I lunedì mattina in ufficio sono raramente movimentati, ma oggi un grande imbarazzo serpeggia nell'aria, il che fa muovere tutti un po' più lentamente del solito. Jimin si siede alla sua scrivania con uno sguardo curioso verso Jisoo, che è sorprendentemente concentrata per essere così presto, e indica solo il suo schermo in modo misterioso.
Quando Jimin controlla le mail tutto diventa chiaro, perché c'è un messaggio per l'ufficio da parte dei dirigenti, che la loro compagnia pretende ancora un comportamento professionale ad eventi aziendali, anche fuori dall'ufficio. Jimin se la ride un po', poi si riprende e si ricorda di avere un incontro del personale con Yoongi questa mattina. Ecco perché son tutti in silenzio.
Jimin e Jisoo si incamminano verso la sala conferenze insieme, come Hansel e Gretel che vengono condotti nel bosco per morire, e Jimin cerca di evitare lo sguardo di Yoongi, inutilmente. Avrebbe più fortuna con Jeongguk, e lo sa, ma non vuole ancora guardare direttamente nei sui occhi. Non è sicuro di ciò che ci troverebbe. Sempre ammesso che lo trovi.
Probabilmente no.
Una volta che tutti sono seduti, in silenzio tombale attorno al tavolo, Yoongi fa scorrere lo sguardo tra di loro. "Iniziamo con una dichiarazione su venerdì sera," dice lui. I suoi occhi sono severi. "Ho rappato? Sì, l'ho fatto. Lo avete sentito tutti? Quasi di sicuro. Se ne parlerà di nuovo? Non all'interno di queste mura. Sono stato chiaro?"
Gli occhi di Jimin si spalancano, ma tutti gli altri stanno già annuendo.
"Molto bene," dice Yoongi, e poi sorride. "Penso che ci siano tante altre storie di quella sera che sarebbe meglio relegare al passato, sì? Quindi concordiamo tutti di andare avanti senza ulteriori discussioni sulla celebrazione di metà anno."
La tensione si dissolve, qualcuno anche ridacchia, e Yoongi passa ai loro aggiornamenti tranquillamente. Tutto sta andando bene, e Yoongi fa finta di non provare compiacimento a causa loro duro lavoro nonostante i loro festeggiamenti. Quando Jeongguk lo aggiorna sull'accertamento, Jimin finalmente lo guarda; è così carino che sente un pugno nello stomaco.
"Siamo in tempo per la scadenza," dice Jeongguk. "Penso che abbiamo delle idee impressionanti da condividere grazie a Jimin. Io e lui saremo pronti per presentarle al gruppo di venerdì come programmato, e loro se ne possono assumere la responsabilità da lì. Insisterò che Jimin partecipi all'ultimo incontro con il cliente, nel caso avesse delle domande tecniche."
Yoongi annuisce, poi dice, "Tu non andrai?"
"Se me lo chiedono, ma non penso di essere indispensabile," dice Jeongguk semplicemente, come se non gli desse fastidio, e non ha guardato Jimin nemmeno una volta.
"Penso che dovresti partecipare," dice Yoongi in modo assertivo. "E nel gruppo di venerdì potranno partecipare anche dei dirigenti, quindi preparatevi. Vogliono rimanere in contatto. Qualche tipo di affare più grande. Non so i dettagli."
Yoongi guarda Jimin, che annuisce in segno di pronta accettazione, e continuano. Yoongi conduce un incontro veloce, sempre in tempo, e finisce con il solito reclamo di Minho sul supporto informatico. "Abbiamo bisogno di macchinari più grandi. Quelli attuali non riescono a gestire la capacità di trasmissione in modo efficiente. Ci si mette troppo a fare qualcosa, e non riusciremo a finire tutto quello che hanno richiesto."
"Parlerò con Namjoon," dice Yoongi, anche se non sembra contento a riguardo. Guarda Jeongguk. "Quali sono le possibilità di fare qualcosa?"
"Non buone," dice Jeongguk. "Sono sotto il limite del budget, e diranno che è meno caro prenderci il nostro tempo che fare installare dei nuovi hardware." Si ferma, battendo la penna sul suo taccuino, poi dice. "Dovremmo portare Jimin con noi."
"Jimin?" chiede Yoongi con un leggero tono sorpreso. "Perché?"
Jimin si pone la stessa domanda, francamente. Minho è quello che capisce tutte queste cose tecnologiche. Jimin le usa solo.
"Penso che sarebbe in grado di spiegare la situazione in maniera comprensibile," dice Jeongguk. Il suo volto è completamente neutro, e Yoongi sembra confuso come il resto del team, mentre annuisce.
"Se lo dici tu," dice Yoongi. "La mia assistente creerà l'evento. Incontro aggiornato."
L'atmosfera è più leggera mentre tutti se ne vanno vivi e ancora con un lavoro, Jimin raccoglie le sue cose e si chiede se abbia bisogno di leggere qualcosa sulle caratteristiche degli hardware. Sta a mala pena prestando attenzione quando Jeongguk piomba davanti a lui, e Jimin si ferma di scatto.
Jeongguk profuma pure bene. Jimin lo notava prima, ma ora lo nota di più. Ha avuto molto tempo per pensare durante questo calmo weekend, nuotando tra le sottocorrenti della sua mente, e nonostante ciò che avesse detto ai suoi, la persona che si nascondeva non era Hoseok. È uno schifo che Jimin non sia migliorato per niente con le crush, non importa quanto ci provi.
"Hey," dice Jeongguk, con tono di voce basso. "Come stai?"
"Bene?"
"Sei sicuro?" chiede Jeongguk, quasi toccando la sua spalla prima di ritirare la mano.
"Sì," dice Jimin, tenendo i suoi fogli stretti sul petto e andando verso la porta. "Va tutto benissimo."
Jeongguk lo segue. "Volevo solo dirti che mi dispiace. Non volevo... beh, non volevo che succedesse."
Jimin lo guarda, un po' divertito. Nessuno si era mai scusato così onestamente per aver perso una gara di ballo nella storia del mondo. "È tutto okay. Ma non siamo autorizzati a parlare della festa, ricordi? Ordini del capo."
"Okay," dice Jeongguk. I suoi occhi sono grandi, dolci piscine dentro le quali uno potrebbe annegare. "Basta che tu stia bene."
Jimin ride, profondamente a disagio, e lo rassicura che sta bene. Sta dicendo che sarà nell'ufficio di Jeongguk a lavorare alla loro presentazione quando si ferma di colpo, fissando un enorme bouquet sulla sua scrivania che prima non c'era. Un gruppo di colleghi lo stanno guardando, ridacchiando come delle iene.
"Hai ricevuto dei fiori," dice Jisoo inutilmente. "Ho visto il biglietto. Sono da Hoseok! Dice che si scusa un milione di volte e ha disegnato una faccina carina."
Jimin prende il biglietto con cautela e lo legge, anche se non ha idea del perché Jisoo dovrebbe mentire, ed è esattamente come ha riportato lei. Corruccia il volto, cercando di capire perché a Hoseok interessi, e ancora di più perché mandi dei fiori. Non sembra un tipo da fiori. Anche se è una bellissima composizione, almeno, non rose ma dei bei fiori primaverili e bei colori che a Jimin piacciono. Ed è veramente enorme, che è gratificante nonostante la confusione.
"Prendete pure un fiore da portare alla vostra scrivania," dice a tutti, e loro ridono, anche se qualcuno lo prende sul serio. Lancia il biglietto sulla sua scrivania e riprende i suoi fogli, pronto per andare nell'ufficio di Jeongguk.
Jeongguk che è ancora là in piedi, realizza improvvisamente, e Jimin alza le spalle goffamente. "Mi sa che non è l'unico che è dispiaciuto."
"Mi sa di no," dice Jeongguk. "Ma le sue scuse sono più fragranti. Hai bisogno di prenderti del tempo per chiamarlo?"
E qualcosa nella sua voce dice a Jimin che si incazzerebbe nel caso lo facesse, quindi scuote la testa. "No, va bene così."
Jeongguk si rilassa. "Okay. Bene. Ci vorrebbe più di una composizione di fiori per ottenere il perdono in ogni caso. Andiamo."
Jimin lo segue nel suo ufficio, chiudendo la porta con timore e annusando in modo discreto la sua colonia profumata, che è meglio dei fiori, e cerca con tutto sé stesso di non avere una crush nel mezzo di questo progetto molto importante per la sua carriera.
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Nemesis: Love - Jikook (traduzione)
FanfictionPark Jimin lavora duro, e tutti lo sanno. Piace al suo capo, i suoi colleghi lo adorano, e sa che è solo una questione di tempo prima che ottenga una promozione dal livello delle scrivanie per qualcosa di migliore. Tutto quello che deve fare è padro...