Capitolo 18 ⛵ Brasile ⚓

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Sanem

Dopo lunghe settimane di navigazione, finalmente attraccammo in un piccolo porto di Belém, sulla costa nord-orientale del Brasile. Una pioggerella fitta fitta ci sorprese già a poche miglia dal punto di approdo, ma senza renderci l'ultimo tratto impervio. Durante la traversata solo un paio di volte eravamo stati sorpresi da una pioggia torrenziale, per fortuna però non ci fu alcuna tempesta da rendere il viaggio un incubo. Certo, le onde che sollevavano la barca e s'infrangevano rumorosamente contro lo scafo non furono una passeggiata. Al contrario, temevo il peggio nonostante Can provasse a tranquillizzarmi, rassicurandomi che ci era già passato e sapeva come gestire la situazione, per cui la barca avrebbe solamente oscillato di più ma non si sarebbe capovolta né saremmo andati incontro ad una tempesta. Me ne restavo accoccolata in cabina mentre lui governava la barca. Preferiva sapermi al riparo che accanto a lui sotto le intemperie. Ed anche se ero restia, perché avevo paura che gli accadesse qualcosa di brutto, me ne restavo immobile seduta a terra ai piedi del letto con le braccia attorno alle gambe tirate in grembo.
Quando era poi sicuro di poter lasciare il timone, Can mi raggiungeva e mi scioglievo fra le sue braccia. Mi sentivo al sicuro, protetta, ma soprattutto tiravo un sospiro di sollievo una volta che anche lui era al riparo e stringendomi forte a lui non mi staccavo finché l'ondeggiare della barca non si attenuava.

Trascorremmo due giorni per le vie di Belém, tra i suoi mercatini di pesce e frutta esotica, artigianato e prodotti locali. Il suo stile coloniale ci catapultò in un mondo a noi estraneo, nonostante la vita mondana di sera non fosse così diversa da quella di Istanbul. Gente che si riversava nei locali, nei bar, mentre noi preferivamo passeggiare sul molo, raggiungendo i punti dove gli attracchi non erano consentiti, così da poter respirare l'aria salmastra della notte.

Da Belém potemmo inoltrarci nel più grande polmone verde del mondo: la foresta Amazzonica. Fu un'emozione per Can, che ci era già stato. C'imbarcammo per sei giorni su un battello che, percorrendo il Rio delle Amazzoni, attraversava lentamente la foresta.
Cullati dalle amache a bordo, ci rilassammo godendoci quel panorama unico al mondo.

«Sono già stato qui tanto tempo fa» esordì Can. «Trascorsi settimane a contatto con le popolazioni indigene. Non riuscivamo a comunicare con le parole ma coi gesti riuscivamo ad intenderci. Fui mandato qui per un servizio fotografico, avevo anche un alloggio dove stare ma il richiamo della natura fu più forte. Così m'imbattei in un gruppo di Murui che vivevano sulle rive di un fiume all'interno di capanne fatte di paglia. All'inizio erano molto prevenuti con me, ero uno straniero che invadeva la loro terra. Ma quando feci capire che venivo in pace e gesticolando mostrai loro di essere un fotografo, mi accolsero cedendomi una capanna dove passare le notti. Di giorno mi accompagnavano per i miei servizi fotografici nei meandri della foresta e mi avvisavano quando c'erano pericoli. Fu un'esperienza unica, emozionante, al punto che credevo non esistesse al mondo nulla di più meraviglioso. E invece mi sbagliavo.»

Rimase pensieroso con lo sguardo rivolto al fiume.

«Hai trovato un posto ancora più bello?» chiesi curiosa.

Si voltò a guardarmi. «Sì, il posto più bello in assoluto.» E poggiò una mano sul mio cuore. «E nulla mi emoziona più del tuo sorriso, del tuo sguardo... di te, Sanem!»

Quella dichiarazione mi mise i brividi, potevo sentire l'emozione nella voce di Can e vederla nel suo sguardo profondo perso nel mio. Mi strinsi a lui e lasciammo che l'amaca ci cullasse mentre il battello proseguiva il suo lento viaggio sul fiume.

🌟

Can

L'esperienza amazzonica mi riportò indietro nel tempo e mai avrei immaginato di tornarci con qualcuno. Tutti coloro che conoscevo non avevano spirito di avventura, per cui mi ero abituato a viaggiare da solo. Ma la vita mi aveva fatto un regalo immenso donandomi Sanem. Non solo mi ero innamorato e stabilito ad Istanbul, ma avevo trovato in lei anche una compagna di viaggio. Non avrei potuto desiderare di meglio.

Il viaggio di Can e SanemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora