CAPITOLO 1

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Sono ormai 20 minuti che sono seduta su questa sedia. Vedo ogni scena davanti ai miei occhi sfocata, sapevo che questo momento sarebbe arrivato ma non mi aspettavo così presto.

Ogni parola pronunciata dalle tre persone presenti in questa stanza sembra non arrivare al mio cervello, vedo le loro bocche muoversi e sorridermi ma non comprendo una singola parola.

In questo momento vorrei non essere qui, non sentire tutto questo dolore dentro di me ma non ho via di fuga.

"Starai un mese di prova, va bene?"

L'uomo seduto dall'altra parte della scrivania attira la mia attenzione. Porto i miei occhi su di lui e lo guardo senza far trapelare nessuna emozione. L'uomo avrà sulla cinquantina di anni, ha i capelli castani scuro tendenti al nero. I suoi occhi sembrano due pozzi infiniti da quanto sono scuri. Mi sorride, come a rassicurarmi.

"So che è difficile ma queste persone sono qui per aiutarti, vedrai che ti troverai bene con loro"

Mi volto verso la donna e l'uomo di fianco a me come ad accorgermi solo ora della loro presenza.

Mi fissano con un sorriso pieno di compassione. La donna avrà sui 45 anni, è molto alta, i suoi capelli sono tinti di biondo e i suoi occhi sono verdi. Una donna bellissima e all'apparenza anche molto gentile. L'uomo seduto vicino a lei, che le tiene la mano avrà 50 anni, i suoi capelli sono grigi ma una volta dovevano essere stati neri. I suoi occhi sono azzurri e indossa gli occhiali.

Mi fissano come aspettandosi una reazione da parte mia, ma cosa dovrei dire? Che non sono pronta? Che non voglio andare con questi sconosciuti in una casa che non mi appartiene facendo finta che vada tutto bene?

Sposto nuovamente lo sguardo sull'uomo davanti a me per poi abbassarlo.

"Sono sicuro che vi troverete bene con il tempo. E poi non sarai sola, avrei 4 nuovi fratelli"

Non alzo lo sguardo e continuo a fissare il vuoto persa, come in uno stato di trance.

è così che mi sento in questo istante, persa. Sono due settimane che mi sento così e sono sicura che tutta questa situazione andrà a peggiorare.

Non vedendomi rispondere l'uomo davanti a me continua a parlare con le persone di fianco a me che a quanto pare saranno i miei nuovi genitori.

Ma chi voglio prendere in giro?

Queste persone sono degli sconosciuti per me e io resterò con loro fino ai 18 anni per poi sparire dalle loro vite per sempre.

Li vedo firmare un documento e stringere la mano all'uomo dall'altra parte della scrivania.

Si alzano dalle loro sedie e restano a fissarmi.

"Joy?"

Mi giro verso la donna che per la prima volta pronuncia il mio nome.

"Andiamo?"

Ora sposto lo sguardo sull'uomo di fianco a lei. Sento il panico salire ma decido di non dire o fare niente. Mi alzo e li seguo.

Fuori dall'edificio trovo le mie valigie che vengono messe all'interno di una grande macchina tutta nera. Mi giro un'ultima volta verso il luogo che mi ha accompagnato in queste due settimane di tortura. Non ero felice di stare in questo posto ma almeno potevo rimanere da sola senza fingere di essere felice, cosa che sarò obbligata a fare da oggi in poi.

Salgo all'interno della macchina seguita dai miei genitori adottivi.

Poggio la testa sullo sportello e per tutto il viaggio resto a fissare il paesaggio scorrere fuori dal finestrino.

Un disastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora