30. Irresistible.

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Un silenzio insolito regnò nell'abitacolo di Cosimino, guidata da Antonio. Il tecnico era più taciturno del solito.
Aisha era seduta al suo fianco, incurvó le sopracciglia e poi osservò suo fratello Gianluca attraverso lo specchio retrovisore e quest'ultimo gesticoló, anche lui non capì il suo silenzio.
La donna lo riguardó e sospirò.
"Antonio? Tutto bene?"-domandò a bassa voce.
"Mi ha chiamato il maestro, Aisha!"
"Il Trap? Cosa ti ha detto?"
"Ci vuole vedere."
"Per quale motivo?"-Aisha era più confusa che persuasa-"È successo qualcosa?"
"Non lo so! Vuole vedere anche Astrid, Andrea e Barbara, naturalmente quest'ultima non può!"
Gianluca si affacciò mettendo la testa tra i due sedili e guardó la coppia.
"Non pensate subito al negativo anzi, può darsi che abbia avuto qualche notizia della tua ex, visto che è sparita!"
Vennero interrotti dai colpi di tosse da parte di Carol, Gianluca si avvicinó alla ragazza preoccupato e mise la mano sulla sua fronte.
"Carolina, ma hai la febbre?"
"Gianluca, cazzarola! Hai avuto tre figlie e non sai che ho la nausea per la gravidanza!"-asserì ansimando e abbassò il finestrino.
"Tesoro, siamo arrivati a casa!"-Aisha si voltó verso sua sorella.

Se la casa da single di Antonio potesse parlare, molto probabilmente manderebbe a quel paese il proprietario di casa per quante vicende avesse vissuto da quasi trent'anni a quella parte.
Carol uscì dal bagno pallida e con gli occhi lucidi. Aisha si avvicinó alla sorella e la fece sedere su una sedia.
"Amore, è tutto normale! Lo spermatozoo Conte ti porta la nausea! Confermato anche da Annalisa!"
Si voltó poi verso i fratelli che divennero rossi dall'imbarazzo, erano seduti al tavolo a sorseggiare una tazza di caffè.
"Ho bisogno di una bella doccia rigenerante!" asserì Gianluca sbadigliando.
"Già! Tutti noi ne abbiamo bisogno! Prima vado io, poi Gianluca ma Antonio e Aisha? Voi ci entrerete direttamente in coppia?" burló la piccola Sorrentini facendo arrossire i due.
"Ah, se quelle magliette messe al contrario potessero parlare..." sghignazzó Gianluca.
"Vi siete collaudati tra voi per prenderci per il culo?" ammonì l'allenatore dando uno scapellotto in testa al fratello.
"Allora, io dormo sul divano!"-Gianluca affermò mettendo le tazzine nel lavabo.
"Io nella cameretta di Daniele, visto che sono sola!"
"Ed io?"-chiese Aisha.
"Con Antonio, ovvio! Non fate i finti tondi! Per una notte non si muore!"-burló Carol mentre andò a prendersi una bottiglietta d'acqua-"Vado in cameretta, ora chiamo Daniele! Buonanotte Gianluca, vai tu a farti la doccia per prima!"
"Perché buonanotte solo a Gianluca?"-domandò Antonio con le braccia conserte.
"Perché ho i miei dubbi, visto che siete fuoco e paglia! Ciao cognatino e sorellina!"
Senza aggiungere nulla, la ragazza se ne andò in camera chiudendo la porta.
"Allora, io vado in bagno..."
Gianluca venne interrotto da Aisha che andò in camera da letto, guardando il tecnico ammutolito dalle parole di Carolina.
"Tranquillo, Gianluca! Io e Antonio andiamo in camera da letto senza protestare!"

Antonio se ne stava in silenzio, disteso sul letto a contemplare ammaliato la donna più bella del mondo.
Aisha spazzolava i suoi lunghi capelli morbidi e setosi davanti alla specchiera con fare perplesso.
Appena alzò lo sguardo, vide nel riflesso l'uomo che sorrideva dolcemente, la donna ricambió il gesto timidamente.
"Piccola mia, cos'è che ti turba?" chiese il tecnico avvicinandosi alla bella mora prendendo le sue mani con dolcezza.
"Tutto Antonio! Mi turba tutto! Barbara e la sua malattia, mi turba il fatto che non posso stare vicino a mia figlia che mi manca da morire, questa situazione assurda che stiamo vivendo! Questo dormire insieme ogni volta, senza sapere cosa siamo! Mi turba l'uomo che amo e che..." Aisha era un fiume in piena, si morse il labbro inferiore.
"...e che?" Antonio fece cenno di continuare.
"Niente Antonio! Niente! Sto blaterando! Sarà la mancanza di sonno, meglio andare a dormire!"
L'allenatore la bloccò, la prese per i fianchi e la guardò con fare passionale.
La strinse stretta a se, voleva fargli sentire quanto la desiderasse, la baciò con veemenza, di quel bacio si intravedevano più le loro lingue impazzite nel rincorrersi e si staccarono a fatica.
"Non lo capisci che mi fai stare bene? Sei un bene per la mia stabilità emotiva, per il mio equilibrio, rendi la mia vita bella in tutte le sue sfaccettature! Sei il mio toccasana, Aisha!"
La donna lo guardò con il fare malizioso, aiutò il tecnico a togliersi la maglietta e incominciò a baciare il petto dell'uomo. Assaporó ogni centimetro della sua pelle, leccó la sua voglia, Antonio ansimó a voce viva. Scese sempre più giù privando il partner di tutti gli indumenti restanti.
Prese l'intimità dell'uomo e iniziò a dargli piacere con la mano, l'erezione era alle stelle.
Aisha quella sera praticó ad Antonio il sesso orale più bello di tutta la sua vita. Stava impazzendo di piacere, non voleva arrivare subito, prese Aisha e la spoglió in men che non si dica.
Era nuda.
Era una sua dea.
L'adagió sul letto mettendola a novanta, la penetró con foga da dietro, non stava più nella pelle, furono affondi veloci e forti alternati da spinte lente e profonde.
Emanò un forte urlo Aisha, il tecnico lo coprì con la sua mano senza smettere di penetrarla, la bella mora morse il dito del partner e gemettero insieme.
Si teneva sulla testiera del letto, ogni affondo di Antonio le faceva vibrare il ventre.
Con la mano sinistra torturava i suoi seni e con la mano destra massaggiava il clitoride.
Arrivarono sfiniti e felici.
Respiravano a fatica, l'intimità di Antonio era ancora dentro di lei, caddero sul letto senza staccarsi.
"Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, Aisha. Sei troppo importante per me! Sai cosa provo per te!" sussurrò l'uomo.
Aisha voleva però sentire dire quella parolina.
Voleva sentirselo dire quel "Ti amo" che tardava.

*****

Si alzò alla buon'ora in quella mattina; si mise a bere una delle sue amate tisane al miglio verde e contempló la sua piccolina Jasmine nelle foto inviate da Annalisa, dormiva beata nel lettone abbracciata alla cuginetta Emma.
"Sei bellissima amore mio, tutta tuo padre!" -farfuglió Aisha tra sé e sé- "Ma mi raccomando,non prendere la sua testa però..."
"Guarda che ti ho sentito!" asserì l'allenatore appoggiato alla porta.
"Dio quanto è sexy..." pensò la donna nella sua mente per poi darsi gli schiaffi in fronte.
Appoggiò con decisione la tazza sul tavolo e si guardó attraverso il cellulare per vedere se il make up fosse ancora impeccabile.
"Basta Aisha, basta! Sei malata! Tu devi guarire!"
"Guarire da cosa!?"domandò Antonio stizzito.
Sgranó gli occhi e vide la donna vestita in maniera seducente.
Pensó alla nottata prima e contó fino a dieci.
"Poi dove vai così vestita con tubino e tacchi alti alle nove del mattino?"
"Antonio ho una seduta di terapia alle dieci!"
"Terapia? Che terapia?" chiese l'uomo ancora più confuso.
"Ecco... Si, ehm... Ho una seduta di terapia per... insomma, per malati di sesso!"
L'uomo la guardó sbigottito.
"Malati di che!?"
"Si Antonio, sono malata, una malata di sesso! Non è possibile che noi due ci mettiamo a fare sesso senza che stiamo insieme e poi litighiamo dalla mattina alla sera! Ti avverto, dopo stanotte mi metto la cintura di castità!" intervenne Aisha con fermezza.
"M-malata di sesso?! Ma noi non... "
"No Antonio non dire nulla è deciso! C'è chi va agli alcolisti anonimi, chi va nei centri antiviolenza, chi fa sedute per combattere il gioco d'azzardo, la fame..."
"La fame!?" Antonio era sempre più confuso.
"Devo guarire dalla libidine sessuale che ho per te! Dovresti farle anche tu queste terapie! Sei un sessuomane, ecco!"
Antonio la guardava con occhi sgranati.
"Sessuomane io?!? Ma noi facciamo l'amore Aisha, cazzo!
"Vedi? Nomini sempre il cazzo e non va bene perché poi mi viene la tentazione, basta!"
"Ti rendi conto che stai dicendo solo cazzate, Aisha? Tu non hai bisogno di quella terapia e guarire dal sesso o da me! Tu hai voglia di me come io ho voglia di te!"
"Basta Antonio! Sei un coglione! Taci, cazzo!"
"Taci tu o..."
L'uomo si mise le mani in faccia per stemperare la tensione.
"O cosa, Conte?"
"Ti sbatto al muro che non riuscirai a camminare per un mese! Altro che stanotte... È stata solo una passeggiata!"
"Tu sei malato... Pazzo!"
"Tu non capisci un cazzo!"
Si affrontarono occhi negli occhi e quei maledetti occhi non resistettero.
Si baciarono con foga e andarono in camera da letto.
Sul pavimento, il cellulare di Antonio squilló incessantemente ed era il dottore Paul Graham.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora