Capitolo 35 ⛵ Un dolce weekend ⚓

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Can

«Dobbiamo alzarci, Can!» mi incitò Sanem per la terza volta.

Le mie braccia erano intorno al suo corpo e non volevo staccarmi. Finalmente era arrivato il fine settimana e potevamo rilassarci, ma a quanto pareva quella mattina era impossibile.

«Ancora un po'!» la implorai, continuando a tenere gli occhi chiusi.

«Ma dobbiamo andare, c'è una sorpresa per te» mi ricordò, cercando di scuotermi.

«Dove?» chiesi.

«E' una sorpresa.»

«Se non me lo dici non ti lascio.» E serrai ancora di più le mie braccia intorno alla sua vita.

«Dai, Can, ti prego!» prese a supplicarmi come una bambina.

Aprii gli occhi ed incrociai i suoi.
«Prima, però, dammi un bacio.»

Avvicinò il suo viso al mio e rapii le sue labbra fra le mie. Portai immediatamente il suo corpo sopra di me ma iniziò a divincolarsi.

«Non ora, Can, faremo tardi!» protestò, mentre tentavo di baciarle il viso e il collo.

Il suo telefono prese a squillare, tanto per cambiare, e riuscì a staccarsi dalla mia presa, rispondendo alla chiamata. Riattaccò dopo nemmeno un minuto.

«Dobbiamo prepararci, fra un'ora Gustav passerà a prenderci» disse correndo verso il bagno.

«Che c'entra Gustav?» urlai, perplesso, mentre mi alzavo dal letto.

«Lo scoprirai» urlò a sua volta Sanem dal bagno.

Non chiesi altro e andai a prepararmi anch'io.

Un'ora dopo, Gustav era fuori che ci aspettava.

«Can, aiutami!» disse Sanem prendendo due borsoni da sotto al letto.

La guardai incuriosito.

«Si parte!» ammise sorridendo, passandomi le due borse leggermente pesanti.

Senza chiedere nulla, visto che nulla mi avrebbe detto, presi le borse ed uscimmo di casa. Ovviamente, durante il viaggio, non tentai di chiedere nemmeno a Gustav dove ci stesse portando, conoscendo Sanem lo aveva "minacciato" di non parlare. Per cui, seduto sul sedile posteriore, mentre loro due non smettevano di parlare, provai a rilassarmi guardando la strada sfilare veloce.

«Siamo già arrivati?» chiesi stupito, dopo mezz'ora che eravamo partiti.

«Benvenuti a Brighton Beach!» disse Gustav.

Avevo sentito parlare di quella località, c'era il mare, ma mi chiedevo cosa ci facessimo lì visto che il clima era ancora perlopiù invernale.

Scendemmo dall'auto e Gustav ci portò nei pressi di una spiaggia dove erano edificate a schiera cinque villette. Ci avvicinammo alla prima costruzione, la cui tinta di azzurro molto chiaro ricordava una nuvola. Alle finestre erano esposte delle piante dal colore magenta, probabilmente resistenti al freddo. Quattro gradini conducevano alla porta d'ingresso, alla cui sinistra un piccolo patio, con una panchina in legno, rendeva accogliente l'esterno di quell'abitazione che capii essere di proprietà di Gustav, il quale, dopo averci mostrato anche l'interno, ci lasciò le chiavi avvisandoci che sarebbe venuto a riprenderci il pomeriggio successivo. Fu quando andò via che vidi sul viso di Sanem un'aria soddisfatta.

«Ecco la sorpresa!» disse spalancando, entusiasta, le braccia.

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Sanem

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora