3. Colloquio, Sproloquio.

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"Caro Diario di bordo o quaderno degli appunti,
Ho capito oggi una cosa; i Sorrentini e i Conte iniziano sempre con il botto! La mia Aisha fece incidente con il suo datore di lavoro, nonché il suo alunno e fidanzato. Io ho sbottato contro il mio datore di lavoro, fratello del datore di lavoro mia sorella... Beh, si! Ci siamo capiti!
Licenziata prima essere assunta? Le Sorrentini sono brave in questo!"

Dalla vergogna, la giovane Carol non riuscì a guardare Daniele, entrò nel suo studio quasi trascinando i piedi e voleva scappare a gambe levate.
"Maledetta lingua!"
Rimuginó quasi terrorizzata e si sedette di fronte a lui, ma al suo fianco c'era un uomo sulla quarantina di bell'aspetto. Il classico tipo fissato per l'aspetto fisico quanto Daniele, capelli rasati e barba brizzolata. Indossò una camicia di jeans aderente e un pantalone beige skinny dove esaltavano i suoi arti muscolosi.
Accolse la ragazza con un sorriso smagliante e lei contraccambió con uno sghigno.
"Sorrentini Carolina, ho dedotto che Lei ha davvero una lingua troppo lunga!"-esordì Daniele con le braccia incrociate-"Anche se sei stata raccomandata da mio fratello, non significa che sei assunta al cento per cento!"
"Cosa ha fatto questa ragazza di così grave?"-domandò l'uomo incuriosito.
"Lui è Fulvio, l'altro mio socio e migliore amico!"
Le gote della ragazza erano di un rosso peperone e allungò la mano per presentarsi.
"Salve, io sono Carol..."
"...lina! Lei è Carolina!"-intervenne il fratello di Antonio con occhi vitrei-"Voglio vedere se ha il coraggio di ripetere tutto!"
"Cosa può aver detto di male questa bellissima ragazza?"
Per non piangere dall'imbarazzo, Carol osservò il soffitto e sospirò.
"Ho detto:andasse a modificare i prezzi del menù, maiale schifoso che si fa le cameriere e Danielino mutandino!"
Fulvio incominciò a ridere a crepapelle, piegandosi in due, ma Carol non capì la sua reazione. Daniele spinse il collega e mimó di stare fermo.
"Daniele, dai! Ha detto la verità! Mica è bugia!"-poi osservò la ragazza letteralmente confusa-"Sei assunta, Carol! Giusto?"
"S-si!"-spalancò gli occhi ancora più turbata.
"Amo la sincerità! In questa stanza ci sono più preservativi che fatture!"
Le guance di Carol si gonfiarono perché voleva scoppiare a ridere, Fulvio continuó a ridere ma Daniele era nero per via della sua uscita.
Si alzò senza dire niente e se ne andò via arrabbiato.
Lei lo inseguì con lo sguardo.
"Dovevo dirlo, Carol! Stai tranquilla! Io ci sono sempre qui! Lui va spesso a Londra dai fratelli!"
"Quando posso incominciare, Fulvio?"
"Per me anche stasera!"
"Sei gentilissimo!"
Finalmente Carol sorrise e si alzò per stringere nuovamente la mano. Fulvio rimase incantato da lei.
La bellezza mediterranea di Carol era ben evidente:alta più di un metro e sessanta, fisico statuario, capelli mossi sul castano e un viso anatomicamente perfetto.
"Carol, ho letto che sei cresciuta in un ristorante! Giusto?"
"Si, abbiamo un ristorante!"
"Stasera sarai il nostro direttore di sala, sei sveglia e molto in gamba!"
L'uomo consegnò la sua divisa, presa dall'armadio dell'ufficio e abbozzó un sorriso.
Da un licenziamento immediato, Carol era già diventata direttore di sala.

Carol era riuscita ad ottenere quel posto di lavoro come direttore di sala al Three-Apple.
Era un colloquio di routine, dato che la ragazza ci avrebbe lavorato a priori per via della tutela che Antonio aveva su di lei, in assenza dei genitori.
Con l'appoggio di Fulvio, il terzo socio, l'assunzione della bella sicula fu del tutto assicurata, con tanto di broncio da parte di Daniele.
Dalla morte di Aisha, come segno della loro profonda e bellissima amicizia, Barbara si era prodigata come sostegno morale nei confronti della giovane Carol e voleva sapere tutti i retroscena del fantomatico colloquio.
Arrivó a casa e si buttó a capofitto sul divano. Chissà quante volte ci era stata Barbara con Daniele.
"Pronto Barbi?"
"Ehy scimmietta bella, come va?"-udì lo sghignazzare della senese, non era nella pelle.
"Uff!! Anche tu? Sai che non sopporto questo nomignolo!"
"Dai Carol, dimmi tutto! Perché quando mi chiami non è mai a caso, ma solo perché ne hai bisogno, sfruttatrice del mio cuore!"
L'ironia di Barbara era alle stelle, soprattutto per la soddisfazione personale; Daniele single e cornificato e lei felicemente fidanzata con un uomo premuroso e speciale come Gabriele.
"Lo sai bene che mi trovo a Torino! Lavorerò per Tonino cagasottino e il fratellino mutandino!"asserì alzandosi dal divano e andò in frigo a mangiare qualcosa, Antonio ordinò di riempirlo di tutto ciò che lei amava mangiare. Rimase stupita per un attimo, ma poi si riprese e capì quanto Antonio fosse un deficiente.
"Carol? Tutto bene?"
"Oh si! Ho un lavoretto per te, Barbi! Ho bisogno di te per la ristrutturazione del locale, ho avuto la benedizione di Fulvio!"
"Fulvio Orlando? Oh Carol, gli hai promesso un pompino?"
"Ma che dici Barbi, no! È tutto frutto della mia testa, mio Dio!"
"Ah ok, perché non te lo consiglio! È peggio di flash, arriva dopo 55 secondi, non c'è piacere! Detto da una mia collega!"
Carol scoppiò a ridere di gusto e addentó un biscotto secco.
"Ora guarderò Fulvio con occhi diversi, grazie a te bionda!"
Subito dopo essersi consultata con Carol per la ristrutturazione del Three-Apple,Barbara andò in cucina a bere un caffè caldo. Aveva giornata libera e quindi decise di chiamare immediatamente Antonio. Serviva l'assenso del grande capo.
Antonio era seduto sul divano di casa sua, coccolandosi le sue piccole principesse Vittoria e Jasmine. Ormai erano loro la sua unica ragione di vita. Squilló l'Iphone e visionó spalancando le orbite.
"Barbara? Che vorrà mai a quest'ora?"
Le chiamate dai Several erano sempre una fitta allo stomaco per Antonio. Il ricordo di Aisha era ancora più nitido.
"Antonio caro, ciao!"
"Ciao Barbara! Tutto bene?"
"Si si grazie tutto bene, tu e le principesse state bene?"
"Si dai, si va avanti..."
Si susseguì un attimo di silenzio imbarazzante, da parte soprattutto di Antonio. Nonostante si fosse rifatto nuovamente una vita, Aisha era sempre nel suo cuore e sentiva profondamente la sua mancanza.
La bionda prese subito la palla in balzo spiegando che Carol aveva già messo scompiglio tra i due capi. Antonio scoppiò a ridere e, per una frazione di secondo, pensò alla sua Aisha, era tale e quale a Carolina per scompiglio e spirito d'iniziativa.
"Antonio, per caso sei d'accordo se io e Carol decidiamo di dare una bella rimodernata al locale? Senza offesa, ma è frequentato solo da vecchi snob rincoglioniti che nemmeno il viagra mischiato allo zabaione glielo fa alzare!"
"Barbara..."-puntualizzó Antonio mettendosi le mani in volto, non aveva la testa di affrontare la ristrutturazione del locale- "Sai che me ne importa se ai vecchi rincitrulliti non gli si alza? Un cazzo, appunto! Fate quello che volete! Non mi dire nulla Barbara, non ho la testa per queste cose! Rimodernatelo, demolitelo, distruggete, rialzate o fate quello che vi pare, a me non interessa un tubo!"
"Okay! okay! Ma mister Conte, che esagerazione demolire, no! Anche se opto sul fallimento, ma vabbé! Lo faccio solo per Carol e per quei pochi che hanno bisogno di lavorare come Denise e Stefano. A proposito ma chi paga?"
"Fate pagare a mio fratello. Che uscisse i soldi di tasca sua, quel tirchio!".
"Cacchio Antonio! Mi piaci così!
"Ciao Barbara! Devo andare, se non ti dispiace!"
La bionda senese fece un lungo sospiro; era l'unica dei Several che non ce l'aveva con lui anzi, capì perfettamente la sua situazione e la sua sofferenza.
"Antonio? Sappi che sei stato un grande amore per Aisha! Ti ha amato con tutta se stessa!"
"Grazie!"-rispose l'uomo con la voce rotta dal pianto.
Dall'altra parte, c'era qualcuno che voleva piangere, ma la sua malattia l'aveva imprigionata.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora