Can
Alcune persone si accalcavano curiose intorno ad altre due figure accovacciate a terra. Mi feci largo per passare. Riconobbi in uno dei due Levant, mentre l'altro doveva essere un medico che misurava la pressione a Sanem.
«Cosa è successo?» chiesi quasi senza fiato guardando Levant.
Ma senza aspettare una risposta, mi chinai anch'io e presi il viso della mia Sanem tra le mani. La chiamai disperatamente e le diedi dei colpetti sulle guance per farla rinvenire. Per fortuna aprì gli occhi.
«Sanem, Sanem. Come ti senti?» Non smettevo di accarezzarle il viso.
«La pressione è un po' bassa» disse il medico.
Qualcuno le porse un bicchiere di acqua e zucchero, l'aiutai a bere sollevandole la testa.
«Sto bene!» disse Sanem con un filo di voce.
«Cosa ti è successo?» le chiesi.
Il suo sguardo era freddo, severo, aveva gli occhi gonfi e il trucco sciolto. Forse ce l'aveva con me per averla lasciata troppo tempo sola senza avvisarla. Lanciò un'occhiata fugace alle mie spalle, forse a Levant, e tornò a guardarmi con occhi torvi.
«Voglio andare in camera» disse provando ad alzarsi.
Notai che tremava. La presi in braccio e cercò di fare resistenza.
«Ce la faccio da sola» protestò ma non le diedi retta e, dopo aver ringrazio il medico, la portai nella nostra camera.
🌟
Sanem
Mi sedetti ai bordi del letto mentre Can si accovacciò davanti a me. Lo guardavo, osservavo i suoi occhi spaventati ma non osavo muovermi. Scrutavo il suo sguardo in cerca della verità. "Non potevi essere tu!" pensai mentre le lacrime iniziarono di nuovo a bagnare i miei occhi.
«Cosa è successo, Sanem? Ti prego, parla. Se ce l'hai con me, mi dispiace, hai ragione, mi sono allontanato senza avvisarti ma mi ha chiamato Emre e...» Non aspettai che finisse di parlare, mi partì uno schiaffo che lo colpì così forte sulla guancia da lasciarlo esterrefatto. Anch'io mi stupii della mia reazione, non avevo mai picchiato nessuno ma ero sconvolta.
Mi alzai dal letto, lasciando Can sbigottito, e mi chiusi in bagno. Quella reazione mi aveva dato forza in un certo senso, come se avessi scaricato tutta la tensione accumulata in quell'orribile mezz'ora. Mi struccai e mi buttai sotto la doccia, lasciando che altre lacrime si mescolassero all'acqua che scorreva sul mio corpo intorpidito. "Ha detto, Emre... era a telefono con Emre" pensavo. E se davvero chi avevo visto era solamente qualcuno che gli somigliava? Can non mi avrebbe mai tradita, piuttosto mi avrebbe prima lasciata, come fece con Polen, ma non si sarebbe preso gioco di me. Non dopo tutto quello che avevamo vissuto.
Tornai in camera. Lui era di spalle vicino alla porta-finestra dalla quale filtravano i raggi argentati della luna che sovrastava in lontananza l'immensità del mare. Si voltò, vedendo attraverso il vetro il mio riflesso. Ci guardammo, in silenzio, nei suoi occhi leggevo la tristezza e la confusione, nei miei aleggiavano mille domande. Ma non sapevo da dove cominciare.
«Ti ho visto...» asserii, anche se non ero più sicura che davvero fosse lui, «sul retro del bar... con quella ragazza.»
I miei occhi cercavano di ricacciare indietro le lacrime, ma fu inutile.
«Dimmi che non eri tu!» dissi tra i singhiozzi.
Can si avvicinò a me rapidamente e tentò di asciugarmi le lacrime.
«Che stai dicendo, Sanem? Sono andato al bar ma poi mi ha chiamato Emre e siamo stati al telefono quasi mezz'ora.» Le sue parole sembravano sincere.
«Anche Levant ti ha visto al bar con quella donna» aggiunsi quasi urlando.
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Il viaggio di Can e Sanem
FanfictionCan e Sanem si sono ricongiunti e hanno deciso di intraprendere un viaggio intorno al mondo per ritrovare se stessi e l'anno perduto lontani l'uno dall'altra. Ho provato ad immaginare quel viaggio in barca se l'incidente non fosse avvenuto. Vi augur...