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Alcuni giorni dopo...

Ho passato quasi l'intera settimana con mio padre in lacrime, i carabinieri perennemente dietro la porta fino a quando sono riusciti a rintracciare i messaggi anonimi che riceva mia madre prima di morire e arrestare finalmente i colpevoli: famiglia mafiosa di Detroit che mia madre aveva contro durante un processo qualche mese fa.
Si sono vendicati per l'incarcerazione del padre di famiglia e ora è in carcere l'intera famiglia.

Non sono potuta uscire per niente, poiché eravamo sotto la tutela e la protezione dei carabinieri, ora siamo "liberi", abbiamo dovuto prendere in affitto un appartamento a pochi metri dalla mia villa che stanno ristrutturando e aggiustando.

È andato tutto distrutto a causa delle fiamme.
Tutti i ricordi sono cenere.
Anche il mio cuore è diventato cenere da quel giorno.
L'unico amore che conoscevo era quello che provavo per mia madre e anche quello non ha avuto un lieto fine.
I lieto fine esistono solo nei film o nei libri.

«Vado a lavoro, piccola, ci vediamo a cena.» dice mio padre accarezzandomi dolcemente la testa. «Ok.» sussurro pensierosa. «Mi prometti di non rimanere tutto il pomeriggio da sola?» chiede sulla soglia della porta d'ingresso. «Andrò in biblioteca.» lo rassicuro. «Stai attenta.» sorride.

Mio padre era già un tipo ansiosa, dopo quello che è successo penso non esisti persona più ansiosa di lui.

La settimana prossima io e le mie amiche andiamo in vacanza, non nego che ho pensato di disdire tutto, ma sia loro che mio padre non me l'hanno permesso.
Gli squilli del mio cellulare distraggono i miei pensieri, rispondo ed è Jenna.

«Come sta la Rossa più bella del Michigan?» chiede con tono allegro. «E la mia bionda come sta?» chiedo con tono decisamente più spento evitando di risponderle. «La tua bionda sente la mancanza della sua rossa.» ridacchia. «Ti passo a prendere tra un'ora, ti va?» propone. Non riesco a spezzarle la gioia, così accetto l'invito e addio biblioteca. «Se avevi altri programmi, ci andiamo insieme.» afferma notando il mio tono incerto. «Volevo passare dalla biblioteca centrale, in questi giorni non ho fatto che leggere e li ho finiti tutti.» ridacchio. «Andiamo insieme, scegliamo il libro e poi dritte al bar!» mi convince provocando un sorriso inconsapevole sul viso.

Passa un'ora esatta e già sento il clacson che suona in modo insistente perché pensa che dal quattordicesimo piano non si senta nulla. Le mando un messaggio dove la invito a smettere e mi risponde con una risata lunga un chilometro e pensando alla sua risata strana e contagiosa spunta una mezza risata anche a me. Jenna è la persona che mi è mancata di più in questo periodo buio.

«Eccola la mia amica!» urla entusiasta di vedermi. «Quanto mi sei mancata...» sussurro vicino il suo orecchio pieno di orecchini oro. «Anche tu, come ti senti?» chiede seria. «Strana, ma non pensiamoci, ok?» chiedo in forma di favore. «Ci sto.» ammicca.

Entriamo nella biblioteca e prima dei libri, la mia attenzione viene attirata dal ragazzo con la pelle scura, gli occhi tendenti al cervone e i capelli ricci neri. «Ehi Joshua.» lo saluto fingendo un sorriso. «Ehi Evie!» esclama felice. «Nuovo libro?» continua. «Oh, ho saputo...Condoglianze.» sussurra mentre mi lascia un dolce bacio sulla guancia destra. «Ti ringrazio.» sussurro a mia volta. «Sai già quale libro leggere?» chiede curioso. «Oggi la mia amica è impegnata con la sottoscritta, quindi, deve solo scegliere per poi comprarlo e leggerselo nella sua adorata stanza, dopo aver preso un frullato con la sua migliore amica.» racconta Jenna mettendo in mezzo alla nostra conversazione. «Lei è Jenna.» ridacchio. «Joshua.» sorride. «Penso di tornare sui miei passi.» lo informo scrutando per bene lo scaffale "romanzi rosa". Prende un libro dall'ultimo piano dello scaffale dedicato al mio genere preferito, me lo porge e aggiunge: «Mia sorella è innamorata di questa scrittrice.», lo prendo con piacere, leggo la trama e alcune pagine per capire se potrebbe interessarmi e sembra avvincente, gli sorrido felice e lo ringrazio per l'aiuto. "Il cavaliere d'inverno", l'ho già sentito.

«Domani vieni?» mi blocca dal polso sulla soglia della porta della biblioteca centrale «Certo.» sorrido andando via verso Jenna.

Entriamo nel solito bar, prendiamo i soliti frullati e sembra quasi essere tornata la mia amata routine, soprattutto quando vedo entrare, nel bar, due fusti attraenti e allo stesso tempo stronzi che si avvicinano al nostro tavolo e non per darmi fastidio, strano.

«Comestai rossa?» mi chiede Ethan con tono gentile. «Bene, grazie.» mento. «Ancoracondoglianze Evie.» dice Marvin passando la sua mano sulla mia testa, mancofossi un cane. «Grazie Marvin.» sorrido. «Possiamo sederci con voi?» chiedeMarvin facendo la faccia da cagnolino bastonato, oggi è la giornata dei cani. Acconsentiamoe poggiano i loro pesanti sederini sulle sedie vuote accanto a me e Jenna. Ordinanoanche loro due frullati abbinandoci dei biscotti al cioccolato e poi iniziamo achiacchierare e scherzare come nostro solito, è bello che Marvin ed Ethan orasiano quasi parte integrante del gruppo, invece, di venirci sempre contro.
Però, io ed Ethan continuiamo a odiarci, abbiamo solo preso una pausa duranteil lutto.




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Ciao lettori e lettrici!

Quanti di voi aspettavano di vedere il volto del nostro Ethan?
E oggi sono qui proprio per svelarlo. 
Spero vi piaccia!

Ed ecco a voi il più stronzo ma sexy di Detroit: Ethan Wilson. 

 

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