Capitolo 17.3

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Jeongguk è un buon baciatore, un baciatore perfetto, e Jimin avrebbe dovuto sapere che sarebbe stato così. Non che si stia lamentando. Non avrebbe il fiato per lamentarsi, perché Jeongguk glielo ruba in ogni momento.

Jimin ansima contro la sua bocca, sciogliendosi immediatamente in lui, e Jeongguk è brutalmente aggressivo nel punto in cui lo tiene stretto. La sua lingua combatte quella di Jimin per il dominio, una battaglia breve perché Jimin lo vuole solo più intensamente. Vuole solo di più, più di tutto, più della calda bocca di Jeongguk che scivola contro la sua. Più della pelle di Jeongguk sotto le sue dita. Più del modo in cui Jimin si adatta alle sue curve dure, il modo in cui si uniscono come se lo facessero da anni invece che da momenti.

Jeongguk inizia ad allontanarsi, inizia a diminuire la pressione, cosa che Jimin trova assolutamente inaccettabile. Lo tira indietro immediatamente, ringhiando un po' per dare enfasi, e Jeongguk ride e cerca di dire qualcosa, ma Jimin ne ha abbastanza del suo stupido parlare. Cerca di trasmetterlo dando un calcio alle caviglie di Jeongguk, ma Jeongguk mormora solo che è carino prima di avvolgere le braccia intorno a lui completamente.

Jimin si apre per lui, inclina la testa per chiedere di più, e Jeongguk lo inala, gemendo nella sua bocca. Morde il labbro inferiore di Jimin un po' più forte del necessario, e Jimin lo pizzica su un fianco, di conseguenza, quando Jeongguk lo lecca in segno di possesso. Jeongguk mormora solamente, basso e compiaciuto, e le sue labbra si muovono sulla guancia di Jimin e sul suo collo, mordendo più dolcemente, succhiando piccoli baci sulla sua pelle sensibile.

Jimin trattiene il respiro quando Jeongguk raggiunge la giuntura della sua spalla, dove Jeongguk diventa improvvisamente leggero come una piuma. Assaggia Jimin dolcemente, mormorando contro di lui mentre si muove, e Jimin sta tremando dal desiderio quando riporta Jeongguk alla bocca. Quel desiderio è un sentimento troppo grande da provare in questo modo, con così tanti occhi puntati su di loro, e Jimin ha bisogno di nasconderlo.

"Non qui," mormora, e Jeongguk sorride comprensivo.

"Ma da qualche parte?"

"Oh sì," dice Jimin, alzandosi in punta di piedi per reclamarlo di nuovo.

Poi diventa quasi performativo, uno spettacolo per la folla, e Jimin sente vagamente le persone che tifano per loro come se fosse ancora una partita sportiva. Ride leggermente, più che altro una risatina, e Jeongguk finalmente si trascina via e bacia la punta del naso di Jimin come un cretino. Il suo sorriso è enorme sul suo viso, accecante e bellissimo, e Jimin ne è sopraffatto. Ma è un buon tipo di sopraffatto, un tipo sicuro, non uno che gli fa venir voglia di piangere su una scala, e questo è bello. È perfetto, persino, e una parte di lui non riesce ancora a credere che tutto questo stia succedendo.

"Ti piaccio veramente?" sussurra a Jeongguk, sotto il livello uditivo degli altri. Non che ne abbia bisogno, perché Tae, che sta guidando una fila indiana danzante in nome del vero amore intorno a loro, sta facendo abbastanza rumore da soffocare una banda.

Jeongguk lo fissa, con gli occhi pieni di meraviglia, e dice: "Sono pazzo di te. Esci con me stasera?"

"Pensavo che potremmo restare qua", dice Jimin, sorridendo dolcemente. "Giocare a freccette. E mi devi una lezione di biliardo."

"Solo se mi batti prima", dice Jeongguk, alzando un sopracciglio. "Non pensare che ti lascerò vincere solo perché sei carino."

Jimin fa il broncio. "Non devi lasciarmi vincere", dice. "Lo farò in modo onesto e leale."

Jeongguk brontola e lo bacia di nuovo senza preavviso, un completo saccheggio che lascia Jimin senza fiato. "Smettila di fare il broncio", dice quando ha finito. "Giuro, dovrebbe essere illegale lasciartelo fare."

Nemesis: Love - Jikook (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora