capitolo 6: ma che mi prende? (*)

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Che maldi testa pensai.

Mi sono addormentata qui ieri sera dissi guardando i vestiti che avevo dal giorno precedente.
Mi alzai dal letto e feci la mia routine mattuttina per poi prendere il mio solito muffin per colazione e uscire dall'appartamento.

"Buon giorno signor takeda" dissi fermandomi davanti al vecchietto che,come ogni mattina, si stava prendendo cura delle sue amate piante.

"Buon giorno t/n" disse senza distogliere lo sguardo dall'acqua che bagnava le bagnava.
Andai avanti sorridendo a quella tenera vista, anche se lo nascondeva sotto quel caratteraccio il signor Takeda era un tenerone.

Questa mattina stranamente non ero in ritardo anzi ero parecchio in anticipo, così mi presi la libertà di finire con calma il mio amato muffin e di non ingozzarmi come tutte le altre mattine.

Mentre gironzolavo per le vie che mi avrebbero portato alla UA notai una sagoma in lontananza, non ci feci molto caso pensando che fosse un normale studente che si era svegliato troppo presto come me.
Ma quando mi notò fece inziò a corrermi incontro e più si avvicinava più mi rendevo che era troppo vecchio per essere uno studente.

"ciao! Vieni dalla UA?" Mi chiese o meglio mi assalì puntandomi addosso un microfono da intervista, doveva essere sicuramente un reporter oppure un giornalista, ma cosa ci faceva qui Oggi?

"Umh...si sono del primo ann-"
iniziai a dire grattandomi il  collo per alleviare il nervosismo, insomma erano le sette del mattino per tutti, ma prima che potessi finire un'altra reporter mi interruppe.

"Potrebbe dire come sono le sue lezioni con all migh?!" Domandò con voce stridula avvicinando anche lei il suo microfono al mio volto.

Ma cos'hanno tutti oggi?!

Altri reporter inziarono ad avvicinarsi, più mi spostavo verso alla UA più aumentavano di numero.
Inziarono ad essere più insistenti e ad assalirmi sempre più numerosi senza permettermi di muovermi o fare qulsiasi altra cosa.

"Ehi mi state schiacciando" ma nessuno mi ascoltava, si spingevano a vicenda cercando di arrivarmi più vicino possibile, mi avevano accerchiata.
Il mio sguardo si diresse verso la scuola.

Merda.

C'era una massa di reporter che importunava ogni ragazzo o ragazza che osava avvicinarsi alla scuola.

Ma cosa sta succedendo.
Pensai confusa

Mentre mi divincolavo cercando di muovermi inciampai sui miei stessi piedi e finì per terra, e mi coprì eutomaticamente la faccia con le mani, per evitare di finire schiacciata ma Improvvisamente una mano mi afferrò e mi portò in salvo prima che potesse accadere.

"potevi tranquillamente uscire da sola" mi disse acida
"Oppure avevi voglia di suicidarti?" Continuò.

Potrei riconoscere quella voce ovuque Non risposi alzando gli occhi e massaggiandomi il sedere su cui ero caduta pochi istanti prima.

"Non mi ringrazi?" Insistè mettendosi le mani intasca come suo solito fare.

Ridacchiai.

"Per avermi dato della suicida oppure per avermi quasi rotto il polso?" Chiesi guardandolo.

"Tsk, fai come ti pare la prossima volta ti lascio lì a morire" disse andandosene.

Ha ragione devo ringrazioarlo.

"Grazie."

Mi rispose con il suo solito ghigno irritante.
Inizziammo ad andare verso la nostra classe come nostro solito; lui davanti io dietro e il silenzio.

Because i love you, idiot ||bakugoxreader||OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora