Capitolo 39 ⛵ Yiğit ⚓

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Can

Fui uno stupido ad alzare la voce con Sanem. Non ero più il vecchio Can che s'infuriava non appena qualcosa andava storto. Eppure, non seppi tenere a bada la mia ira. Avevo paura che Sanem potesse lasciarsi abbindolare dallo sguardo mesto di quell'uomo e non sapevo come proteggerla. Mi sentivo impotente.
Quante volte avevo avuto la sensazione che lei mi sfuggisse! In passato scappava da me ogni volta che provavo ad avvicinarmi per farle capire che per lei provavo qualcosa. E mi sfuggiva ogni volta che la sua testardaggine la portava a fare cose di cui non ero d'accordo, facendomi impazzire, come quando, in seguito all'ennesima discussione, decise di lasciare il lavoro in agenzia e trasferirsi negli uffici della casa editrice gestita da Yiğit. Fu forse per ripicca nei miei confronti, che volevo partire per i Balcani, ma non potei fermarla, nonostante facessi di tutto per farla desistere e farla tornare alla Fikri Harika. Ero geloso da impazzire ma avevo, in un certo senso, le mani legate. Le cose, però, non cambiarono quando ci riappacificammo. Testarda com'era, continuò a lavorare con il "nemico".
Avevo sempre la necessità di tenere il controllo su tutto e tutti. Non mi fidavo di nessuno. Di lei invece sì e questo mi faceva paura. Avevo cercato di tenere il controllo anche su Sanem ma non ci ero mai riuscito. E non perché volessi controllarla o perché non mi fidassi, al contrario, lei mi dimostrava continuamente il suo amore, anche quando l'avevo lasciata aveva fatto di tutto per riconquistarmi, nonostante col mio orgoglio le mettessi i bastoni tra le ruote. Lei non si era mai arresa.

Entrai nella nostra camera e chiusi la porta alle mie spalle. Pensai alle parole di Emre. Avevo esagerato. Solo ora me ne rendevo conto.
Mi avvicinai al letto dove Sanem era seduta con le mani in grembo e lo sguardo basso.

«Perdonami!» mormorai, sedendomi accanto a lei.

Non si mosse. Avevo paura, paura di averla ferita troppo.
Allungai lentamente una mano sulle sue, temendo che mi respingesse. Invece, lasciò che quel contatto avvenisse ma continuò a rimanere impassibile.

«Mi dispiace averti urlato contro. Non volevo ferirti. Ho avuto paura... Ho paura. Vorrei proteggerti dalla cattiveria di questo mondo ma mi rendo conto che finisco per farlo nella maniera sbagliata. Durante i mesi lontano da te, ho cercato di lavorare molto su me stesso per non essere più quell'uomo irruento che subito condannava un errore e risolveva le cose scappando, o usando la violenza, o alzando la voce come tante volte ho fatto con te non volendo nemmeno ascoltarti.»

Mi fermai qualche istante per cercare di percepire un minimo segno da parte sua. Avvertii le sue mani tremare leggermente sotto la mia. Mi azzardai a fare una leggera pressione su di esse e accostai anche l'altra mano. Un movimento mi fece temere che mi stesse per respingere, invece rivolse i palmi contro i miei richiudendo le dita intorno alle mie mani. Tirai un impercettibile sospiro di sollievo.

«Ricordi quella sera sull'amaca quando ti dissi di aver paura di te perché eri sfuggente?»

Vidi affiorare un lieve sorriso sulle sue labbra al ricordo di quella sera.

«Ti sfuggivo perché ero innamorata di te, ma ti avevo mentito e non ti meritavo.»

«Tu mi sfuggi sempre, Sanem.»

Abbozzai un sorriso anch'io per farle capire che non era un rimprovero.

«La tua ingenuità, la tua testardaggine, la tua impulsività a volte mi fanno paura. E non perché voglio tenerti sotto controllo, ma perché temo che tu possa farti male ed io ho paura di non riuscire a proteggerti. Per questo, quando ho capito che saresti pronta a perdonare chi ci ha causato tanto dolore, sono esploso, non sono riuscito a controllarmi.»

«Can...»

«Lasciami finire, per favore!» Con una mano le presi il mento e la feci voltare verso me. «Guardami, Sanem! Io mi fido di te e ti proteggerò a costo della mia vita. Non permetterò a nessuno di farti del male e di distruggerci ancora. Tu promettimi solo di stare attenta» conclusi, lasciando che seguisse il suo cuore, il suo istinto.

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora