18. Vicini ma lontani.

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Non voleva perdersi lo spettacolo più bello del mondo, soprattutto dopo la malattia che l'aveva costretta a non riuscire più a comunicare,ad esprimere emozioni e sentimenti.
Aisha voleva contemplare l'alba ma in quella mattinata fece una piccola eccezione; decise di prendere Jasmine e farsi una lunga passeggiata ai confini del Tamigi.
L'estate era quasi alle porte come la partenza per Torino prevista per fine giugno.
Un filo di vento increspó i suoi capelli ricci ma non riuscì a distogliere lo sguardo dal cielo colorato di sfumature rosa e giallo.
Guardó dolcemente sua figlia dormiente nel passeggino:riccioli d'oro e labbra carnose, bello come il suo papà, l'amore della sua vita ormai perso per sempre.
"Aisha!"
L'interprete incurvó le sopracciglia confusa da quella voce mai sentita in vita sua e si voltó lentamente. Era una ragazza bionda con grandi occhi castani, la guardava in cagnesco ma intuì chi fosse; era sicuramente Elena Moggi, attuale fidanzata di Antonio.
"Sei per caso Elena?"-domandò pacificamente.
"Allora indaghi su di noi?"-incroció le braccia e la guardó con aria di sfida.
"Stai tranquilla, Elena! Antonio ama solo ed esclusivamente te! Me l'ha confessato appena ci siamo visti, puoi dormire a sogni tranquilli!"
Il volto della bionda cambiò espressione e fece un sorriso beffardo.
"Si, io e Antonio ci amiamo tanto!"
"Come si dice? Auguri e figli maschi!"-vennero interrotte dal pianto della bambina-"Mia figlia sta piangendo! Ti auguro una buona giornata!"
Elena era la ragazza più felice del mondo e decise di andare subito a casa di Antonio.

A piedi nudi attraversó il corridoio fino a raggiungere la grande cucina laccata bianca e si preparò il primo caffè della giornata dopo una nottata in bianco.
Antonio si appoggiò sul piano di lavoro e sorseggió lentamente la bevanda.
Prese il suo iPhone e guardó le foto delle sue figlie, poi abbozzó un sorriso.
Decise di andare indietro con la cronologia della galleria del cellulare e lesse la data:27 dicembre 2016.
Un dolce selfie con la sua Aisha:lei addormentata sul suo petto e lui le accarezzava dolcemente la sua chioma.
Si morse il labbro inferiore sofferente.
Bazzicó su Whatsapp e pianse ai messaggi di Aisha.

«Amore mio, sappi che ti farò il tifo da casa!
Stai tranquillo e credi sempre in te stesso perché sei un grande!
Ti amo my king!»


«Amore...»
«Cucciola, ma sei sveglia ancora? È notte!»
«Si perché sicuramente starai davanti alla TV a guardare le partite della squadra avversaria!»
«Mi conosci bene...»
«Ovvio, sei il mio compagno! Stai tranquillo che questa partita la vincerai!»

Aisha era il suo portafortuna e il Chelsea vinse quella partita, giocando il miglior calcio.
Ebbe un colpo appena la porta incominciò a suonare all'impazzata e l'uomo osservò l'orologio:erano le otto del mattino.
Andò velocemente vicino all'infisso e l'aprì; era Elena con un vassoio di dolci in mano, sorrise e baciò Antonio.
"Amore, dopo questi dolci li paghi alla bakery sotto casa!"-appoggiò il vassoio sul tavolo e accarezzò il viso-"Comunque sono tranquilla! Possiamo prenotare le vacanze a Sharm El-sheikh e magari fare un'intervista a Verissimo per annunciare il nostro fidanzamento!"
"Fidanzamento? Vacanza a Sharm?"-dal nervoso Antonio gestiscoló.
"Amore, sei stato carino a dire ad Aisha che ci amiamo! Stamattina l'ho incontrata al Tamigi e volevo avvisarla che non si deve intromettere!"
"Come l'hai avvisata che non si deve intromettere?"
L'allenatore incominciò a camminare avanti e indietro dalla rabbia.
"Antonio, lei mi ha detto che mi ami e che vuoi stare con me! Stai tranquillo! Se ne tornerà in Italia e non la vedrai mai più!"
"Elena, non hai capito che io non ti amo? Non hai capito che amo solo Aisha?"
"Cioè tu mi stai lasciando?"
"Ti ho mai detto che è una storia seria?"
La bionda iniziò a blaterare contro Antonio ma lui prese le chiavi della macchina e se ne andò via, sbattendo la porta.
Voleva andare da Aisha.

Tra le tante passioni di Aisha ,c'era anche quella del pollice verde.
Amava annaffiare, curare, parlare con le piante, coltivava quelle aromatiche per potersi gustare le sue amate tisane.
Era sola quella mattina, la bella interprete era tornata a vivere nel suo vecchio monolocale e, cosa più importante, poteva godersi la sua piccola Jasmine.
I primi caldi estivi si fecero sentire e lei indossó una canotta bianca attillata e gli shorts neri.
Bussarono in maniera incessante alla porta e corse subito ad aprire. Antonio la fissò, non portava il reggiseno e ansimó.
"Antonio! C-che ci fai qui?" ammonì la donna con un filo di voce.
"Perché Aisha? Perché hai detto ad Elena che sono pazzo di lei e che l'amo da morire? Cazzo Aisha! La tua bocca parla sempre a sproposito! È buona solo a... Ecco si, è buona solo a... " l'uomo iniziò a sfregarsi le mani dal nervoso.
"La mia bocca è buona solo a? "-interrogò la mora- "Comunque prego, buongiorno anche a te!"
"È buona solo a parlare inglese, ecco! È buona solo a parlare inglese. Poi per tutto il resto fa solo danni, positivi e negativi... dipende!"

La donna scoppiò a ridere forte, chiudendo dietro a sé la porta e il tecnico non capì più nulla.
"Cazzo quanto è bella!" pensò, contemplano in tutta la sua bellezza.
"Antonio ci sei?" -asserì la donna gesticolando con la sua mano minuta- "Sei tra noi esseri umani?"
"Perché hai detto ad Elena che la amo?"
"Perché sei stato tu a ribadirmelo prontamente quel giorno al parco!" - La mora lo guardó dritto negli occhi- "L'hai dimenticato? O soffri della sindrome della mezza età?"
"Tu non capisci un cazzo, Aisha!"
"E tu sei una testa di cazzo, Antonio!"
I loro volti erano ravvicinati e si toccavano con la punta del naso. C'era aria di sfida.
"Hai cambiato genere femminile? Sei passato alle bionde prorompenti? Congratulazioni Mister! Non ti piacciono più le more come la sottoscritta? Mi hai rifiutata perché sono sciatta?"

L'uomo iniziò a mordersi il labbro inferiore e sfregarsi il viso con le mani.
Dall'esaperazione, l'afferró per i fianchi tirandola a sé e la baciò.
Fu un bacio carnale, pieno di passione e ardore, dovevano riempire quella mancanza durata lungo un anno.
Le loro lingue si rincorrevano e vagheggiavano.
"La tua bocca è buona solo a baciare!" si staccó Antonio a fatica, ansimando ma Aisha lo schiaffeggió.
L'uomo incredulo fece una risata isterica.
"Non è così che funziona, Antonio. Non è sempre tua l'ultima parola. Non decidi sempre tu come, quando, dove e perché!"
"Amore, perdonami! Paul mi ha detto tutto! Ora so la verità!"
"Tu mi hai rifiutata, hai detto che ti ho preso in giro, che mi sono finta morta solo per vendicarmi di te e della tua ex moglie! Ancora una volta mi hai lasciata sola, Antonio! Pensi che mi sia inventata anche l'aggressione?"
La mora iniziò a parlare a fatica, era quasi balbuziente.
"Amore calmati, ti prego. Non ho mai detto questo, c'ero io a soccorrerti quel giorno maledetto! C'ero io in ambulanza con te intubata! Io sono morto quel giorno lì con te! "
Il tecnico tremante, non voleva perdere la sua Aisha.
"Capisco solo che, tu credi sempre agli altri e mai a me! Ti ci voleva Paul Graham per capire? Sei un maledetto perché tu non ti sei mai fidato di me!"
Lo spinse dal petto e indicò la porta.
"Vattene dalla tua bionda!"
"Aisha ti prego, lasciami spiegare..."
"Vattene Antonio, non voglio starti a sentire!"
L'allenatore abbassò lo sguardo e asserì. Aprì la porta la guardò sofferente per l'ultima volta e se ne andò via.
Aisha cadde a terra perdendosi in un mare di lacrime.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora