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Flashback

22 maggio 2017

Le trombe suonarono per festeggiare la vittoria del campionato inglese a casa dei blues. Migliaia di tifosi del Chelsea erano allo stadio fino dalle luci del mattino.
Gli striscioni dedicati ad Antonio campeggiarono appesi ai cancelli, era il nuovo king di Londra e tutti ne erano pazzi.

«Ero appoggiato alla mia auto e osservavo attentamente quei tifosi impazziti cantare "alé alé Antonio Conte" a pieni polmoni.
Feci un sorriso beffardo perché sapevo che si sarebbe trasformato in giorno più brutto della sua vita! Il mio cellulare squilló e vidi che Elisabetta mi stava chiamando. Risposi ed era abbastanza arrabbiata.»

"Dove cazzo stai!?"-Elisabetta urló così forte che persino un uomo si giró perplesso.
Il dottore si fece spallucce e si girò verso la sua auto.
"Calmati, cosa urli? Tuo marito non è ancora arrivato allo stadio!"
"Gisella non si fa sentire da giorni! Come osa quella sfigata? Servono tre persone per pestare la turca!"
"Dove stai?"-rispose mentre osservava l'ennesimo striscione per Antonio appeso da due ragazzi.
"Settore west stand, fai subito!"
Chiuse la chiamata senza salutarlo. Alessio Belli era attratto da quella donna meschina ma allo stesso tempo, dal charme irresistibile.
L'uomo aveva parcheggiato al settore "East stand", esattamente il lato opposto.
Gettò la sigaretta integra e salì in auto. Arrivò in pochi minuti e scrutó Irina e Gloria che cercavano di calmare Elisabetta.
Alessio corse vicino alle donne.
"Qual è il problema? Vi stanno sentendo tutti!"-asserì il medico incrociando le braccia.
"Ehi, ricordati che siamo a Londra e qui parlano in inglese, anche se fosse sono già tutti ubriachi!"-Elisabetta si mise di fronte all'uomo con occhi vitrei.
"Allora dimmi cosa ti prende!"
Dalla rabbia, Elisabetta diede un calcio alla bottiglietta trovata a terra.
"Gisella non si fa viva da un sacco di giorni! Lei era il nostro palo!"
"...e quindi?"
"Ma sei rincoglionito? Dobbiamo fare fuori quella turca maledetta!"
"Ma ci sono io!"

«Me lo ricordo bene quella scena;il volto di quella puttanella era prima furioso e poi mi sorrise dolcemente. Ero pazzo del suo sorriso, quel sorriso che prime ti inganna e poi ti illude.
Ero ipnotizzato da lei.»

Le urla dei tifosi erano inovattate al parcheggio sotterraneo dello "Stamford Bridge".
Alessio osservò dietro ad un pilastro l'uscita di Aisha.
Gloria e Irina erano di fronte a lei.
Il segnale era solo una parola:"Attacchiamo!"

«Ho operato un sacco di persone, ho visto morire gente e nascere nuove vite ma quella terribile aggressione mi lasciò esterrefatto. Gloria Laido e Irina Koloh picchiavano la povera Aisha con ferocia e brutalità.
Lei non si difendeva ma difendeva la sua figlia stringendo con le braccia il suo pancione.
Appena sentimmo dei passi, Irina e Gloria scapparono in ascensore ed io nella mia auto.
Osservai la scena dai sedili posteriori ed era straziante; Mai visto un Antonio Conte in lacrime dalla disperazione, aveva la sua amata Aisha tra le braccia e l'abbracciava forte a sé.
Mi chiamò Elisabetta e, sempre con rabbia, disse di andare immediatamente in ospedale.»

Socchiuse gli occhi e Astrid degludì il rospo amaro. Il dottore notò lo stato d'animo sofferente della criminologa e cercò di ottenere la sua attenzione.
"Se sei rimasta sconcertata da questo racconto, meglio che non vado avanti..."-si dondoló sulla sedia.
"Cioè, Belli?"-Astrid alzò lo sguardo lentamente.
"In ospedale successe di tutto... Ho evitato un altro grave capo d'accusa!"
"Non capisco dove vuoi arrivare!"-rispose con un tono autoritario.
"Lasciami spiegare..."

«Vedendo Aisha Sorrentini su quel letto d'ospedale, mi faceva quasi pena ma questo sentimento duró solo un istante.
Nonostante i lividi e percosse su tutto il corpo, era bellissima...
Il suo viso candido e niveo mi fece impazzire, così impazzire volevo approfittarmi di lei.
Non mi ero reso conto del tempo contato e incominciai a slacciarmi la cintura ma Graham, quel pezzo di merda di Paul Graham, era arrivato in anticipo.»

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora