8. Risveglio.

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07 maggio 2018


Il reparto cucina del Three-Apples era in pieno fermento e si lavorava soprattutto in armonia.
Carol era un portento di energia ed era riuscita a conquistare tutti, persino le cosiddette 'divette' ma per altri scopi:la volevano dalla loro parte e la bella sicula aveva dato un bel due di picche.
Dopo la triste vicenda di Fulvio e Miriam a discapito di Daniele,le mal sopportava.
Stefano se ne stava davanti l'antiportico della cucina a fumarsi una Winston Blue.
"Daniele! Ma che ci fai qui? Entri dal retro?"
"Ciao Stefano! Carol è qui?" chiese l'uomo in fermento di vederla.
"Grazie per la considerazione, capo!" ammonì lo Chef sarcasticamente.
"Scusa amico mio!" sorrise.
In cucina entrarono Carol e Denise, già attive per il pranzo e i tavoli erano già tutti occupati.
"Buongiorno ragazze!"
"Buongiorno Capo!" rispose Denise dirigendosi al bancone di lavoro, dove c'erano i piatti pronti da servire.
"Buongiorno Daniele!" asserì Carol con un bellissimo sorriso.
"DANIELE?" mimó la cameriera 'gossippara' girandosi verso Stefano, mentre quest'ultimo fece spallucce.
La bella mora andò al reparto dedicato alla preparazione dei dolci e uscì dal frigo delle ciotole di acciaio.
"Che buon profumo Carol, cosa stai preparando?" domandò incuriosito Daniele e poi si mise dentro di lei.
"So che sei ghiotto di crema pasticcera e so quanto ami quella della tradizione leccese, mangiandola calda! Oggi voglio farti assaggiare la crema chantilly versione Sorrentini. Mi ha insegnato mio padre a prepararla!" espresse tutta fiera.
L'uomo prese un po' di crema con il mignolo e l'assaggió, ne rimase estasiato.
Carol sorrise e decise di preparare il dolce a piatto per i clienti. Daniele prese nuovamente un po' di crema, spalmandola sul naso del ragazza.
"Daniele, che fai!?" la ragazza arrossì di colpo, non se l'aspettava quel gesto da parte sua.
"Che c'è?" poi leccó la crema.
Il suo profumo fresco inebrió Carol che voleva sotterrarsi dall'imbarazzo e l'uomo scoppiò a ridere.
Denise era scioccata e si avvicinò all'orecchio dello chef.
"Steeeee, ma hai visto anche tu? Magari qualcuno di mia conoscenza si comportasse così!" era cotta a puntino ma lo chef la liquidó subito.
"Come al solito tu devi sempre creare sempre gossip!Pensiamo a lavorare, Deny!"
Vennero tutti interrotti dallo sbattere della porta e si voltarono.
"Si gozzoviglia qui dentro invece di lavorare?"
Era Fulvio visibilmente arrabbiato, tra i due soci c'era un'aria di sfida.
"Fulvio, buongiorno anche a te! Sono sotto la mia visione, stai tranquillo!"-rispose il piccolo Conte pacatamente.
L'ennesimo sguardo di sfida tra i due. Fulvio percepì che Carol si stava avvicinando sempre più a Daniele e ne era fortemente geloso. Non amava perdere.
"Stasera convochiamo tutti i dipendenti con una cena! Ci saranno grossi cambiamenti, buon lavoro!"
Uscì dalla cucina sbattendo la porta.

Maggio era un mese fondamentale per il 'Three-Apples', mancava poco alla bella stagione e lo staff stava già pensando alle serate e ai vari artisti da invitare.
Il locale era restaurato in stile retró ma con l'arredamento sui toni del bianco.
Carol, da brava direttrice di sala, aveva preparato con cura la cena con i dipendenti e gli imprenditori, escluso Antonio.
Fulvio fulminó con lo sguardo l'ormai ex migliore amico Daniele; era geloso del rapporto intrapreso tra lui e Carol, erano molto affiatati e avevano instaurato un bellissimo rapporto., Erano seduti di fianco e tra di loro c'era una forte complicità.
Il bel 'Orlando furioso' non amava perdere. Il detto 'il bue dice cornuto all'asino' ci calzava a pieno in quella situazione:amava apparire come il buono e far apparire il piccolo Conte come un donnaiolo incallito. Si alzò e osservò tutti i presenti.
"Signori e signore, ho degli annunci importanti da dare. Dato l'eccellente lavoro svolto da Carolina Sorrentini, da circa tre mesi, è giunto il momento di promuoverla come maître!"
"Ma sono già direttore di sala! È la stessa cosa!" asserì la bella sicula confusa.
"Fammi finire, Carolina! Non ho ancora terminato. Dato che, il nostro personale deve essere rigorosamente italiano anche a Montecarlo, ti ho promossa come maître al Three-Apples di Montecarlo. Ti trasferirai lì, complimenti!"
Tutti gli addetti applaudirono alla ragazza, era una meta allettante per ogni dipendente ma Daniele strinse i pugni, contrariato dalla decisione di Fulvio, senza poi il suo consenso.
"Carol non andrà da nessuna parte!Lei rimarrà a lavorare a Torino! È sotto tutela di mio fratello e, in sua assenza,sono io che ne risulto responsabile!"
Gli sguardi fulminei tra i due imprenditori erano ben visibili anche ai dipendenti, Denise cercó di proferire parola ma Carol intervenne.
"Ti ringrazio Fulvio ma io mi sono già ambientata qui a Torino! Ho anche ripreso gli studi e la mia vita è già molto impegnativa! Poi mio padre si preoccuperebbe troppo a sapere che sono così lontana, in terra straniera!"
Dall'altra parte del tavolo, le 'divette' sghignazzavano guardando male la ragazza.
"Quanto la fai lunga, ragazzetta! Il Principato è qui dietro l'angolo, mica devi trasferirti al polo nord! Non solo sei terrona ma pure ignorante in geografia!"-asserì Miriam e le divette scoppiarono a ridere.
Daniele si infurió, visto il suo stato d'animo, sarebbe stato capace di licenziarle in tronco. Carol tentò di calmarlo e poi osservò Miriam dalla testa ai piedi.
"So benissimo dove si trova il Principato di Monaco, cara Miriam! È un piccolo stato autonomo appartenente alla Francia, come la Repubblica di San Marino in Italia. Come vedi, me la cavo in geografia! Ehm, già!Meglio terrona che puttana!"
Come gesto liberatorio, dopo anni di mobbing subito, Denise fece un forte applauso e abbracciò l'amica.
"Bene! A questo punto io, gestisco il Three-Apples di Torino con Carol, Denise e Stefano e tu, mio caro ex amico traditore, portati le tue divette a Montecarlo!" asserì Daniele, guardando il suo nuovo staff.
Non riuscì a digerire quel boccone amaro, Fulvio si alzò per andare via.
"Me la pagherai, Daniele Conte!"
"Sparisci, verme schifoso!"
Le divette lo seguirono a ruota.

*****

La clinica specialistica di psicologia e psichiatria 'Ernesto Cislago' era una delle migliori d'italia, situato a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano.
In tale clinica si erano affermati i migliori medici tra cui Paul Graham.
Quella mattina di una calda giornata di maggio, c'era un viavai di gente: medici che visitavano i pazienzi, i parenti di essi e anche i criminologi di fama mondiale.
Cristina Macaluso era una di questi; indossava un vestito nero a campana, un paio di stivali bassi del medesimo colore e un coda alta.
Camminò velocemente verso la stanza numero otto e fece un sospirò.
Aprì lentamente la porta e vide una donna bellissima, pelle bianca e lunghi capelli castani. Indossò un abito beige macchiato di colori acrilici e stava dipingendo un uomo vestito da demone ma aveva un viso d'angelo:due occhi di un azzurro nitido.
"Ciao tesoro, come stai?"
La donna prese dal comodino una lavagnetta e il gesso e scrisse tutto bene.
Cristina si avvicinò al dipinto incuriosita e rimase di sasso.
"Questo uomo è Antonio, giusto Aisha?"
Non rispose nemmeno scrivendo sulla lavagnetta,era una delle caratteristiche della sindrome della bambola.
Aisha Sorrentini era in quella clinica da circa un anno sotto l'ala di Paul Graham.
"Scusami se sono stata diretta, però sei diventata davvero un'artista! Fondamentalmente sei sempre stata una donna eclettica e poliedrica!"
La criminologa si sistemò i suoi cuffietti di capelli ramati e si sedette sul letto. Sospirò lentamente e guardó Aisha intenta a scrutare la sua creazione.
"Lo sai cosa mi manca? Le nostre chiacchierate! Quanto desidero recuperare il tempo perso!"-incominciò a piangere e mise le mani sul volto.
Aisha chiuse gli occhi e pianse ininterrottamente,prese la sua lavagnetta e scrisse 'anch'io sorellina!'
"Aisha, vado a fumarmi una sigaretta! La sigaretta era il nostro rito quotidiano!"
Si alzò dal letto e andò lentamente vicino alla porta.
"Arrivò subito, Aisha!"
Uscì dalla stanza.
Il fiato di Aisha si fece sempre più corto e mise le mani sul collo. Alzò il capo e guardó la porta.
"Non te ne andare, Astrid!"
Un allarme incominciò a suonare inesorabilmente e la donna si guardó allo specchio:finalmente poté udire la sua voce dopo mesi.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora