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Prima di tornare a casa accompagnata da Jenna, stranamente sobria, vengo fermata da Ethan, stranamente sobrio anche lui.

«Ehi rossa...Non voglio che tu fraintenda i miei comportamenti, io non provo nulla per te che vada oltre l'amicizia.» mi dice gentile. «Lo so.» sorrido. «Sei una buona amica e ti tratto da tale.» sorride di rimando. Poi sposta il ciuffo rosso che cade sulla guancia e mi lascia un dolce bacio amichevole.

Jenna appena vede la scena si avvicina elettrizzata e vuole sapere tutto quello che mi ha detto e vuole che le racconti cosa è successo prima con Joshua, poiché Page per quanto stava nervosa ha spiegato malissimo il tutto.

«Andiamo?» mi chiede Jenna facendomi abbandonare la birra fredda che ho appena iniziato a sorseggiare. «Da quando bevi la birra?» mi chiede stranita. «Da oggi.» rispondo fredda quasi quanto quella birra.

Una volta in macchina sia Jenna che Ella mi chiedono cosa sia successo con Ethan e sostengono con grande sicurezza che tra me e lui ci sia qualcosa, le contraddico subito ed inizio a raccontare tutto ciò che è successo senza tralasciare i dettagli.

«Colazione al bar domani?» mi chiede Jenna non appena arriviamo davanti casa mia. «Va bene.» rispondo dopo averle lasciato un dolce bacio di ringraziamento sulla guancia sinistra.

Neanche il tempo di aprire la porta con le mie chiavi, che sento mio padre borbottare qualcosa.

«Evie, tutto bene?» mi chiede assonnato. «Mi sei mancata.» dice avvicinandosi con l'alito che puzza di alcool. «Hai bevuto?» chiedo schifata. «Un po', mi hai lasciato da solo.» continua a blaterare. «Mi manca Star.» continua ancora. «Papà, andiamo a dormire.» dico portandolo al piano di sopra a peso morto.

«Maledetta sveglia!» urlo cercando con la mano quel maledetto telefono che se non si sta zitto lo butto giù dal balcone. Dopo pochi secondi, mi chiama anche Jenna e come se non bastasse mi devo assorbire la sua voce sempre troppo felice ed entusiasta alle nove di mattina, che m'informa di essere già pronta e che tra dieci minuti è sotto casa con il suo meraviglioso skate. Niente macchina oggi, ruote bucate e la mia è nel garage e non la so portare fuori, di solito lo fa papà, ma dorme ancora.

Mi fiondo nella doccia fresca molto velocemente, mi lavo i denti e la faccia, mi metto un po' di profumo e poi corro in camera a vestirmi.

Prima di uscire, vado in camera da letto a controllare che mio padre respiri, sì, respira. Gli lascio un biglietto sul comodino e poi vado via con i miei pantaloncini di jeans, top bordeaux e scarpe da ginnastica dello stesso colore. Outfit perfetto per andare al bar con lo skate.

Entriamo nel bar, ci sediamo ad un tavolo in fondo vicino alla vetrata che affaccia sulle strade trafficate di Detroit e prima di ordinare, ci rendiamo conto di essere nel bar di Hill e che potrebbe prendere lui le nostre ordinazioni.

«Cosa ordinate?» si avvicina una cameriera bionda molto carina. «Due frullati al cocco e nutella e due pancakes con lo sciroppo d'acero.» le chiedo cordialmente. Ci sorride e noi sorridiamo di rimando.

«Evie, posso essere sincera?» mi chiede Jenna come se potessi dirle "no", «Ti piace Ethan, so che vuoi ignorare i tuoi sentimenti, ma i tuoi occhi parlano.» dice tutto d'un fiato. Abbasso lo sguardo sul mio frullato e decido di non risponderle.

Usciamo dal bar con le nostre pance felici e ci dirigiamo verso la spiaggia, abbastanza lontana da qui, ma confidiamo nelle nostre gambine e nel nostro skate.

«Prima forse è vero che vi odiavate, ma state imparando a conoscervi e quell'odio si è trasformato in amore.» insiste durante il tragitto. «Non so nemmeno cosa sia l'amore, come posso dire di provarlo?» questa mia "domanda" fa zittire completamente Jenna.

Giunte sulla spiaggia veniamo fermate da Ethan e Marvin che stanno comodamente sdraiati al centro della spiaggia come due lucertole.

«Ehi bambole!» urla Marvin abbassandosi gli occhiali da sole per ammiccare. «Ehi play boy!» lo prende in giro Jenna.

Li invitiamo a buttarsi in acqua con noi e accettano senza esitare. Ethan mi prende dai fianchi e prova ad affogarmi fallendo, ci provo io e ho la vittoria in pugno.

«Vuoi la guerra Scott?» chiede agguerrito. «Quella che ho già vinto?» domando con aria vanitosa. A disturbare la nostra guerra è Jenna che ci schizza ripetutamente con l'aiuto di Marvin, poi inciampo per sbaglio su Ethan e i nostri visi si avvicinano fin troppo. Mi allontano arrossendo e lui mi fa sentire nuovamente a mio agio scherzando e facendomi i gavettoni.

«Dai, in fondo non siete così male.» afferma Marvin d'un tratto. «Wow, grazie Carter!» intervengo io. 

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora