43. Insanity.

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Dall'abitacolo torinese in via Dante Alighieri, dove vivevano Antonio e Aisha.
La bella interprete amava affacciarsi tutte le sere dal balcone a scrutare una bellissima luna piena, inebriandosi dell'odore di rugiada che le foglie colorate lasciavano staccandosi dagli alberi. Amava l'autunno.
Si girò lentamente appena sentì dei passi felpati arrivare lungo corridoio, era Antonio che aveva appena messo a dormire la piccola Jasmine, adorava addormentarsi in braccio al papà. Vittoria era andata a fare un pigiama party a casa di Gianluca e Annalisa con le cugine Martina e Chiara.
"Amore..." esordì Antonio parlando a bassa voce, le luci soffuse del salotto rendevano l'atmosfera più calda.
"Antonio..." la donna andò incontro al compagno e, senza dire nulla, si abbracciarono forte.
L'alchimia tra la coppia era alle stelle e il tecnico riusciva sempre a capire ogni stato d'animo della propria fidanzata.
"Che succede pulcina? Ti sento così tesa!" asserì l'uomo dando un dolce bacio sulla sua fronte. La donna si scostó dall'abbraccio e si sedette sul divano.
"Sono in ansia, Antonio. Trenta milioni! Trenta milioni di euro! Amore, i tuoi soldi! Come faremo a recuperarli tutti? Ci riusciranno mai Astrid e tutte le autorità? Finirà mai questa sofferenza? Elisabetta riusciranno mai a prenderla?"
L'interprete era un fiume in piena, Antonio si sedette accanto a lei e prese delicatamente le sue mani.
"Non ho ancora una risposta a tutte le tue domande, amore mio. Mi fido di Astrid e so che riuscirà a fare un ottimo lavoro. Io ti prometto solo una cosa, non ti lascerò mai più sola! Nessuno oserà mai più torcerti un capello, dovranno vedersela con me! Ti proteggerò finché avrò vita su questa terra, ti amo da morire, mio fiore dolce e delicato!"
Aisha sorrise, prese dolcemente il viso dell'uomo tra le sue mani minute e lo baciò dolcemente. I loro volti si sfiorarono, ogni loro contatto era sempre un brivido.
"Amore, voglio che tu sappia una cosa su quei trenta milioni..."
L'allenatore si alzò, iniziò a camminare avanti e indietro e poi si inginocchió davanti alla sua donna.
"Quei soldi che Betta ci ha rubato erano i tuoi! Io li avevo messi da parte per te! Sapevo quanto fosse stato importante per te riuscire ad aprire una scuola internazionale per ragazzi in difficoltà economiche, dando loro la possibilità di poter imparare le lingue straniere gratuitamente! Avevo messo da parte per te quella cifra per riuscire a pagare il locale che ti eri scelta per poter portare avanti questo progetto!"
"Ma Antonio, io..." -la donna era esterefatta- "Cioè, ma quando tu..."
Non riusciva a parlare. Appoggiò la schiena sul divano, facendo lunghi sospiri.
"Avevo messo da parte quei soldi ancor prima di metterci insieme, sapevo che non avresti mai accettato e così di nascosto l'ho detto solo ai tuoi genitori che mi hanno subito appoggiato!"
Aisha pianse di gioia.
"Amore.. Tu sei fantastico! Non ho parole per poter descrivere la grandezza del tuo cuore! Amore mio, sono la donna più fortunata del mondo! Grazia vita mia!"
"Grazie a te che la vita me l'hai nuovamente ridata, pulcina mia!"
Si abbracciarono forte e si baciarono.
Fu un bacio passionale, le loro lingue si rincorrevano all'unisono vogliose l'una dell'altra.
Antonio prese Aisha in braccio come un cavaliere d'altri tempi e si diressero verso la camera da letto.
Si amarono follemente, nel loro letto, il loro nido d'amore.
Si privarono di tutti i loro indumenti; Antonio prese Aisha e la mise a cavalcioni su di lui, la donna inarcó la schiena e lentamente fece scivolare l'intimità del partner dentro di lei.
Furono colpi veloci e decisi, ogni affondo era un gremito a voce viva.
Dopo un po' arrivarono insieme al culmine accasciandosi sul letto con i loro respiri ancora irregolari.
Aisha era straiata su Antonio, si baciarono nuovamente appassionatamente.
"Non immagini quanto io ti amo!"
"Ti amo da impazzire anch'io, Antonio!".
"Manca poco e sarai mia moglie!" sussurrò Antonio accarezzando dolcemente la nuca della donna.
Lei rispose con un bellissimo sorriso e lo baciò di nuovo ardentemente.
Era solo il loro magico momento e volevano goderselo.

*****


"Caffè?"
Le lancette dell'orologio a parete, era l'unico suono in quella stanza alla caserma a Torino.
L'appuntato Francesco Ploaghe entrò con un vassoio tra le mani e il profumo del caffè inebrió tutto l'ambiente.
C'era il maresciallo Nicola Boris, il carabiniere Tommaso De Pietro e Astrid, vicino alla finestra a scrutare l'arrivo del dottor Belli.
"Grazie Ploaghe, io lo vorrei!"-rispose il marasciallo, seduto vicino al computer.
L'appuntato passó la tazzina e osservò il carabiniere che stava leggendo le carte su una poltrona.
"De Pietro? Lei invece?"
"No no, la ringrazio!"-non alzò nemmeno lo sguardo.
Si avvicinò alla criminologa e lei si voltò facendo un sorriso.
"Grazie mille per il caffè, ho dormito poco stanotte!"
Realmente, in quella notte non aveva chiuso occhio, la chiamata del dottor Belli l'aveva destabilizzata. Mesi di ricostruzione dei fatti buttati nella spazzatura.
Non capì quel dietro-front nei confronti di Elisabetta Fancheri.
Riguardó nuovamente alla finestra e vide la famosa auto nera vista da Antonio al giorno della tentata rapina alla piccola Vittoria.
Il suo stomaco era dolorante dall'ansia. Era ansiosa di scoprire cosa avesse in mente quell'uomo poco affidabile.
Appoggiò la tazzina del caffè sulla scrivania del maresciallo e uscì dalla stanza quasi correndo.
"È arrivato Belli! È la sua auto!"
Nel corridoio Boris bloccò Astrid dal polso. Non capì quel gesto.
"Signora Giordano, meglio che indossi un giubbotto anti proiettili! Stai andando a parlare con un serial killer!"
Con premura, il gentilissimo appuntato passó il giubbotto e lo indossó velocemente.
"Avvisa la sua squadra di controllare l'auto del signor Belli e di ammanettare quest'ultimo! Controllate se porta le armi con sé!"
"Certo Giordano!"- obiettó il maresciallo.
A passo svelto, Astrid uscì fuori dalla caserma e guardò il medico uscire dalla macchina.
La tensione si tagliava con il coltello ma subito i carabinieri fecero dei controlli. Presero l'uomo e perquisirono, facendo appoggiare vicino ad un veicolo della polizia.
"Signora Giordano, non è armato!"-confermó De Pietro.
Tiró un mezzo sospiro di sollievo, la bella rossa si avvicinò a Belli con meno ansie.
L'osservó con occhi vitrei ma Alessio Belli fece un mezzo sorriso.
"Buon pomeriggio, Astrid Giordano!"
"Grazie a lei, stanotte non ho chiuso occhio!"-incroció le braccia.
"Se non vuoi chiudere occhio anche stanotte, possiamo andarci a letto! Vorrei farmi l'ultima scopata con una donna diversa! Quella puttana non merita di essere l'ultima!"-occhieggió la donna mordendosi il labbro.
"Belli, se continui a parlare, ti stacco i gioielli di famiglia! Aggiungiamo anche una bella querela??"
"Oh, volevo essere simpatico!"-cambió il tono di voce, era stizzito.
"Non credo che vorrebbe confessare in un cortile di una caserma!"
Il maresciallo ordinó al carabiniere di mettergli le manette e portarlo in ufficio.
Tolsero le manette appena arrivarono nella stanza e il medico prese la tazza del caffè lasciata da Astrid qualche minuto prima.
"Vengo in pace, siate calmi!"-esclamò il medico buttandosi a capo fitto sul divano.
La criminologa prese la prima sedia e si sedette di fronte a lui.
"Quindi avevi una relazione con Fancheri?"
"Per lei era solo sesso ma io provavo qualcosa di più!"-sorseggió il caffè velocemente- "Che situazione strana... Innamorata del padre della donna che aveva tentato di ucciderla!"
Ebbe conferma anche da Belli, Elisabetta era innamorata del papà di Aisha, Claudio Sorrentini.
Il maresciallo Boris fece l'occhiolino ad Astrid e guardò il registratore;aveva già premuto il tasto REC.
"Immagino la delusione, signor Belli!"
"Ora non mi interessa più nulla di quella bastarda... Astrid! Posso chiamarti Astrid?"
"Chiamami come vuoi,l'importante è che sia al suo agio a raccontare la vostra esperienza da assassini!"
Prese la tazzina vuota e si appoggiò sulla scrivania. Si mise dietro all'orecchio della rossa.
"Sai Astrid, anche a me dispiaceva vedendo la fanciulla Aisha in quelle condizioni...-sussurrò nell'orecchio lentamente- "Cavoli, nonostante fosse messa tanto male, era sempre bella! Gloria e Irina avevano picchiata anche per invidia, sai?"
"Non dirmi che..."-Astrid incominciò a tremare tutta dalla rabbia.
"Mi sa che devo raccontarvi una bella e lunga storia..."

Continued.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora