. Ci dirigemmo per prima lì dove ci furono serviti dei panini con la carne che consumammo poggiati ad uno dei tanti tavolini.

«Buonasera!» Una voce familiare si avvicinò.

Non riuscivo a crederci.
«Levant! Che ci fai tu qui?»

Posai il panino che stavo mangiando e lanciai uno sguardo a Sanem per poi tornare ad osservare chi mai mi sarei aspettato di rivedere così presto.

«Credo la stessa cosa vostra» rispose, ma questa volta senza falsi sorrisi. «Alloggio al resort.»

«Fantastico!» mormorai tra me e me, voltandomi per un momento di spalle.

«Can, posso farti una domanda?» La voce di Levant era seria.

Sanem mi toccò un braccio, preoccupata che avrei potuto perdere le staffe. Le feci cenno con lo sguardo di stare tranquilla.

«Vado a prendere qualcosa da bere. Torno subito.» Posò il suo panino e la vidi allontanarsi verso il bar.

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora