Quella sera Taehyung torna a casa e lo trova con briciole di biscotti sulla maglia, un film strappalacrime, e fazzoletti sparsi attorno a lui come fosse neve. Jimin deve sembrare patetico, perché il suo coinquilino posa la sua borsa a tracolla a terra e praticamente scatta per abbracciarlo.
"Che è successo?" chiede Taehyung, con le sue lunghe braccia avvolte attorno a Jimin come spaghetti attorno a una forchetta. Profuma di caffè, a causa del suo lavoro diurno da barista, e quello fa ritornare i terribili ricordi tutto d'un colpo. "È morto qualcuno?"
"L'universo mi odia," dice Jimin, ricominciando a singhiozzare.
Taehyung sospira, perché è una battuta di apertura standard e non qualcosa che il suo amico prende più sul serio. Ma si gira per guardare lo schermo e sospira ancora. "Le Pagine delle Nostra Vita? Seriamente? Per Dio Jimin, non ti buttare giù. Che è successo?"
Quindi Jimin gli parla dell'omosessualità di Jeongguk e il rifiuto di chiedergli di uscire e la risata, ma capisce, dallo sguardo di Taehyung, che non sta spiegando bene come fosse veramente la sua risata. Il suo ribrezzo assoluto. La sensazione perduta di lontananza, di sentirsi piccoli, di essere confinati in un posto esterno dove non c'è via di fuga. Tae è sempre stato bello, sempre amato, e non deve avere a che fare con cose del genere, al contrario di Jimin.
Ma anche se Taehyung non capisce come fosse la sua risata, sembra capire lo stato d'animo di Jimin, e questo è sufficiente.
"Che si fotta," dice Taehyung. "Se ti chiedesse di uscire dovresti rivolgergli la parola per il tempo necessario per dirgli di andare a farsi una camminata. A me sembra una tortura."
"Sì, ma perché non è lui a sentirmi dire che fa schifo e che non uscirei con lui neanche se mi dessero un milione di dollari o se fossi su un isola sperduta e che morirei se non uscissi con qualcuno all'istante?" dice Jimin, in maniera illogica. "Perché l'universo non lascia che sia io quello cattivo e lui quello che sta piangendo sul divano per una volta?"
"Perché tu non sei cattivo, Jiminie," dice Taehyung. "Sei un pezzo di pane. Stai solo avendo una brutta settimana. Andrà meglio dopo il weekend, o quando avrai tempo". Accarezza la testa di Jimin, lasciandolo piangere ancora, e poi dice, "Esci con noi domani sera. Ne hai bisogno."
Jimin tira su col naso, "Non penso sarò dell'umore di uscire."
"Anche se è per festeggiare il mio recente ingaggio?"
Jimin si alza così velocemente che quasi rompe la mandibola di Taehyung con la sua testa, ma per fortuna Tae ha dei buoni riflessi e lo schiva. "Sei serio?"
Taehyung annuisce orgoglioso, e ora è Jimin ad abbracciarlo. "Sono così felice per te!" dice, quasi gridando, e deve ammettere che non sembra convincente dato che sta ancora piangendo, ma lo è veramente. "Oh mio Dio, raccontami tutto."
"È solo un piccolo ruolo, in un dramma, ma sono un paio di episodi," dice Taehyung. "Sono una fiamma nefasta."
"Ovvio che lo sei," dice Jimin. "E non è un piccolo ruolo! È enorme. Lo registrerò. Dirò a tutti di guardarlo. Ti adorano!"
Taehyung ride, spegnendo la TV. "Quindi uscirai?"
"Sì. Assolutamente. Sì. E ti prenderò una torta! Non ci credo che non ho una torta pronta per te."
"Andiamo a prendere il gelato sabato," dice Taehyung. "E a dar da mangiare alle anatre."
Jimin annuisce, asciugandosi le lacrime. "È un'idea magnifica. Sono così felice per te, Tae."
"Grazie," dice Taehyung, e gli racconta di più, così tanto che è chiaro che lui non pensa sia un piccolo ruolo. Jimin lo ascolta con un sorriso stampato sul volto, e la felicità che sente dentro di sé è quasi abbastanza per prevalere sulla stupidità emotiva della giornata. Quasi.
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Nemesis: Love - Jikook (traduzione)
FanfictionPark Jimin lavora duro, e tutti lo sanno. Piace al suo capo, i suoi colleghi lo adorano, e sa che è solo una questione di tempo prima che ottenga una promozione dal livello delle scrivanie per qualcosa di migliore. Tutto quello che deve fare è padro...