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Mi sveglio nella stanza degli ospiti di Grace con i rustici ai wurstel di ieri sera che fanno su e giù nel mio delicato stomaco, tiro Jenna e le impongo di accompagnarmi a casa con gli occhi ancora pieni di sonno.

Arrivata a casa, sono sola, mi butto sul divano, accendo Netflix e guardo un film romantico, ovviamente.
Preparo dei popcorn, anche se sono le dieci di mattina e non ho fatto colazione, ho voglia di popcorn e questo significa una sola cosa: ciclo mestruale.

Passate le due ore, il film finisce e posso finalmente farmi una doccia rigenerante.
Mi asciugo per bene, mi metto un pantaloncino della tuta grigio, un top grigio abbinato della stessa marca sportiva e ai piedi i miei amati infradito.

- I miei vanno a Parigi per due settimane. – mi scrive Jenna.

- Beati loro! -rispondo sdraiandomi sull'amaca in giardino.

- Vieni a stare da me? -chiede con le emoji dolci.

- Domani sono davanti casa tua con le valigie. -rido.

Ogni estate che rispetti io e Jenna conviviamo per almeno due settimane o da lei o da me perché puntualmente o i suoi genitori o i miei vanno in vacanza e ci permettono di stare una a casa dell'altra.
Quando eravamo più piccole, spesso non volevamo andare con loro e ci lasciavano con una tata, me la ricordo ancora, si chiamava Angie ed era una signora sulla quarantina molto simpatica e soprattutto tanto paziente.

È mezzogiorno ed ecco che i miei genitori rientrano dai loro rispettivi uffici.
Mi salutano affettuosamente e poi mamma si dirige subito sui fornelli per preparare un pranzo sicuramente squisito.
«Stasera ho saputo che vai ad una serata in discoteca, quando pensavi di dircelo?» chiede mia madre infastidita.
Quale serata? Perché io non so mai niente?
La guardo interrogativa e continua ad ammonirmi con l'appoggio di mio padre.
«Chi te l'ha detto? Io non so niente.» mi difendo. «La mamma di Jenna.» continuo a guardarli con sguardo confuso e poi capiscono che davvero non so nulla e che sicuramente è tutt'opera di quella pazza di Jenna.

- Una serata eh? -le scrivo curiosa.

- Tienimi il gioco, John è qui, devo stare in hotel con lui. – risponde immediatamente.

- E quando volevi dirmelo? Dopo averti fatta scoprire?

- Scusa, ti voglio bene. -conclude la conversazione con il nostro cuore viola.

Tolgo la connessione dati dal mio telefono e mi poggio sul letto prima di andare in biblioteca a leggere un altro libro. Quello consigliato da Charlotte, l'ho divorato.

Mi lavo, prendo una gonna di jeans aderente, abbino un crop top bianco con una farfalla blu al centro, sandali bianchi e sono pronto per dedicare un intero pomeriggio a ciò che mi piace fare di più.

Arrivo in biblioteca, saluto Charlotte con un sorriso dolce e mi accorgo che la direttrice non c'è, strano.
«E' successo qualcosa?» chiedo preoccupata. È morto il marito stanotte, ci sono solo io in questi giorni.» mi risponde super disponibile. «Se hai bisogno di una mano, conta pure su di me!» la rassicuro dolce.

Prendo un libro di un autore diverso dal solito: Lev Tolstoj.
Mi ha sempre affascinato e non vedevo l'ora di leggere qualche suo libro.
Non so nemmeno se possa piacermi, ma m'incuriosisce.

«Anna Karenina.» afferma una voce maschile alle mie spalle con tono affascinato. «Piacere, Joshua Hill.» dice non appena i nostri sguardi si incrociano. «Evie Scott.» sorrido. «Scott, come la casa editrice di Detroit...» afferma ammaliato. «L'azienda di mio padre, già.» dichiaro sorridente. «Quindi sei amante della lettura anche tu?» chiedo sedendomi al tavolo per leggere il mio libro, si siede anche lui con un libro tra le mani che però non riesco a capire qual è e mi fa cenno di "sì" con la testa. «Dubito ci sia gente a cui non piace leggere in una biblioteca.» mi fa notare ridacchiando. «Fidati, ci sono.» rispondo ridacchiando anche io, pensando ad Ethan che viene in biblioteca per non stare a casa sua.

Prima di leggere il libro con i suoi meravigliosi occhi color cervone, sente l'odore delle pagine e mentre lo fa mi guarda pensando di essere giudicato, ma non posso biasimarlo, l'odore dei libri è buonissimo.

Durante la nostra lettura mi butta uno sguardo accompagnato da un dolce sorriso fatto dalle sue labbra tanto carnose contornate dalla sua pelle scura e la cosa non mi dà fastidio.

«Cosa ti appunti?» mi domanda osservando la mia mano che scrive su un quadernetto. «Una frase che quando comprerò il libro dovrò sottolineare.» sorrido senza smettere di scrivere. «Posso sapere qual è?» chiede gentile. «"Senza fretta, ma senza tregua."» gli leggo rapita dalla frase. «E' una frase motivazionale.» aggiungo. Si limita a sorridermi e mi lascia riprendere la lettura del capitolo.




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Ciao lettori e lettrici ❤️✨
Come state?
In che zona siete voi?

Oggi sono qui per presentarvi il nuovo personaggio del romanzo, l'ho voluto inserire con un effetto "sorpresa" e spero di esserci riuscita, cosa ne pensate di questo Joshua?
Ha un fattore molto importante in comune con la nostra protagonista, le rapirà il cuore o saranno solo buoni amici  da biblioteca?

Ecco a voi: Joshua Hill.

INCASTRO (IM)PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora