42. Runaway.

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Il manto stradale era ricco di foglie gialle e la nebbia era fitta, l'autunno era arrivato puntuale.
Le luci di un maestoso hotel a cinque stelle illuminò tutto il quartiere "Monticelli".
L'ex signora Conte e il suo fidato dottor Belli, soggiornavano di nascosto e con false identità, al "Vive la vie hotel" a Chatillon in Valle d'Aosta, dopo essere riusciti a scappare e farla franca durante il tentato rapimento ai danni della piccola Vittoria.
Erano seduti sul letto a sorseggiare due calici di Barolo.
La donna era ancora intenta a portare avanti i suoi loschi piani.
"Maledizione! Quella bastarda di Gisella e suo marito si sono salvati dall'incendio! Irina mi ha appena avvisata con un messaggio!" gettò quel telefono con violenza a terra.
La donna era davvero piena di collera.
"Qual è la prossima mossa, Betta?" esordì il dottore mentre si accendeva una Marlboro rossa e poi si giró di fronte alla donna.
"Perché non facciamo fuori la bionda?" disse con fermezza, girovagando su e giù per la suite.
"Chi? Barbara Lombardo? Suvvia! Quella poveraccia sta già morendo di sua sfortuna!" per un attimo Belli fu preso da un atto di umanità ma svanì subito appena Elisabetta lo scrutó arrabbiata.
"Accelleriamo i tempi della sua dipartita! Inventati qualcosa! Intrufolati come addetto delle pulizie in ospedale e soffocala con un cuscino! Oppure iniettale della droga dentro le flebo! Ricorda che come ricompensa avrai tanto buon sesso da parte mia!"
L'uomo era davvero allettato dalla proposta, n'era fortemente innamorato di quella donna folle, con la quale condivideva il gusto del macabro.
Due anime oscure attratte dai soldi e dal sesso più sfrenato.
Dovette stoppare il suo entusiasmo e riferirle che la bionda senese aveva deciso di trascorrere il tempo che le restava da vivere a Siena con i suoi genitori.
"Facciamo fuori Giovanni Trapattoni, allora! È tutta colpa di quel vecchio! Ha nascosto la turca a casa sua per un anno!"
Era rabbiosa verso l'uomo anziano che non l'aveva mai accettata come moglie del suo figlioccio Antonio.
"Come pensi di agire?" chiese il dottore e posò il flitro della sigaretta nel posacenere.
"Visto che il vecchio è amante delle campagne e ama passeggiare con il suo amato trattore nei dintorni del suo casolare, ingaggia qualcuno di tua fiducia per manomettere i freni, in modo tale che possa andare a sbattere contro un albero!"
"Tu sei fortemente malvagia ma è questo che mi piace di te, amore mio!" enfatizzó l'uomo per poi sghignazzare insieme dei loro piani folli da portare avanti.
Mezzi ubriachi, complice il vino e anche delle tante sigarette fumate, finirono per fare sesso.
La donna godette durante l'atto, l'ego del dottore s'innalzó fortemente, convinto di essere lui l'artefice di quella goduria sessuale.
"T-ti piace? Quanto ti piace, amore! Urla ancora di più forte!"
"Oh Claudio! Claudio ti amo da morire!" asserì la donna affannosamente.
"Chi cazzo è Claudio? Io sono Alessio, dannazione!" si sentì ferito.
Si buttó sul lato destro del letto.
La donna non cercó di nascondere quale fosse il suo scopo finale, non tentò nemmeno di giustificarsi o inventare scuse, anzi fu schietta.
"Credi davvero che io voglia stare con te, dottore? Tu sei una delle mie tante pedine! Io voglio solo Claudio Sorrentini! È lui l'uomo con cui voglio stare! Farò di tutto per prendermi ciò che mi spetta, anche a costo di eliminare chi mi ostacola! Anche te dottore, stai attento!" affermò la donna alzandosi dal letto nuda per poi dirigersi verso il bagno con una risata sarcastica.
"Tu sia maledetta! Sei pazza!"
L'uomo capì di essere stato deluso e illuso.
Uscì Elisabetta dal bagno dopo un paio di minuti e vestirsi velocemente.
Gettò le chiavi della camera sul letto e lo guardò dalla testa ai piedi.
"Povero verme! Come faccio ad essere innamorata di uno come te? Comunque sei nei guai perché ho dato le tue vere generalità all'Hotel!"
"Sei una puttana!"-urló e si alzó verso di lei ma uscì una beretta dalla sua borsa.
"Vuoi entrare in carcere o al cimitero? Addio Alessio Belli! Goditi la tua libertà per un paio di ore!"
Giró i tacchi e se ne andò via.
Dalla rabbia, Belli diede un calcio ad un vaso vicino alla porta, frantumandolo in mille pezzi e poi vide l'ora dal suo cellulare.
"In Italia sono le quattro del pomeriggio... Devo contattare Astrid Giordano! Spero che faccia il turno delle quindici!"
Senza esitare, prese il tablet dalla sua ventiquattrore e si sedette alla scrivania.
La sete di vendetta prese subito il sopravvento di quel sentimento unilaterale.

*****

Sulle note di "Something Human" dei Muse, una signora sulla sessantina di bassa statura, robusta e con un forte accento gallese, camminava lungo i corridori della centrale di polizia.
Tra le mani aveva un vassoio di dolci secchi e si fermò davanti ad una porta.
Bussó e nel frattempo canticchió la canzone.
"Oh Margaret, non dovevi tornare a casa?"-domandò Astrid con gli occhi stanchi e gonfi.
Era al PC ad esaminare le scene del crimine e i corpi di Elena Moggi e Giovanni Licenza.
"Astrid, ora siete in due e avevo pensato di portarti qualche dolce!"-sorrise la donna.
Margaret era la criminologa in circolazione e la rossa era una delle sue allieve. La considerava astuta e persino una sua degna sostituta.
"Sei gentilissima, tesoro! Mi sa che rimarrò fino a notte!"
"Sono ancora le quindici, Astrid! Domani continuerò io il tuo lavoro e..."
Squilló il cellulare della rossa e andò subito a vedere, era sulla sua scrivania ma vide che era un numero privato.
Il poliziotto seduto alla scrivania di fianco scrutó il viso preoccupato della criminologa.
"Astrid, perché hai quella faccia?"
"Andy, mi ha chiamata un numero sconosciuto e, appena ha sentito la mia voce, ha chiuso la chiamata!"
Margaret, dietro ad Astrid, osservò la notifica di un e-mail.
"Astrid, vedo una nuova email in arrivo..."
La donna annuì e l mise i suoi occhiali da vista presi dal cassetto.
Alla lettura ebbe una fitta allo stomaco.

«Astrid Giordano.
Sono Alessio Belli e voglio collaborare con la giustizia. Si ha uno sconto di pena se confesso?
Ti dico solo che la tanica di benzina è stata presa dal distributore Agip di Torino e ho appiccato io il fuoco all'abitazione di Gisella Rossiglione.
Ti chiamerò con un numero privato e parlerò appena mi dirai la frase "30 milioni".
Sono stato abbastanza convincente?»

Lesse la mail tutto in un fiato e i volti dei poliziotti e Margaret erano sconvolti.
Andy si avvicinò alle donne, appoggiando le mani sulla scrivania.
"Secondo voi non è uno scherzo di cattivo gusto?"
"Solo Antonio, io, Aisha e Daniele sanno la storia dei trenta milioni! Non capisco questo cambio di rotta! Mi ha spiazzata!"
Non si proferì parola per un paio di minuti e il cellulare della rossa squilló nuovamente ed era ancora il numero privato.
"Registrate la mia chiamata e individuate la sua cella telefonica!"-imploró Astrid con il fiato alla gola.

«Trenta milioni...» rispose pronunciando lentamente quelle parole.
«Ciao Cristina Macaluso anzi ora sei Astrid Giordano.» la voce di Belli era provocatoria.
«Dottor. Belli, io sono sempre stata Astrid Giordano ma non siamo qui a parlare di me! Come mai questa mail?»
«Ho scritto che voglio collaborare con la giustizia!»
«Il tuo cambio di rotta mi ha sorpresa o forse mi ha ancora insospettita di più.»
«Anche gli uomini delusi possono essere vendicativi con la persona che ha spezzato il cuore...» asserì quelle parole con sofferenza.
«Voglio vederti! Dove ti posso chiamare?»
«Mi faccio trovare alla caserma dei carabinieri domani pomeriggio! Naturalmente a Torino...»
«Belli, sappi che questa chiamata è a doppio taglio! Perché se fosse falsa, si aggiunge al tuo capo accusatorio e non vedrai più la luce del giorno! Non voglio essere presa in giro!»
«La luce del giorno voglio vederla in vecchiaia quando uscirò ma quella puttana no!»
«Puttana chi?»
«Elisabetta Fancheri!»

L'uomo chiuse il cellulare in faccia e Margaret era vicino al PC del poliziotto Andy. La cella telefonica era situata all'Hotel "Vive la vie" a Chatillon in valle d'Aosta.
"Andy, chiama assolutamente l'hotel e fai chiudere tutte le porte! Nessuno deve uscire da lì!"-ordinó Astrid mentre sistemava la sua ventiquattrore con il computer e il registratore- "Margaret, sai cosa fare!"
"Si! Ritorna in Italia, Astrid! Ora chiamo subito la polizia italiana!"-la donna si sedette alla postazione della rossa e incominciò a chiamare tutti.
Non capì il fine di quella chiamata e lei ipotizzó dei possibili moventi.
Uscì velocemente dalla stanza e corse lungo il corridoio.
Appena si ricordó della deposizione di Francesco Cannila, si bloccò.
Claudio Sorrentini.
"Oh merda!"
Prese il cellulare e chiamò il suo collega catanese criminologo.
Claudio era in serio pericolo.

Testa, Cuore, Gambe. La verità. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora