Capitolo 5 ⛵ Le cascate ⚓

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Sanem

L'isola di Samos nascondeva dei luoghi bellissimi, magici; la natura si era divertita a creare delle meraviglie, come le Cascate di Potami.
Ci incamminammo attraverso un sentiero fatto di piccoli pontili in legno. Can mi teneva per mano, a tratti la via diventava scivolosa, ma la sua presa salda mi faceva procedere sicura. D'improvviso si aprì davanti ai nostri occhi uno scenario spettacolare. Circondate da bassi promontori alberati delle cascate naturali si gettavano nel lago sottostante, creando un riverbero dai colori dell'arcobaleno, nel quale era anche possibile fare il bagno.
Non eravamo gli unici ad essere arrivati fin lì, ma per fortuna non era un luogo affollato. Adulti e bambini si divertivano sotto una delle cascate, altri seguivano un percorso ricavato nell'acqua tra grossi massi.
Riuscimmo a trovare uno scoglio libero dove poter poggiare gli indumenti, avevamo messo i costumi, ormai fare il bagno, ovunque ci trovassimo, era all'ordine del giorno. L'acqua era gelata, i raggi del sole faticavano ad arrivare fin lì a causa della folta vegetazione che faceva ombra a tutta l'insenatura.

Mi tenevo stretta a Can per quanto fosse fredda l'acqua, appiccicata al suo corpo che restava caldo anche a basse temperature, come quella volta che Ayhan, CeyCey e Deren ci avevano chiuso in una cella frigorifera sperando che ci riappacificassimo, il gelo ci avrebbe dovuto riavvicinare ed effettivamente qualcosa era successo. Per il freddo insopportabile, Can mi aveva ceduto il suo giaccone e la sua sciarpa restando lui con solo un cardigan e una maglia. Ma nonostante io indossassi due cappotti, il mio e il suo, il mio corpo continuava a tremare, le mie labbra a colorarsi di viola, il mio naso ad arrossarsi. Can aveva pensato che abbracciarmi mi avrebbe riscaldata un altro po' e così era stato, tra le sue braccia ero riuscita a trovare il calore che mi mancava, non solo quello dovuto al gelo della cella ma soprattutto il calore del suo amore. Mi ero lasciata andare al suo abbraccio, i nostri volti si sfioravano, gli occhi cercavano quelli dell'altro, distogliendo di tanto in tanto lo sguardo per un finto turbamento per poi tornare a guardarci come due calamite che non riescono a fare a meno di cercarsi. Sarei potuta morire tra le sue braccia, col suo respiro sul mio viso, col suo corpo a proteggermi dal freddo. Ma non era durato molto, l'orgoglio e la rabbia erano stati meno indulgenti di quella temperatura polare e una volta liberati avevamo continuato a discutere prendendo ognuno la propria strada.

In quel lago gelato, il suo corpo caldo faceva da contrasto. Ovviamente, non potevamo stare avvinghiati come spesso ci succedeva al mare, c'era troppa gente intorno. Facemmo anche noi il percorso intorno alle cascate e insieme ci lasciammo scaricare sulle spalle quel forte getto d'acqua la cui potenza faceva vibrare i nostri corpi.
Fu un'esperienza meravigliosa, così come tutto ciò che stavamo vivendo.

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Dal diario di Sanem

Non avrei mai immaginato di poter essere davvero così felice. Prima di incontrare Can, sognavo di trasferirmi alle Galapagos e di scrivere un romanzo ma sapevo che la realtà era ben diversa. Chissà, avrei incontrato un ragazzo, lo avrei sposato, avrei avuto dei figli e la mia vita non sarebbe stata tanto diversa da quella di molte donne. Eppure, non mi sarei accontentata di sposare chiunque: chiusa nella mia stanza, sognavo il mio principe.
Ed eccolo: bello, forte, dolce, romantico. Colui che ha stravolto la mia vita, l'amore più grande che mi potesse capitare.
Quando incontri la persona giusta, colui che combacia perfettamente con la tua anima, allora la tua vita prende una direzione che non avresti mai immaginato e, nonostante le difficoltà, le incomprensioni, i litigi, le separazioni, il cuore non troverà pace se non accanto a quella persona.
E con Can è stato così: quello che abbiamo vissuto, ciò che viviamo ora, ciò che vivremo, è la storia d'amore più bella che potessi mai desiderare. Nessun uomo potrà mai prendere il suo posto, lui è dentro di me, è parte di me, è la mia stessa vita!

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora