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Durante tutta la festa Ethan non fa altro che fumare le canne in compagnia di Marvin ed ogni tanto capita di incrociare il suo sguardo triste e dispiaciuto.

«Lascia stare è un coglione.» mi dice Jenna.

Ignoro le parole della mia migliore amica e vado vicino ad Ethan chiedendo gentilmente a Marvin di lasciarci un momento da soli.

«So cosa vuoi dirmi.» afferma. «Sono uno stronzo, faccio schifo, non meriti un amico come me e bla bla...» continua senza farmi parlare. «Perché sei qui? So che mi odi ufficialmente.» continua. «Sto anche fatto, domani avrò dimenticato quello che stai per dirmi.» conclude il monologo. «Posso parlare adesso?» chiedo il permesso. «Dimmi.» sussurra. Gli prendo l'ultima canna che ha tra le mani e gliela getto nonostante questo gesto lo faccia innervosire parecchio. «Non sono arrabbiata.» lo rassicuro. «Delusa.» dice lui togliendomi le parole dalla bocca.

Finita la breve conversazione con Ethan, torno dalle ragazze e balliamo insieme mentre prendiamo in giro Grace che ha appena ottenuto il suo primo palo da un ragazzo francese in Erasmus. «Sono antipatici i francesi.» afferma Grace irritata. Scoppiamo tutte a ridere facendola innervosire ancora di più.

Prima di salire sull'auto di mio padre che è venuto gentilmente a prendermi con gli occhi pieni di sonno, mi volto verso Ethan e lo vedo ridere e piangere da solo con la testa appoggiata su una palma e gli occhi fissi nel vuoto. Non sta bene e non si accorge di aver superato il limite quando beve e fuma.

«Vai da lui.» sorride papà. «Possiamo dargli un passaggio.» continua sorridente. Annuisco e raggiungo Ethan per proporgli il passaggio offerto da mio padre.

«Vuoi un passaggio?» gli chiedo accovacciandomi vicino a lui. «Rossa.» sussurra. «Sei proprio carina sai?» dice completamente fuori di sé. «Vieni, ti accompagniamo a casa.» lo aiuto ad alzarsi e lo porto vicino all'auto di mio padre cercando di reggerlo il meglio possibile, papà ridacchia nel vedere la scena e successivamente saluta Ethan con un grandissimo sorriso. «Rose si preoccuperà.» afferma papà verso l'ubriaco. «Rose dorme.» sbuffa Ethan.

Scende dall'auto ancora barcollante e riesce miracolosamente ad aprire la porta di casa, a quel punto avviamo la macchina e rientriamo nella nostra villa.

«Buonanotte tesoro.» sussurra papà rimboccandomi le coperte.

Sì, è estate e io dormo con le coperte, è un'abitudine che non toglierò mai.

È mattina e mi sono svegliata grazie alle urla di mio padre provenienti dal piano di sotto mentre litiga per lavoro telefonicamente.

Scendo per fare colazione e trovo la spremuta d'arancia sul tavolo accompagna da un cornetto alla nutella caldissimo, mi volto verso mio padre che litiga ancora e gli mando un dolce bacio volante che non viene ovviamente ricambiato.

Accendo i dati e ritrovo duecento due messaggi da parte del gruppo con le ragazze e i ragazzi.

Ma non dormono mai questi?

Oltre al gruppo, ho anche una notifica da parte di Ethan in separata sede:

-Lavori oggi?

- Sì, oggi pomeriggio.

-Ti va di vederci al parco tra un'ora?

-Ok.

Finisco la mia colazione con molta calma e poi mi butto nella doccia fresca, mi preparo, per poi raggiungere il parco con lo skate.

Arrivata al parco, noto subito Ethan con i suoi muscoli messi in mostra, seduto sulla prima panchina vicino ad uno stagno con le tartarughe. Lo saluto con un bacio sulla guancia e lui ricambia dandomene uno sull'altra guancia.

«Beh?» chiedo impaziente. «Volevo chiederti scusa per come mi sono comportato ieri...E grazie per non avermi ucciso.» dice senza guardarmi negli occhi. «Mi hai fatto venire qui per una cosa che potevi fare anche per messaggio?» chiedo alzando gli occhi al cielo. «Odio i messaggi Scott.» si difende. «Poi c'è altro...» dice finalmente incrociando il mio sguardo ed è bello vedere i suoi occhi marroni con il contorno bianco e non rosso fuoco come al solito. «Si?» lo sprono. «Sabato c'è la festa a casa di Grace per chiudere l'estate.» afferma. «Ecco il motivo dei duecento messaggi nel gruppo, voi siete fuori di testa.» ridacchio. «Sì, ma fammi finire.» mi ammonisce. «Grace ha organizzato la festa con un "tema"» virgoletta la parola "tema" con le sue dita curate. «Quale?» chiedo curiosa. 

Mi sta risparmiando la lettura di tutti quei messaggi, grazie Ethan Wilson. 

«Ogni invitato per poter partecipare alla festa deve avere un accompagnatore o accompagnatrice.» m'informa. «Fantastico! Chiederò a Jenna di venire con me.» sorrido felice. «Ehm...» sussurra. «Puoi chiedere ad una di quelle ragazze con cui stavi l'altro giorno.» propongo. «Gelosa?» mi chiede ridacchiando sotto i baffi. «No, siamo amici.» lo rassicuro, un po' mento. «Vuoi venire con me?» chiede tutto d'un fiato. «No, Wilson.» rispondo schietta. «Sono sfigata per fare ingresso con te ad una festa dove ci sarà tutto il quartiere.» continuo acida. «Scott, non penso davvero ciò che ho detto ieri, avevo già fumato qualche canna di troppo e non ho pensato al peso delle mie parole.» prova a difendersi. «Ethan, se hai detto quelle cose è perché le pensi...» dico triste. «No, non è così. Tu sei un'amica. Un'amica speciale.» afferma guardando verso il basso. «Perché non mi guardi negli occhi?» chiedo cercando di portare i suoi occhi sui miei. «Perché ho paura di innamorarmi.» si sfoga. 

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora