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È la festa di Ella.
Dopo essermi preparata e aver ricevuto mille raccomandazioni da parte di mio padre che mi accompagna alla festa perché la mia auto ha le ruote forate da un paio di giorni a causa di uno scherzo poco divertente.
Arrivo nella sala ricevimenti e ci sono tutti tranne Jenna che si starà ancora preparando.

«Evie sei uno schianto!» urla Grace abbracciandomi con i suoi occhi ghiaccio abbinati al suo vestito lungo dello stesso colore. «Quanto siete belle ragazze!» esclama Marvin guardandoci una ad una. «Anche tu sei niente male.» afferma Grace. «Come hai fatto a fare questi boccoli così precisi?» mi chiede Page ridacchiando. «Piastra.» rido. Dopo un po' arriva Jenna insieme a Ethan che è vestito elegantissimo, ma accanto a Jenna non ha chance, è meravigliosa, ha una tuta elegante rosa pastello con delle decorazioni bianche e i tacchi bianchi abbinati alla pochette. «Wow.» esclamiamo tutte insieme. «Buonasera bellezze! Siete bellissime, cazzo.» dice appena ci raggiunge. «Tu sei meravigliosa.» afferma Page. «Approvo.» s'intromette Marvin.

«Non lo avevo mai notato Scott.» dice Marvin passandomi dal retro. «Carter!» lo rimprovero. «Ti alleni?» mi chiede. «Smettila.» m'irrito. «No è stata madre natura a volerle fare questo regalo.» s'intromette Jenna ridacchiando. «Complimenti.» si aggiunge Ethan. «Avete finito di commentare il mio sedere?» m'irrito sempre di più.

Per fortuna ecco che Ella fa il suo ingresso con un vestito elegantissimo blu elettrico con la coda lunga dietro e i suoi tacchi argento che s'intravedono quando solleva il vestito per non inciampare.
È bellissima e Marvin penso sia d'accordo con me per come la guarda abbagliato.

Le facciamo gli auguri e poi apre le danze insieme a suo padre adottivo. Ella è stata adottata da due genitori omosessuali e sono bellissimi da vedere insieme.
Il secondo ballo lo fa con il suo secondo padre ed è bello vederla così felice e spensierata.
Oggi è la sua festa e nessuno deve rovinarla.

«Balli?» mi chiede una voce maschile alle mie spalle. «Ok.» gli rispondo appena mi accorgo di chi si tratta. «Che ci fai qui?» chiedo a Joshua mentre balliamo il lento. «Mio padre è amico di uno dei suoi papà.» risponde felice. «Mi conosce da quando sono minuscolo.» ridacchia. «Sei un amico di famiglia.» ipotizzo. «Non proprio io ed Ella non ci siamo mai frequentati più di tanto, quando aveva lei tre anni e io cinque, giocavamo insieme, ma poi abbiamo preso strade diverse.» mi racconta.

Appoggio il volto sul suo petto e ascolto il battito del cuore che accelera sempre più.
Mi rilassa.
Chiudo gli occhi per qualche secondo e poi li riapro a causa di una voce che mi distrae.
«Cambio partner?» chiede Ethan con tono acido verso Joshua. Gli porge la mano di Page e Joshua porge la mia su quella di Ethan. «Perché devi rovinare sempre tutto?» chiedo arrabbiata. «Ti piace quel coso pieno di capelli?» chiede ridendo. «Ma perché devi criticare tutto e tutti? Non esisti solo tu, sai?» alzo la voce. «Non eri quella a cui non interessava il genere maschile? Quella che non credeva nell'amore e tutte quelle stronzate...» mi provoca. «Non ho detto che voglio fidanzarmi con lui o che sono innamorata.» gli dico. «Con lui sto bene e tu hai rovinato un bel momento.» dico cattiva. «Evie quello vuole solo scoparti. Vi conoscete da poco e mentre ballavi metteva la sua mano sul tuo fondoschiena, devo dirtelo io cosa significa o ci arrivi da sola?» dice premuroso. «Guardalo con Page, la vedi la sua mano sul suo sedere o hai bisogno di una visita oculistica?» chiede. «E a te non dà fastidio?» chiedo curiosa. «Page non è la mia ragazza.» sottolinea. «Però ti piace.» sostengo. «E' una bella ragazza, ma niente di che.» risponde guardandomi fisso negli occhi.

Sono seduta al tavolo con le ragazze per divorare tutto ciò che è commestibile e inevitabilmente iniziano a parlare di Joshua e di Ethan poiché sono convinte che io sia contesa tra i due e questa convinzione non gliela togli nemmeno con la forza.

Sono le quattro di notte e mio padre mi manda un SMS in cui mi avverte di aver chiesto al Signor Wilson di accompagnarmi a casa perché lui ha qualche linea di febbre e non vuole prendere freddo dato che tra qualche ora dovremmo stare su un aereo verso NY.

Esco dalla sala dopo aver salutato tutti, specialmente la festeggiata e arrivo all'auto dei Wilson ancor prima di Ethan. «Buonasera Signor Wilson.» saluto gentile, ricambia con un sorriso smagliante e appena Ethan mi nota nella sua auto si crea un silenzio imbarazzante.
In pochi minuti siamo davanti la mia villa e prima di scendere dall'auto Ethan mi blocca per dirmi qualcosa. «Scott...Io non sono come Joshua, non sono interessato a portarti a letto.» dice con tono tranquillo e questa sua frase crea uno sguardo fiero sul padre che gli dà una pacca sulla spalla. «Grazie per il passaggio, ci vediamo in aeroporto.» dico rivolgendomi al Signor Wilson.

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora