Epilogo

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Il liceo è terminato, il diploma è tra le mie mani e la festa di fine anno si è appena conclusa, io ed Ethan siamo sobri e felici.

Domani Ethan parte per New York, deve andare a vedere la sua nuova casa e soprattutto a conoscere il corpo docenti del suo College.

Io sono rimasta ferma sulla mia decisione di frequentare lo stesso College di mia madre, anche se Ethan vorrebbe che lo raggiungessi lì, ma non posso rinunciare al mio sogno per lui.

È mattina.

Io, Rose e papà accompagniamo Ethan in aeroporto e durante il tragitto sulle mie guance scorre acqua infinita proveniente dai miei occhietti tristi e gonfi.

Nel frattempo, Ethan mi tiene stretta a sé e mi promette che verrà presto a trovarmi, ma so già che è una falsa promessa.

Arrivati in aeroporto, subito dopo il check-in, ci allontaniamo e stiamo un po' da soli a parlare, tanto mancano ancora due ore.

«Ti amo e ti amerò anche a 614 miglia di distanza.» dice per poi baciarmi dolcemente e lo stringo forte tra le mie braccia.

Due settimane più tardi...

Io ed Ethan fino a due giorni fa parlavamo ogni giorno ad ogni ora, è improvvisamente sparito e non so perché sento che mi sta evitando così decido di comprare due biglietti per NY con Jenna, stasera c'è un volo in offerta, lo compriamo e facciamo la follia dell'anno.

«Sarà una bella sorpresa!» dice entusiasta la mia migliore amica.

Prepariamo le valige, indossiamo delle robe a caso e ci fiondiamo in aeroporto accompagnate da sua madre.

Arrivate a NY veniamo accolte da migliaia di gente che corre da una parte all'altra per l'immenso aeroporto.

Fermiamo il primo taxi che ci passa davanti e gli indico l'indirizzo di casa di Ethan, non dovrebbe essere molto distante, qualche giorno fa mi disse che vedeva gli aerei passargli sopra la testa, al contrario il college è lontanissimo; ma è l'appartamento meno costoso per ora.

Dopo mezz'ora arriviamo sotto il portone di casa sua e in quel momento esce un signore anziano che ci lascia gentilmente la porta aperta, appoggiamo le valigie vicino alle scale, saliamo al primo piano e troviamo la porta con scritto "Wilson" completamente spalancata, entriamo silenziosamente per fargli una sorpresa ma la sorpresa la ricevo io nel momento in cui lo vedo sul divano con una donna nuda su di lui altrettanto nudo.

Si accorge di me grazie all'urlo della donna, si veste velocemente e cerca di rincorrerci ma andiamo via così velocemente che riusciamo a salire su un altro taxi in un baleno, evitando ogni sua falsa affermazione di dispiacere.

«Lo sapevo già, non esistono gli amori che leggo tra le pagine dei romanzi.» affermo con le lacrime agli occhi, poggiando la testa sulla spalla dell'unica persona che mi merita: la mia migliore amica.



                                                                                                                                               Fine.

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