Can
Con la mia macchina fotografica immortalai ogni istante di quel sogno veneziano. Ogni angolo fu una scoperta, una visione suggestiva. Sanem era euforica come non l'avevo mai vista. Era il mio soggetto preferito, ovviamente, non smettevo di catturare ogni sfaccettatura delle sue emozioni. Non era mai stanca di camminare. Passeggiare con lei, stringere la sua mano nella mia era talmente romantico che mai con nessuna donna era capitato. Non ero mai stato un uomo attento alle effusioni, soprattutto in pubblico, e la verità è che non avevo mai amato davvero. Con Sanem invece era stato sempre diverso, sin dall'inizio cercavo qualsiasi contatto con lei, mille pretesti per averla vicino e respirare semplicemente la stessa aria che respirava lei, la sua presenza era sempre stata una calamita, sia a lavoro che all'esterno. Cercavo i suoi occhi e le sue mani, mi bastava sfiorarle con una scusa qualsiasi. Avrei gridato il mio amore per lei al mondo intero sin dal primo giorno dopo il nostro secondo bacio a teatro, l'avrei mostrata a tutti come un trofeo irraggiungibile orgoglioso di avere accanto a me la donna migliore di questo mondo.
Girammo per Venezia in lungo e in largo, visitammo anche alcune delle isole della laguna spostandoci in battello. Fu un'esperienza indimenticabile.
Dopo la magia veneziana, raggiungemmo con la nostra barca alcune località dei litorali vicini: anche lì lo spettacolo che si mostrava ai nostri occhi ogni volta che toccavamo una sponda fu un'emozione unica. Scendemmo ancora lungo la costa adriatica e attraccammo in una piccola insenatura nei pressi del porto della città di Pescara. Decisi che valeva la pena continuare il sogno italiano.
Ormeggiai la barca che sarebbe rimasta ferma per un po' e tra viaggi in treno e in aereo ci spostammo da nord a sud nelle più belle città. L'Italia era un Paese dal valore artistico inestimabile e i suoi scorci, i suoi panorami, la sua cucina erano qualcosa di unico.
Nella regione umbra ci capitò di scoprire delle meravigliose cascate, le Marmore, diverse da quelle di Potami che mi avevano lasciato una scia indelebile, ma altrettanto stupende, forse anche di più. Percorremmo quel parco naturale attraversando sentieri boschivi, passaggi su ponti di legno, grotte scavate nel tempo dall'acqua. Fu una delle esperienze più sensazionali del nostro viaggio.Tornammo a bordo della nostra imbarcazione carichi di souvenir, ma soprattutto entusiasti per quella tappa non programmata.
Prima di rimetterci in mare, controllai che la barca fosse in ottime condizioni dopo quasi un mese di stallo. L'avevo affidata ad un pescatore del posto, l'avrebbe solo dovuta tenere d'occhio e contattarmi in caso di necessità.
Il signor Rodolfo, un anziano dalla barba incolta e un paio di occhialoni che gli coprivano quasi mezzo volto, fu di parola. La barca era impeccabile. Poiché saremmo salpati il mattino seguente, quella sera, lui e sua moglie ci invitarono a cena nella loro modesta casetta costruita a ridosso di un promontorio che affacciava sul piccolo porto.
Ci raccontò che, prima di stabilirsi lì, era stato un marinaio. Aveva girato tutto il mondo a bordo di navi mercantili e da crociera, la sua carriera era nata come scafista fino a diventare ufficiale di bordo. Aveva attraversato i mari di tutto il globo, ma il suo sogno era sempre stato quello di comprare una barca e viaggiare da solo, scoprire e capire cosa significasse davvero vivere il mare. E così, un bel giorno, trovato il coraggio, aveva lasciato la divisa da ufficiale e si era imbarcato da solo per l'avventura della sua vita. Sapeva perfettamente come gestire la sua barca, la sua esperienza gli era comunque tornata utile. Eppure, una tempesta lo aveva sorpreso al largo delle coste ecuadoriane facendolo quasi naufragare. Era stato tratto in salvo da un peschereccio poco distante dalla sua imbarcazione e portato al riparo sulla terraferma. E lì, aveva conosciuto la bella Soledad che era diventata sua moglie. Aveva vissuto in Ecuador per molti anni, mettendo su famiglia. Fino al giorno in cui sua moglie aveva espresso il desiderio di fare un viaggio in barca. Per Rodolfo era stato come tornare giovane. Essendo ormai i loro figli cresciuti, lasciata quella terra ospitale, avevano viaggiato per mesi fino ad arrivare in Italia e in quel piccolo porticciolo, dove ora vivevano, gettare l'àncora.
STAI LEGGENDO
Il viaggio di Can e Sanem
Fiksi PenggemarCan e Sanem si sono ricongiunti e hanno deciso di intraprendere un viaggio intorno al mondo per ritrovare se stessi e l'anno perduto lontani l'uno dall'altra. Ho provato ad immaginare quel viaggio in barca se l'incidente non fosse avvenuto. Vi augur...