Capitolo 22 ⛵ Sotto le stelle ⚓

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Sanem

Tornammo a Belém dove rimanemmo un'altra giornata prima di rimetterci in viaggio sulla nostra barca. Approfittai per chiamare CeyCey, erano giorni che non lo sentivo. Solo qualche messaggio ci eravamo scambiati ma senza parlarci seriamente.
Mi raccontò che la presentazione della campagna di Mackinnon era stata un successo, lui e Deren avevano ricevuto complimenti a profusione e, per premiare la loro dedizione e costanza al lavoro, lo stesso Mackinnon aveva loro regalato una vacanza ovunque volessero. CeyCey avrebbe approfittato per raggiungere Ayhan e cercare di capire finalmente che svolta dare alla propria vita.

«C'è un'altra cosa che devo dirti, Sanem, e se non la dico a qualcuno esplodo. E' un segreto che non riesco più a mantenere. Qui in ufficio non posso parlarne ma ho visto una cosa. Devo dirtela, sì, devo dirtela altrimenti esplodo, boom boom, sono come una bomba ad orologeria, ho bisogno di dirtelo.»

«Parla, CeyCey, e stai calmo.»

Immaginai la sua reazione alla scoperta di qualcosa che non poteva trattenere per sé, come quando gli avevo confidato che io e Can ci eravamo baciati a teatro nella loggia e che era lui l'Albatros che cercavo, o quando ci aveva scoperti a colazione insieme e aveva capito che tra noi c'era di nuovo qualcosa dopo quell'anno di lontananza, entrambe le volte si era gettato nella piscina per "urlare" sott'acqua quei segreti che non riusciva a tenere per sé.

«Si tratta della signora Deren... l'ho vista...» Era agitatissimo.

«Cosa, CeyCey, cos'hai visto?» lo sollecitai a continuare.

«Lei col signor Mackinnon... all'uscita dall'azienda. E' salita nella sua auto e sono andati via insieme.»

«Non ci vedo niente di strano, forse dovevano discutere di lavoro.»

«No, no, Sanem, ti dico che è qualcosa di più, perché li ho visti anche nell'ufficio parlare, ciu ciu ciu, se la intendevano alla grande. Mi capisci?»

«Beh, se c'è qualcosa tra loro sono entrambi liberi di frequentarsi.»

«La signora Deren con qualcuno?» disse il mio amico con tono sorpreso.

«E che fa?»

«Niente. Non fa niente, ovvio. Non c'è niente di male. E' solamente strano che lei stia con qualcuno.» Sembrò essere già più calmo.

Per anni i dipendenti della Fikri Harika avevano conosciuto una Deren stacanovista, dedita più al lavoro che alla sua vita privata, una donna all'apparenza priva di affetto e coriacea, sempre sola e innamorata di un unico uomo irraggiungibile, il suo capo Can Divit che di lei non si era mai accorto o aveva finto di non accorgersi di come la direttrice creativa lo bramava. Mi aveva odiata, lo so, quando era venuta a sapere della relazione tra me e Can, già non andavamo d'accordo ma quella rivelazione l'aveva sconvolta. In seguito, poi, le avevo teso una mano quando era stata cacciata dall'azienda per aver boicottato inconsapevolmente un mio progetto, permettendole di riavere il suo posto in agenzia. Così eravamo diventate amiche ed anche la sua scorza dura aveva lasciato posto a quella sensibilità nascosta per troppo tempo.
Mi ripromisi di chiamare anche lei quanto prima.

Lasciammo le coste brasiliane e prendemmo il largo. Un dolce vento mi accarezzava la pelle, l'azzurro del cielo prometteva un'altra giornata serena, nuvole bianche si trasformavano in mille forme muovendosi velocemente. M'incantai a guardarle come una bambina e ne tracciavo i contorni con le dita. Voltai lo sguardo verso Can, che era al timone, e mi sentii una stupida davanti a quell'uomo che aveva fatto di me una donna... la sua donna.

🌟

Can

Le sorrisi. La stavo osservando da un po'. Mi piaceva perdermi a guardarla, mi aveva da sempre incantato, sin dal primo giorno in cui ci conoscemmo in agenzia...

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora