54. La maledizione del primo nipote.

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Seconda parte.


In quella serata gelida di fine dicembre, era tutto pronto alla pizzeria "Laguna Blu".
Antonio per il suo addio al celibato, aveva prenotato un tavolo riservato per dieci persone in tranquillità e in punto tutt'appartato.
Decisero di vedere tutt'assieme la partita di Champions League tra Ajax e Bayern Monaco.
Il tecnico aveva optato per una serata semplice con i suoi affetti più cari.
Crocifisso Sorrentini detto "Ciuzzo" era il solito guastafeste,era arrivato a Torino con l'intenzione di "divertirsi" un po' troppo. Il suo unico pensiero era trovare una povera donna da essere sfruttata.
" 'nchia zii, chi spacchiu ri festa é senza fimmini?" (Minchia zio, che cacchio di festa è senza femmine?) burló Ciuzzo rivolgendosi a Claudio mentre cercavano parcheggio.
"Statti mutu o ti mannaiu a Catania a cavuci do culu!" (Stai zitto o ti spedisco a Catania a calci nel sedere!)
Lo chef era perennemente mortificato, aveva cercato in tutti i modi di ammonire il nipote e farlo stare al suo posto.
"Scusami Antonio, noi Sorrentini siamo gente allegra e goliardica ma non così tamarra!"
Il tecnico cercó di rassicurare il suo suocero.
"Tranquillo Clà, in ogni famiglia c'è una pecora nera, anch'io ho un cugino coglione che porta persino il mio stesso nome e cognome! Anche Aisha l'ha conosciuto, purtroppo!"
Riuscirono a trovare parcheggio e scesero dalla vettura.
Videro Andrea, Simone e Gabriele davanti alla porta di ingresso del locale ad attenderli.
Crocifisso aveva dei modi di fare davvero irritanti e, non appena vide Andrea insieme a Simone, non perse tempo per prenderlo in giro.
"Talé, Talé a cu avemmu ca, a fimmineddra ca si mascariava l'occhi ri nicu!" (Guarda, guarda chi abbiamo qui, la femminuccia che si scarabocchiava gli occhi da piccolo!) asserì ridendo a squarciagola.
"E talìa a cu avemmu ca, o tappiceddu lurdu ca si rascava i palli ravanti i fimmini!" (E guarda chi abbiamo qui, il tappetto sporco che si grattava i genitali davanti alle ragazze!) affermò il cosmetologo fissandolo negli occhi senza paura.
L'ego di Ciuzzo era ferito, Andrea non aveva più paura di affrontare quel ragazzo che da piccolo lo bullizzava. Il make-up artist non ce l'aveva con Giacomo e Manuela,loro erano persone dolcissime e sensibili come tutti i componenti della famiglia, solo Ciuzzo non faceva altro che portare guai.
D'altronde, era anche amico di "Ciccio Cannila" ed era stato proprio lui a far conoscere a Carol.
Vide Gabriele, anche su di lui aveva da ridire. Lui era ossessionato da Astrid.
"Zii, cu cazzu è su gialloncu?" (Zio, chi cazzo è questo spilungone?)
"U zitu ri Astrid!" (Il fidanzato di Astrid!) affermò lo chef, dandogli uno scapellotto in testa perché stava esagerando.
"Per non riconoscerlo, si vede che ascolta musica da spazzatura!"-incalzó Andrea.
Inizió a canticchiare.
"Rossa balla cu me! Come pazzi balliamo! Sei uno schianto! Stu cori senza chiù paroli,voglj sta cu te! Pure u sfizio e na sera, vien a ballà cu me! Sei uno schianto!"
Cambiò il testo per provocare il sistema nervoso del musicista, cantò anzi cercò di cantare "Bella Bionda" ma era stonato come una campana.
Si vantó con Gabriele asserendo che faceva sogni osceni ed erotici su Astrid.
"Astrid, unna si? Fammillu rivisciri. Fammi iri o pararisu!" (Astrid, dove sei? Fammelo resuscitare. Fammi andare in paradiso!) espresse toccandosi i genitali.
Il Dj ne aveva abbastanza, era seriamente nervoso, Claudio in quel momento, voleva sotterrarsi dalla vergogna.
Uscirono dalla pizzeria Gianluca, Daniele e Carlo, erano preoccupati perché tutti erano in ritardo.
"Antó, ma siete ancora qui fuori?" Gianluca osservò la faccia di Antonio allibita.
"Avanti, il tavolo è pronto!" terminó la frase Daniele.
"Ora entriamo subito!"
L'allenatore cercó di stemperare i toni.
"Ma cuscì 'ntó a 49 anni ti si isa ancora sulu?" (Cugino Antonio, ma a 49 anni ti si alza ancora da solo?) domandò Ciuzzo abbracciando Antonio.
"Non uso viagra! Tutto naturale! È merito di Aisha! Sarò l'unico che riuscirà sempre a soddisfarla sotto ogni punto di vista!"
Il tecnico diede una pacca sulla spalla a Ciuzzo.
"Su entriamo che lo show è durato fin troppo!"
"Ma iu vogghiu fimmini!" (Ma io voglio le femmine)
" È trasi, malanova a tia vastasu!" (Dai entra, mannaggia a te, maleducato!) Claudio non vide l'ora che quella serata finisse il prima possibile ma il meglio doveva ancora venire.
Entrarono dentro la sala e, appena il cameriere riconobbe Antonio, indicò il tavolo appartarato sotto la sua richiesta.
Non appena si accomodarono, Antonio aveva notato che mancava ancora una persona.
"Clà ma Giacomo?"
"Mio fratello si scusa, caro! Ha appena avvisato che ci raggiungerà in seconda serata, mia cognata Manuela è diabetica e lui l'aiuta a fare l'insulina!"
Antonio era veramente dispiaciuto per quella situazione triste.
"Purtroppo questo diabete è dovuto ai tanti dispiaceri che Ciuzzo ha portato a lei e a mio fratello! In adolescenza è stato anche in riformatorio perché rubava ai supermercati, spacciava erba ed ogni notte loro venivano svegliati dalle telefonate da parte dei carabinieri perché faceva sempre incidenti e piccoli infrazioni! Ciuzzo è una causa persa!" raccontò lo chef rassegnato.
"Nulla è perduto, Clà! Per fortuna Giacomo e Manuela hanno Clarissa e Beatrice che sono delle figlie esemplari, pensate che hanno la stessa età di Carol, sono nate nel 1994!" espresse Andrea mentre sorseggió un Martini bianco.
"Sono gemelle?" domandò Gabriele mentre appoggiò sul tavolo un bicchiere di birra.
"No, nel senso che Clarissa è nata il 4 gennaio 1994 e Beatrice il 4 dicembre dello stesso anno!"
Claudio sorrise, amava tantissimo le sue nipotine.
"Ma tu guarda che bello! Avanti su ordiniamo le pizze! Ma Ciuzzo?" chiese Antonio.
Tutti i presenti si voltarono e videro che, affianco al loro tavolo, c'era un'altra sala dove si festeggiava un compleanno, all'improvviso videro Ciuzzo ballare "Dragostea din tei" facendo il trenino con delle spogliarelliste.
"Vrei sa pleci dar nu ma, nu ma iei
Nu ma, nu ma iei
Nu ma, nu ma, nu ma iei
Chipul tau si dragostea din tei
Mi-amintesc de ochii tai!"
Si strusció davanti alla spogliarellista senza vergogna.
"Chista è festaaa! Bedda tappinaraaaa!" (Questa è festa! Bella puttanella!) urlò Ciuzzo sculacciando il sedere di una delle spogliarelliste davanti a lui mentre Claudio e Antonio tentarono di portarlo al loro tavolo.
"Lassatimi iri, fuiu 'nvitatu di l'amicu mio Giorgio!" (Lasciatemi andare, sono stato invitato dal mio amico Giorgio!)
"Qualcosa non va?"
Antonio e Claudio si sentirono chiamare e, non appena si voltarono, rimasero sconvolti... Il famoso Giorgio era proprio lui, George Hagi.

Terza parte

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora