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Dopo aver pranzato in un ristorante in pieno centro, andiamo in giro per la città per qualche ora fino a quando arrivano le sei di sera e mio padre consiglia a tutti di chiamare un taxi per ritornare in hotel a cambiarci per la festa. Per fortuna, riusciamo a trovare un Taxi Van che ci fa entrare tutti in auto e ci porta tutti insieme all'hotel.

«Inizio io.» dice Ethan correndo verso il bagno. «No, io.» lo rincorro cercando di superarlo.
Ha vinto.
Si è chiuso nel bagno e ha già aperto l'acqua della doccia in segno di vittoria.

Esce dal bagno con l'asciugamano avvolto sui fianchi, lasciando i suoi addominali bagnati in mostra.

Che fisico Wilson!

Entro immediatamente in bagno e dopo essermi spogliata mi sono dimenticata di condividere la stanza con quel coglione e non ho portato con me i vestiti, poiché non mi cambierò mai davanti a lui.

Uscita dalla doccia, mi avvolgo per bene l'asciugamano offerto dall'hotel ed esco cercando di evitare il suo sguardo da pervertito. Prendo il mio vestito nero aderente e il mio intimo altrettanto nero, per cambiarmi in bagno stando molto attenta al nodo dell'asciugamano.

«Non ti stupro mica!» dice divertito. «Si chiama privacy.» lo correggo. «Non ti guardo nemmeno.» sostiene ridacchiando. «Lo stai facendo.» gli faccio notare.

Esco dal bagno dopo un quarto d'ora vestita e profumata e trovo la sua figura elegantissima davanti ai miei occhi.

«Bel vestito.» mi dice. «E' un complimento?» chiedo punzecchiandolo. «Forse.» ammicca.

Raggiungiamo la sala con due taxi e mi sento tutti gli occhi puntati su di me.
In un attimo mi ritrovo una fila di gente sconosciuta desiderosa di farci le condoglianze, Ethan nota subito il mio imbarazzo e mi salva portandomi al tavolo delle bevande.

«Grazie.» sussurro. «Capisco certe situazioni.» sorride. «Bevi?» chiede. «Lo sai.» rispondo con gli occhi abbassati. «Tieni.» mi porge un bicchiere di aranciata fresca e faccio il brindisi con il suo bicchiere di vino bianco.

«Evie Scott!» sento esclamare dalle mie spalle. «Sei uguale-» inizia la solita frase che viene bloccata dalla sottoscritta. «A mia madre. Lo so.» dico. «Anche caratterialmente vedo...» dice con tono antipatico la signora che ho davanti. «Spero.» sorrido per finta. «Condoglianze mia cara.» dice porgendomi la sua guancia. «Grazie.» rispondo seria.

Finalmente la festa più noiosa e triste della mia vita giunge al termine e ritorniamo in hotel dove mi butto immediatamente sul letto comodo della mia stanza. Ed è in questo esatto momento che mi ricordo che devo condividere questo letto meraviglioso con il ragazzo più antipatico d'America.

Dopo una sigaretta fumata sul balcone della stanza, si spoglia davanti a me e si fionda sul letto.

«Dormi con i boxer?» chiedo imbarazzata. «Sì. Non ho un pigiama estivo.» risponde come se non fosse nulla. «Perché tu hai un pigiama?» ride. «Ovvio.» rispondo subito.

Vado in bagno, mi strucco, mi lavo e mi metto il mio pigiama composto da un pantaloncino grigio con un top abbinato con una farfalla blu centrale. Appena mi vede ridacchia e poi mi fa spazio nel letto.

«Tu ti giri da là, ok?» lo obbligo. «Hai paura di me Scott?» mi chiede con tono malizioso. «Smettila e fai come ti dico.» alzo il tono. «Ok, va bene però...» sussurra avvicinandosi a me. «Nessun però, allontanati.» lo spingo schifata. «Bacino della buonanotte, mamma me lo dà sempre.» mi prende in giro. «Vai nella stanza accanto e fattelo dare.» gli sussurro all'orecchio. «Sulla guancia Scott.» insiste.

Mi avvicino, avvicino le labbra alla sua guancia destra, l'unica visibile e lui si gira di scatto trasformando il bacio sulla guancia in un bacio a stampo.

«Stronzo!» lo rimprovero allontanandomi e girandomi dall'altro lato.

Dopo aver detto che mi odia, che non vuole avere niente a che fare con me, che berrebbe tutto l'alcool presente a Detroit pur di non baciarmi, che non gli piaccio, che non vuole portarmi a letto, come gli viene di darmi un bacio a stampo?

Non lo sopporto. 

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora