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Io, Jenna, Page ed Ella siamo alla partita di football dei ragazzi della nostra scuola e siccome di football non capiamo niente, quello che facciamo è sbavare sui giocatori, Ella ormai è completamente cotta di Marvin e ha gli occhi puntati solo su di lui e i suoi muscoli che si intravedono dalla divisa biancoazzurra.

Intanto sosteniamo anche la nostra cheerleader preferita: Grace.

«Ehi Jenna, il tuo tipo ti sta mangiando con gli occhi!» urla Page dall'altra parte degli spalti.

Jenna le manda uno sguardo fulminante e scoppiamo tutte a ridere nel momento ci accorgiamo che lui ha sentito tutto e le ha appena lanciato un sorriso smagliante.

«Avete chiarito e non mi hai detto niente?» mi chiede Jenna distraendomi dalla "partita". «Non abbiamo parlato.» dico triste. «Sbaglio o vi ho visti arrivare insieme in palestra?» chiede ancora. «Già. Papà mi ha costretto ad andare con lui.» rispondo. «Ma non abbiamo parlato di noi.» continuo lasciando tanta confusione sul volto della mia migliore amica, la stessa confusione che ho nella mia testa.

Ethan regala un punto alla sua squadra e dopo aver festeggiato con la sua squadra, mi guarda e mi fa l'occhiolino.

«Ti ha appena dedicato il punto e non è cotto di te?» spunta Page dalle mie spalle.

Sorrido al pensiero e continuo a seguirlo con lo sguardo, adoro il suo modo di giocare, anche se sono una frana nello sport. Forse adoro più lui che quello che fa, ma sono dettagli.

«Wilson regala il punto decisivo alla sua squadra...» annuncia il telecronista.

Lo guardo fiera alzandomi in piedi e mi indica mandandomi un sorriso e uno sguardo super felice.

«Siete bellissimi.» afferma Page avvicinandosi a me.

«Marvin è bellissimo.» afferma Ella fissandolo. «Sei inquietante sorella, ma ti amiamo lo stesso.» la prende in giro Jenna.

Terminata la partita, usciamo dalla palestra e aspettiamo Grace per poi andare al bar dell'angolo a festeggiare.

La prima persona che supera la porta della palestra non è Grace, bensì Ethan che viene verso di noi pieno di orgoglio ed entusiasmo.

«Sono o non sono il più forte giocatore di football della scuola?» dice con un'autostima elevatissima, stiamo un po' al gioco fino a quando decido di prenderlo da parte e parlarci per chiarire la nostra situazione incerta.

«Che sta succedendo tra noi Wilson?» chiedo schietta. «Niente Scott.» si limita a dire. «Quel-» inizio. «Quel bacio, lo so, è stato-» s'intromette ma non lo faccio terminare. «un errore.» concludo la sua frase. «Uno stupido errore, ero ubriaco Evie.» continua dispiaciuto. «Esatto, anche io.» mento. «Non ha significato niente.» ridacchio in modo falso. «Pensavo te la saresti presa...» dice confuso. «Ma no, abbiamo sbagliato.» continuo a fingere.

Dopo il finto chiarimento torniamo dagli altri, arrivati Grace e Marvin, ci dirigiamo al bar tutti insieme felicemente vittoriosi, io un po' meno felice ma non lo faccio notare.

È domenica mattina e per non passare l'intera giornata a piangere sul mio cuscino come è successo stanotte, decido di raggiungere la biblioteca e distrarmi con i miei amati romanzi rosa.

Arrivo in biblioteca in cinque minuti grazie a mio padre e mi metto subito alla ricerca di un nuovo libro da leggere.

«Te lo consiglio.» mi dice una voce conosciuta proveniente dalle mie spalle coperte da una giacchetta blu elettrico. «Ciao Joshua.» dico appena mi volto. «Ciao Evie.» sorride. «Tieni.» mi porge il libro. «Non è della biblioteca, l'ho acquistato, ma non è il mio genere.» spiega. «Puoi sottolineare, disegnare, piangerci su...» continua prendendomi in giro delicatamente. «Scemo.» affermo prendendo il libro. «La canzone di Achille...»leggo. «Volevo leggerlo.» commento ringraziandolo con un dolce sorriso compiaciuto che lui subito ricambia.

Ci sediamo vicini e rimaniamo in silenzio per tutto il tempo della lettura.

Anche se sono ancora arrabbiata con Joshua, penso di volergli ugualmente bene in qualche modo.

«Lo porto con me, se non ti dispiace.» dico prima di andare via. «E' tuo.» mi sorride.

Lo guardo felice e gli lascia un bacio sulla guancia.

Non mi è mai capitato che qualcuno mi dicesse di aver pensato a me durante una lettura, penso sia come quando pensi ad una persona mentre ascolti una canzone specifica. È bello.

In fondo Joshua non voleva solo approfittarsi di me se ancora oggi mi dedica le sue attenzioni.

«Evie!» mi blocca Charlotte all'uscita della biblioteca. «Ciao.» rispondo fredda. «Sono felicissima.» inizia. «Bene, vado a pranzo.» la ignoro. «Sei mia amica, quindi voglio condividere questa cosa con te.» continua a blaterare. «Stamattina Ethan mi ha svegliato con un mazzo enorme di rose rosse, guarda ho fatto la foto.» mi dice mostrandomi la sua galleria di foto. «Poi ci siamo baciati.» dice tutta innamorata. «Adoro...» dico con la vocina falsa.

Corro nel bagno della biblioteca dopo essere riuscita a scollarmela e scoppio a piangere.

«Tutto ok?» mi chiede Joshua appena mi vede uscire dal bagno con gli occhi gonfi di pianto. «In questo periodo non è niente ok.» ammetto. «Usciamo.» dice portandomi fuori con sé e nel mentre c'è Charlotte che si gode la scena sorridendo.

Mi accompagna a casa con la sua auto e nel tragitto gli racconto in breve quello che mi sta accadendo e non lo vedo così tanto meravigliato, forse ha capito com'è Wilson meglio di me.

Entro a casa e vedo Rose ed Ethan seduti al tavolo pronti per pranzare con noi e mio padre che cucina felice per tutti.

«Papà, sono venuta ad avvisarti che pranzo con Jenna.» dico tutto d'un fiato senza pensarci due volte. «Va bene Evie, non preoccuparti.» risponde sorridente.

Strano.

Prendo le chiavi di casa che avevo posto sul tavolino all'ingresso e mi accorgo di avere gli occhi di Ethan su di me e cerco di non incrociare il suo sguardo.

«Evie, aspetta!» esce.

Entroin un autobus a caso e fingo di non sentirlo. 

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora