56. Amici mai.

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23 dicembre 2018
Ore 23:31

Il timido suono delle campane e della pioggerellina creò la giusta atmosfera per la lunga passeggiata di Antonio e Aisha nel centro storico di Lecce.
Per la coppia fu una passeggiata particolare perché era ultima da compagni, da fidanzati.
Mano nella mano, con la strada deserta per via dell'orario, si godettero la città senza essere disturbati da nessuno.
Antonio aveva l'ombrello con la mano sinistra e l'altra stretta nella mano della sua amata. Fece un lungo sospiro misto tra ansia ed emozione.
"Antonio, tutto bene?"-domandò preoccupata e si fermarono sotto un balcone.
"Amore, noi domani saremo così, mano nella mano, davanti all'altare!"
"Il nostro giorno è arrivato, amore! Sarai ufficialmente mio marito!"-Aisha si avvinghió intorno alla sua vita e diede un bacio sulla guancia.
Si resero conto di essersi fermati di fianco ad una birreria e sorrisero.
"Aisha, stai pensando alla mia stessa cosa?"-Antonio chiuse l'ombrello e anche lui l'abbracciò.
"Quella volta che eravamo mezzi brilli a Torino?"
"Bravissima! Ogni volta che ci penso, muoio da ridere!"

L'amicizia tra loro non era solo motivo di tristezza o di frustrazione ma anche di felicità e spensieratezza.
Antonio non aveva mai avuto un feeling così forte verso una donna; Aisha era la classica ragazza della porta accanto ma allo stesso tempo l'insegnante di lingue più stronza al mondo. Un po' lo era anche lui verso i suoi calciatori, invece fuori dal contesto lavorativo, era la persona più simpatica al mondo.
La giovane catanese aveva bombardato Antonio con l'inglese per mezzo pomeriggio, dalle dodici fino alle sei.
Dalla stanchezza, si grattó prima gli occhi e poi si toccò i capelli.
"Dai Antonio, per oggi basta!"
"Ci credo! Dopo sei ore! Ho il cervello in fumo!"-sospirò sollevato però amava la sua presenza e voleva fare qualcos'altro con lei.
Era sempre stato attratto da Aisha.
"Intendo con la teoria!"
"Spé, cosa intendi dire? Dillo in un modo più specifico!" il tecnico era basito.
"Antó, stasera hai da fare?" stava sistemando la cartella e poi scrutó l'orologio.
"No, perché?"
"Stasera facciamo pratica insieme..."
"Che tipo di pratica?" Antonio si grattó il capo quasi imbarazzato.
La donna roteó gli occhi e incominciò a sistemare tutto il materiale.
"Allora, questa sera andiamo insieme al pub a bere una birra, tu dovrai interagire con la gente in inglese... Io ti ascolterò e ti darò un giudizio!"
"Sei seria, Aisha? Qui in Italia?" non gli era mai capitato una situazione del genere.
Una donna con le palle peggio di lui.
"Certo Antonio! Verrò qui per le nove!"
"No Aisha, passo io a prenderti! Povero me!"
Con un sorriso dolcissimo, la bella interprete bació l'uomo sulla guancia e poi diventò rosso come peperone.
"Ciao occhi belli!"
Si giró e si avviò verso la porta. La mora indossava un piumino nero corto e un jeans skinny dove esaltavano le sue forme.
Antonio deglutì.
"Cazzo, me la farei! Dio, quant'è bella!"

Piazza duomo era l'espressione assoluta per quanto riguarda il romanticismo ma la coppia rideva come matti pensando alla scena. Andarono sotto agli archi e contemplarono la bellissima chiesa.
"Antonio, mi devi raccontare nuovamente la storia del peluche di Daniele!"
Ricominciarono nuovamente a ridere proprio come quella serata organizzata da Aisha.
Aveva fatto esaurire Antonio perché lo aveva portato in cinque pub a bere birra. Ogni volta che Antonio sbagliava una frase, dovevano bere la birra e poi cambiare locale finché lui non lo pronunciava bene. Al quinto pub filó tutto liscio.
Stavamo tornando a casa a piedi perché Aisha aveva costretto Antonio a passeggiare senza il suo amato SUV.
La mora era a braccetto con lui e ridevano come matti.
"Poi appena tornato a casa, naturalmente tutto ubriaco, mia madre mi aspettava davanti alla porta tutta incazzata e gridava:'Antonio, sono le tre di notte, dove sei stato?' Entrai dentro casa cantando ma ad un certo punto vomitai sul peluche di Daniele che aveva cinque anni!"
"Povero Daniele!"-Aisha continuava a sogghignare.
"Mia mamma, ancora più arrabbiata, chiamò mio padre e mi fece vedere le costellazioni! Nonostante le mazzate, io continuavo a ridere!"
Aisha dovette fermarsi perché le faceva male lo stomaco dal ridere forte "Oddio che scena! Poi il giorno dopo? Tuo fratello piccolo cosa fece quando scoprì che il suo amato peluche era pieno zeppo di vomito?"
"Mia madre raccontò a Daniele che io avevo assassinato il suo amato peluche. Lui andò in cameretta, mi svegliò e mi urlò in faccia che chiamava la polizia per arrestarmi per aver ucciso un orso di peluche!"
La pioggia cessò definitivamente e l'unico suono presente in quella maestosa piazza erano le risate di quel ricordo tragicomico.
La loro attenzione fu catturata dai rumori dei tacchi e osservarono in lontananza una coppia di fidanzati, molto probabilmente stranieri, passeggiare lungo le vie di Lecce.
Antonio si ricordó di una vicenda che era accaduta durante il ritiro con la nazionale italiana a marzo 2016 a Monaco di Baviera.
"Signora Sorrentini anzi signora Conte, ti ricordi quella notte del 28 marzo a Monaco di Baviera?"-accennò l'allenatore ridendo sotto i baffi.
"Che pazzia quella notte! Però che notte!"

Il rumore dei tacchi era l'unico suono che si poté udire in albergo,era notte fonda.
Aisha cercò di camminare lentamente per non fare troppo rumore. Entrò in ascensore e si guardò allo specchio; si sistemó prima i capelli e poi il cappottino color crema, pigió il tasto 0 e continuó a sistemarsi i capelli.
Giunta a destinazione, si aprì l'ascensore e accanto c'era un cartello con su scritto «Reserved rooms for Italian national team.»
C'era il portiere notturno a fare da guardia ma riconobbe Aisha, si ricordó di lei.
"Hi miss Aisha!"
Lei mise l'indice sulle labbra perché doveva fare silenzio.
Andò dritto alla camera 008, era la camera di Antonio. Egli preferiva dormire da solo perché si concentrava al meglio per gli schemi di gioco della partita del giorno dopo. La Germania era una squadra difficile da battere.
Aisha bussò la porta "Antonio?"
Bussò un'altra volta.
"Antonio? Sono Aisha!"
Bussò in maniera più decisa.
"Alla faccia che fai fatica a dormire! Antonio svegliati!"
Appoggiò l'orecchio vicino alla porta e Antonio russava.
Successivamente, la donna guardò dritto al corridoio e c'era un altro cartello con su scritto «Restaurant - 1»
Era venuta una grande idea, andò nuovamente in ascensore al piano meno uno e, appena la porta metallica si aprì, notò che era tutto buio. Si fece luce grazie alla torcia del cellulare. Aprì le porte del ristorante e rimase a bocca aperta per quanto sia grande; era un ristorante stile moderno sui toni del grigio e del bianco e, per quel poco che si vedeva, era già tutto pronto per la colazione. Appena lesse «Küche», venne un'altra bella idea. Entrò in cucina e si diresse verso i tavoli di lavoro, prese una pentola in acciaio e un mestolo. Uscì dalla cucina e salì con l'ascensore, andò dietro alla porta della camera di Antonio e lasciò i suoi tacchi vertiginosi.
"In trentatré anni della mia vita, non ho mai fatto questa cazzata!"-rimuginó mentre uscì dall'albergo a piedi nudi.
Calcoló più o meno la camera di Antonio e andò sotto la finestra. Per vederci meglio, nonostante sia a piano terra, mise la pentola a mo' di sgabello e fece il gesto di vittoria, aveva indovinato la sua camera.
Antonio dormiva beato a pancia in giù, era senza maglia ed era coperto solo con il lenzuolo.
Scese dalla pentola, la prese e con il mestolo incominciò a fare chiasso.

"Antonio Conte si deve svegliare perché con Aisha deve andare! Deve andare a ballare e l'inglese deve imparare! Se king non si sveglierà, Aisha la finestra scassinerà!"

Cantó a ritmo di quel frastuono, Antonio assonnato, si avvicinò alla finestra e l'aprì.
Fissò la ragazza ed era allibito.
"Ma sei impazzita? Sono quasi l'una di notte!"
Lei non fece caso alle sue parole e poi entrò dalla finestra. Si fiondó dritto nel suo armadio, uscì una camicia bianca e un jeans blu scuro. Posò tutto sul letto e fissò l'uomo che era ancora in mutande.
Aveva un fisico pazzesco; un fisico asciutto senza un filo di grasso, pettorale alto e le gambe toniche.
"Ammetto che hai un culo della madonna, Antonio! Si vede che hai giocato a calcio per tanti anni!"
Antonio Conte, in quarantasei anni della sua vita, per la prima volta si imbarazzó davanti a un complimento da parte di una donna e diventò tutto rosso.
"Grazie Aisha per il complimento, perché hai messo i miei capi sul letto?"
Lei si avvicinò all'uomo e mise le mani sulle spalle.
"Andiamo in discoteca e facciamo finta che io sia la tua ragazza! Devi sapere l'inglese anche nella vita quotidiana! Ogni tanto devi fare le verifiche orali!"
Aisha era bellissima, aveva un vestitino morbido color champagne e andò a recuperare i tacchi di quindici centimetri dietro la porta. Si sedette sul letto e le indossó.
"Una verifica orale per andare in discoteca?" - asserì alzando il sopracciglio.
Si specchió e si sistemó i capelli mossi. Antonio deglutì perché rimase sbalordito dalla sua bellezza.
"Io faccio sempre l'orale, ricordatelo mister Conte!"-si sedette di fronte a lui-"Vatti a vestire!"
Le battute a doppio senso vaneggiarono nella mente dell'allenatore. Mise le mani sulla faccia per stemperare la tensione.
Decise di cambiarsi e di darsi una bella sistemata in meno di dieci minuti.
"Sei bellissimo Antonio!"
Si avvicinò a lui mentre si specchiava. La sua attenzione si focalizzó su Aisha e poi si riguardó allo specchio.
«Facciamo proprio una bella coppia!»
Senza rispondere ad Aisha, lui l'abbracció forte a sé e si guardarono dritto negli occhi.
Si baciarono con veemenza e passione.
La discoteca era oramai saltata.

Le campane ricominciarono a suonare per annunciare la mezzanotte e il grande giorno era arrivato.
Sui loro volti, le lacrime di gioia presero possesso e si guardarono negli occhi.
"È il momento di accompagnarti in albergo, amore mio! Ci vediamo domani sull'altare, moglie mia!"-pronunció Antonio quelle parole singhiozzando, pensando a tutto quello che avevano passato.
"Non vedo l'ora di vederti vestito da sposo! Non vedo l'ora di urlare al Signore quel 'Si, lo voglio', Ti amo tantissimo marito mio!"
Si abbracciarono tra le lacrime e Antonio la prese a cavalcioni.
"Finalmente marito e moglie!"-Aisha asciugò le lacrime di Antonio con i pollici.
"Finalmente marito e moglie, pulcina mia!"

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora