Capitolo 8.3

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"Dovresti metterti gli occhiali," dice Jeongguk, ridendo mentre Jimin strizza gli occhi per leggere una nota a piè pagina. "Seriamente, sembri un vecchio."

"Non ho bisogno dei miei occhiali," dice Jimin portando il foglio più vicino. "Ho bisogno di una lente d'ingrandimento. O bulbi oculari bionici. Nessun'umano riesce a leggere lettere così piccole."

"Io ci riesco," dice Jeongguk con autocompiacimento, e schiva la manata alla cieca di Jimin.

Jimin si sente leggero, come se fosse tornato a scuola flirtando con un ragazzo carino in aula studio, e non riesce affatto nel suo intento di non avere una crush. Jeongguk è tutti i ragazzi che voleva ai tempi, ed è una cosa così stupida, specialmente perché ha un ragazzo bellissimo, proprio come quei ragazzi che hanno sempre avuto ragazze bellissime.

Ma Jeongguk è il preciso livello di inottenibile a cui Jimin non riesce a resistere. Perché è una situazione piacevole, proprio come quei ragazzi all'epoca, finché non lo fu più.

"Non li vuoi veramente mettere?" chiede Jeongguk. "Non pensavo che qualcosa potesse essere d'intralcio all'etica lavorativa di Park Jimin, ma si vede che mi sbagliavo."

Jimin fa il broncio. "Sembrano stupidi."

"Dipende chi sta guardando," dice Jeongguk, ed è occupato a scorrere qualcosa sul suo PC, non intende niente con queste parole ma Jimin si sente arrossire in ogni modo.

Qualcuno bussa alla porta, e si intravede la testa di Minho che entra senza aspettare. "Scusate per l'interruzione, ma Jimin penso che tu debba uscire. Stiamo finendo lo spazio."

Se ne va senza spiegazione, e Jimin scambia uno sguardo confuso con Jeongguk prima di seguirlo. Fa due passi fuori dall'ufficio prima di bloccarsi, occhi spalancati. Dei fiori ricoprono ogni superficie disponibile, brillanti e profumati, in contrasto con i grigi e neri dell'ambiente dell'ufficio, come se un arcobaleno avesse vomitato altri arcobaleni.

Una receptionist pone l'ultimo vaso sul pavimento, lo saluta ed esce.

È dolce, in qualche modo, il tipico gesto romantico di cui ha sempre voluto essere il destinatario. Ed è solo, leggermente, rovinato dal fatto che è probabilmente da un falso ragazzo, e tutti i suoi colleghi lo stanno guardando come se fosse un loro svago, il che non faceva parte di nessuna delle sue fantasie.

"Ci sono dei biglietti," dice Jisoo, sorridendo mentre gli passa due buste, poi si appoggia alla sua spalla per leggerle.

Una è semplice, ancora dispiaciuto con una tonnellata di facce imbronciate, e l'altra dice, Sei adorabile e il più bello e il più carino e il più divertente... fino all'infinito con tutte le lettere dell'alfabeto. Entrambe sono carine e oneste, e Jimin sorride, ma la seconda è chiaramente la scrittura familiare di Taehyung, il che significa che non è per niente un grande gesto romantico, ma invece un complotto che Jimin dovrà dipanare.

Fa una foto del giardino d'interni e la manda a entrambi con un punto interrogativo, e riceve immediatamente una telefonata da Hoseok. "Hey baby, mi hai perdonato allora?" Dice lui, dolce smielato e solo un po' scherzoso.

"Che stai facendo?" chiede Jimin, girandosi per la privacy, il che lo mette faccia a faccia con Jeongguk. "È una cosa ridicola."

"Ho promesso che non sarei stato uno stronzo," dice Hoseok. "Ma lo sono stato. Inoltre, Tae mi ha detto che non hai mai ricevuto fiori prima d'ora, quindi ho pensato... perché non esagerare un po' con il mio zuccherino preferito?"

"Ma ti sarà costato una fortuna!"

"Nah," dice Hoseok. "Uno dei ragazzi con cui sto ha un negozio di fiori. Ho avuto un bello sconto, se capisci cosa intendo."

"Sei senza vergogna," dice Jimin.

Hoseok ride. "Ovviamente. Ma sono anche perdonato? Ti prego dì di sì. Taehyung aveva uno sguardo avvelenato nei suoi occhi questa mattina al bar, e sono troppo giovane per morire. E troppo taccagno per perdere lo sconto per impiegati che mi fa avere."

"Sei perdonato," dice Jimin, sorridendo. "Penso."

Non sente la risposta di Hoseok perché Yoongi si materializza davanti a lui come un vampiro nella foschia. "Non ero al corrente del fatto che avremmo costruito una serra su questo piano," dice seccamente. "Signor Park, dica al suo ragazzo di mantenere il suo servilismo fuori dall'orario dell'ufficio."

"Devo andare," dice Jimin. "Grazie per i fiori." Attacca senza aspettare una risposta, poi dice, "Mi scusi signor Min. Li metterò nella sala ristoro. E starò più tardi questa sera per recuperare il tempo perso."

Yoongi lo guarda consapevole del fatto che resta già tardi tutte le sere, ma dice solo, "Portane qualcuno ad altri dipartimenti. Fai finta che li abbiamo comprati come regalo."

Jimin ride e annuisce mentre Yoongi se ne va. Tutti gli altri se ne vanno, lasciando Jeongguk con le braccia conserte sul petto. "Quanto ti ci vorrà?"

Sembra irritato, e Jimin si irrigidisce all'attenzione. "Non tanto. Sarò veloce, scusami. Prometto che non perderemo tempo prima della riunione. Farò tutto."

"Sarà meglio," dice Jeongguk, alzando le spalle e tornando nel suo ufficio, lasciando Jimin a consegnare i fiori a più posti possibile senza effettivamente correre. Nel mezzo delle sue consegne, riceve un selfie da Taehyung con il filtro da angelo, aureola sopra la sua testa e ali bianche, e si prende il tempo per dirgli che arriverà a casa dopo le sette. Non perde nemmeno tempo ad interrogarlo, perché Taehyung non è il tipo di persona che parla in modo sensato quando scrive.

Per quando torna all'ufficio di Jeongguk, lui sta scrivendo qualcosa, con le cuffie nelle orecchie, saluta Jimin in silenzio e torna a lavorare. Parlano a malapena per il resto della giornata, e quando Jeongguk se ne va, Jimin è ancora indietro rispetto a dove dovrebbe essere. Si scusa copiosamente, infastidito da sé stesso e dalla sua stessa distrazione.

Ma non è infastidito da sé stesso quanto con il perfezionista di Jeongguk, che gli dice semplicemente di voler tutto fatto per il mattino e grugnisce un saluto breve.

Nemesis: Love - Jikook (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora