Capitolo 48

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Lo so che avevo promesso a Liam che avrei ascoltato i suoi ordini per questo piano ma non riesco a rimanere con le mani in mano. Per questo approfitto di questo momento di distrazione di Simon per allontanarmi e avviarmi verso lo studio del signor Johnson. Salgo le scale inoltrandomi in un lungo corridoio. Arrivando alla fine di questo, varco una porta che porta ad un altro corridoio. Questa casa è un labirinto. Cammino ancora un po' fino a quando dietro ad un muro scorgo la figura di Liam nascosta e più avanti una porta con davanti due guardie.

Lo studio.

Mi avvicino a lui di soppiatto. Quando mi vede lui spalanca gli occhi.

"Che diavolo ci fai tu qui?"

"Voglio aiutarti"

"Non mi serve il tuo aiuto, torna da Simon"

"è arrivato Dylan, sono più al sicuro qua che lì"

Lo vedo sbuffare prima di controllare di nuovo le due guardie.

"Non so come entrare"

Guardo le guardie. Ho un'idea ma non so se funzionerà. Mi giro verso Liam.

"No, non farai niente che ti metterà in pericolo"

"Ma non sai neanche qual è il mio piano"

"Ti ricordo qual'è stato il tuo ultimo piano? Sei stata quasi sparata"

"è diverso, fidati di me"

"Se ti dico di no tu lo farai lo stesso vero?"

"Già"

Sorrido per poi scompigliarmi i capelli con le mani.

"Che stai facendo?"

Lo ignoro. Strofino gli occhi in modo tale da rovinare il trucco. Mi concentro e dopo due secondi delle lacrime escono dai miei occhi.

"Stai piangendo?!"

"Liam stai zitto. Adesso baciami"

"Perché?"

"Fallo e basta"

"Prima voglio..."

Non lo lascio finire che stampo le mie labbra sulle sue in un lungo bacio. Quando mi stacco noto che ho sporcato di rossetto le sue labbra.

Perfetto, il rossetto è sciupato.

"Nasconditi dentro lo sgabuzzino quando li senti allontanarsi"

"Cosa? No, prima dimmi cosa vuoi fare"

"Non c'è tempo"

Senza che se ne accorga mi allontano da lui correndo verso le guardie. Fingo di avere il fiatone e di piangere. Mentre corro continuo a guardarmi indietro come se stessi scappando da qualcuno. Facendo così vado a scontrarmi contro una delle due guardie e cado per terra.

Mi giro verso di loro facendo finta di essere nel panico.

"Cosa succede, signorina?"

"Mi scusi... è solo che, c'era un uomo. Lui.. mi voleva fare del male. Io-io g-gli ho detto che non volevo ma lui non mi ha lasciata stare"

Spezzo le mie frasi con dei singhiozzi.

La guardia si avvicina a me e mi aiuta ad alzarmi mi passa una mano tra i capelli per farmi calmare.

"Va tutto bene. Ci può descrivere quest'uomo?"

"S-si. Lui è alto e ha gli occhi azzurri, non è molto vecchio. Io ho paura, mi ha detto che mi avrebbe fatto del male in qualunque modo"

Un disastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora