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Oggi è il compleanno di Jenna.
Mi alzo dal letto prestissimo e faccio colazione velocemente poiché tra meno di un'ora ho appuntamento con le ragazze per preparare la festa a sorpresa.

Chiudo l'acqua tiepida, afferro l'asciugamano bianco e lo avvolgo intorno al mio corpo lentigginoso. Mi asciugo per bene, indosso le mutandine nere in pizzo, reggiseno abbinato, srotolo l'asciugamano che avvolgono i miei capelli rossi e li asciugo con il phon anche se avrei tanta voglia di lasciarli bagnati e farli asciugare al sole ma poi si gonfiano e non mi sembra il caso oggi.

Indosso la gonna di jeans, abbino un top bordeaux scollato sulla schiena e infine prendo i miei sandali alla schiava bianchi, i miei preferiti.

Prendo l'auto e in cinque minuti sono a casa di Grace dove si terrà la festa questa sera.
«Rossa!» sento urlare dall'altra parte del giardino.
E lui cosa ci fa qui?
Roteo gli occhi e accenno un fintissimo sorriso.
Raggiungo Page che sta scrivendo freneticamente su un foglio bianco.
«Tesoro! Come stai?» mi accoglie. «Stellina, a che punto siamo con i preparativi?» chiedo curiosa. «Non chiamarmi in quel modo, mi chiamavi così alle scuole medie e ci odiavamo a morte.» mi ammonisce subito.
«Evie! Per fortuna sei arrivata tu. Per ora abbiamo preparato tutte queste cose, cosa manca?» chiede Grace, mostrandomi la lista che ha appena finito di scrivere Page.
La leggo attentamente e penso a cosa possa mancare, nonostante sembri esserci tutto.
«Cosa fondamentale, la musica.» faccio notare loro che manca l'anima della festa, non me lo aspettavo da loro.
«C'ho pensato io.» s'intromette Ethan venendo verso di noi con un palloncino rosa tra le mani che successivamente ritrovo dritto sulla mia faccia.
«Ti vesti sempre così provocante o sapevi ci fossi io?» mi provoca scaturendo in me una reazione nervosa. «Se avessi saputo della tua presenza non sarei venuta.» rispondo acida andando via con il suo caro palloncino appena gonfiato con le sue odiose labbra carnose.

Aiuto Marvin a sistemare le decorazioni sulla piscina e ogni tanto lo vedo fissarmi il culo in maniera viscida ed estremamente maschilista.
«Certo che voi maschi non sapete guardare altro eh?» lo riprendo facendogli finalmente alzare lo sguardo verso i miei occhi. «Scommetto che non sai nemmeno di che colore ho gli occhi, però sai alla perfezione che forma ha il mio lato b» continuo con tono severo. «Verdi.» suggerisce Ethan.
Scendo dalla scala su cui sono stata fino ad ora per appendere alcune decorazioni rigorosamente rosa e raggiungo Page in cucina che prepara la torta a due piani per la nostra bionda del cuore.
Immergo il dito nella panna appena preparata nell'apposita ciotola e lo lecco per assaggiare.
«Evie!» mi rimprovera Page. Però come sempre i suoi rimproveri non durano tanto, scoppiamo a ridere insieme e mi sporca il naso con la stessa panna e rispondo a mia volta sporcandole il viso. «Non sprecatela tutta, non abbiamo altro latte!» ci ammonisce Grace.

Tornata a casa dopo l'estenuante preparazione e dopo aver provato ad evitare il moro più fastidioso che ci sia, mi fiondo sul letto e aspetto che il pranzo sia pronto e che mamma mi chiami con la sua voce tutt'altro che delicata.

«Evie! È pronto!» eccola.
Scendo velocissima e rischio quasi di inciampare a causa degli infradito che uso per stare in casa.
«Hai fatto gli auguri a Jenna» mi chiede mamma come se non sapessi che oggi è il suo diciottesimo compleanno. «La chiamo tra un po'. Le stiamo preparando la festa.» rispondo tranquilla. «Ecco perché oggi eri così indaffarata!» si aggiunge papà. «Solitamente stai buttata nel letto tutta la mattina fin quando quella matta non viene a romperti le palle.» continua facendomi passare per la pigra che non sono.
Rispondo facendo spallucce continuando a mangiare la mia bellissima insalata di pollo con mozzarella.

Finalmente sono le 8 di sera, Jenna è arrabbiatissima con me perché le ho fatto gli auguri nel pomeriggio e pensava le facessi la sorpresa ieri notte. Non sa cosa le aspetta stasera ed io sono super emozionata per lei.

- Per farmi perdonare ho prenotato in un ristorante carino, io e te, come quando avevamo tredici anni e festeggiavamo i nostri compleanni da sole in qualche parte lontano da tutto e tutti. Vestiti elegante. Ti voglio bene.

Aspetto un'ora per fare in modo che si prepari per bene e poi raggiungo casa sua con la mia auto bianca. Due colpi di clacson e la vedo superare il suo cancello grigio, con un vestito corto bianco scollato, i tacchi rosa cipria, un braccialetto oro abbinato agli orecchini oro a forma di cuore sui lobi. È perfetta.
«Sei splendida.» affermo appena si siede sul sedile anteriore accanto al mio. «Tu non sei da meno.» sorride scrutandomi affondo. 

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora