Capitolo 26 ⛵ La sorpresa ⚓

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Sanem

Tornai in camera poco dopo. A piedi scalzi mi poggiai alla parete in attesa che Can si voltasse.

«Sanem, hai finito in ba...» Rimase a bocca aperta e senza parole.

Indossavo un babydoll nero di raso, avevo sciolto i capelli e avevo messo più profumo del solito.

«Cosa c'è, amore?» chiesi con malizia.

«Niente. Sei... sei...» Le parole gli si smorzarono in gola.

«Cosa sono? Continua» lo esortai.

«Sei stupenda!» rispose avvicinandosi lentamente senza togliermi gli occhi di dosso. Gli permisi di avvicinarsi fino a sfiorarmi.

«Mi stai provocando?» mi sussurrò all'orecchio.

«E se fosse?» risposi determinata ma con voce suadente.

«Tanto non ti dico nulla» continuò a sussurrare.

«Bene. Vuol dire che perdo io ma perdi anche tu» dissi e mi allontanai dalla parete lasciandolo faccia al muro.

«Stai giocando col fuoco, Sanem, lo sai?» disse voltandosi e lanciandomi un'occhiata divertita.

«Saresti tu il fuoco?» chiesi provocandolo ancora.

«E tu la paglia» fu la sua risposta.

«Ma questa volta eviterò le fiamme» dissi cercando di essere convincente.

«Sentiamo, come farai?» Questa volta fu lui a provocarmi e si avvicinò pericolosamente a me.

Misi le braccia in avanti ma mi afferrò per i polsi e attaccò il suo corpo al mio.

«Credo che quella che stia per perdere sei tu» sussurrò ancora una volta al mio orecchio e sfiorando il mio collo con le labbra.

«Così non vale!» reclamai quasi in un sospiro.

«Non ti conviene giocare così con me, Sanem. Ti bruci.»

Le sue mani percorrevano i miei fianchi facendo su e giù su quel tessuto che iniziò a provocarmi brividi per tutto il corpo. Non riuscivo più a parlare, ormai ero andata, non riuscivo a resistere alle carezze di Can. Cominciò a sfilarmi una bretellina e poi l'altra.

«Cosa stai facendo?» La mia domanda retorica morì nell'istante in cui il babydoll finì ai miei piedi.

«Ti voglio con addosso solo il tuo meraviglioso profumo» rispose prima di schiudere la sua bocca sulla mia e baciarmi con passione.

Mi spinse sul letto, gli sbottonai la camicia con foga e gliela sfilai. Mi voltò sopra di lui e presi a scendere con le mie labbra sul suo petto. Avvertivo il suo respiro farsi sempre più intenso. Con un rapido movimento fu di nuovo lui sopra di me, le sue mani accarezzavano ogni centimetro della mia pelle facendomi letteralmente prendere fuoco.

«Ora prova a spegnere le fiamme, se ci riesci» disse a voce bassa premendo le sue labbra sulle mie.

«Impossibile!» fu tutto ciò che riuscii a dire e sul suo viso comparve un sorriso soddisfatto.

«Se vuoi... ti regalo la vittoria» sussurrò fermandosi improvvisamente e riprendendo fiato.

Lo guardai negli occhi. «Voglio perdere. Ormai la paglia ha preso fuoco» dissi sorridendo.

Eravamo un turbine di passione, mai una volta mi ero pentita di essermi concessa a lui. Ogni volta che era dentro di me, che fosse dolce o irruento, sentivo il suo amore invadermi l'anima. Fare l'amore con Can era un incendio inestinguibile nel quale non smettevo di voler bruciare.

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora