Capitolo 6.2

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Jimin revisiona i rapporti di Jisoo e cerca di recuperare il resto del suo lavoro, ma è distratto e poco concertato nel silenzioso ufficio. È stanco, e se non fosse stato appena preso in giro per questo, cercherebbe di fare un pisolino sulla scrivania. Invece, si dirige in bagno per sciacquarsi il viso, sperando che ciò gli dia un po' di energia. Tae non torna a casa prima del weekend, quindi non c'è nemmeno ragione per andarsene.

Inizia a sbadigliare mentre apre la porta del bagno e la mantiene aperta - questa volta per via dello stupore – quando trova Jeongguk di fronte allo specchio, a petto nudo.

Per Dio, ha veramente gli addominali.

Ed anche tutto il resto. Spalle larghe, bicipiti disgustosamente definiti, ed una vita stretta, davvero attraente mentre sparisce sotto la cintura. Solamente un corpo figo in toto, e Jimin resiste al desiderio di toccare le parti più grassottelle del suo stesso corpo. Invece, lui fissa, perché Jeongguk è la sua eterna nemesi ma ciò non vuol dire che Jimin non abbia gli occhi. Gli sguardi fissi di odio esistono. Lui lo spera.

Si sente un po' un pervertito a guardare in modo lascivo un suo collega figo all'interno dell'edificio, nonostante sia in una maniera d'odio.

"Ti ho detto di andare a casa," dice Jeongguk, che distrugge ogni scintilla di colpa che stava iniziando a provare Jimin.

"Sto lavorando," dice Jimin, togliendosi i capelli dalla fronte mentre si dirige ai lavandini per sciacquarsi il viso caldo. "Non fare caso a me."

Se Jeongguk nota che sta praticamente dormendo, e non dice niente al riguardo, è per via del suo tatto particolare. Anche se il motivo potrebbe essere che Jimin si sente improvvisamente sveglio accanto a lui, come se il suo corpo intero fosse attivato da una scarica di corrente.

"Scusa," dice Jeongguk. "Ho un evento formale questa sera, e non c'è uno specchio nel mio ufficio."

Jimin alza gli occhi al cielo, senza curarsi di nasconderlo, anche se non esprime a parole la sua sarcastica commiserazione nei confronti dell'ufficio di Jeongguk, così miserabile. "Con tuo zio amministratore delegato?"

Jeongguk sussulta. "Deduco che tutti sappiano chi sia"

"Pensavi veramente che sarebbe rimasto un segreto?"

"Lo speravo," dice Jeongguk, abbottonandosi la sua nuova camicia, molto più costosa. "Stupido, lo so."

"Perché? Probabilmente io lo direi a tutti," dice Jimin. "Otterrei un trattamento preferenziale costantemente."

Jeongguk sorride, ed il suo sorriso è devastante, brillante, luminoso ed ingiustamente stupendo. Jimin non è nemmeno sicuro di averlo visto sorridere veramente prima d'ora, al di fuori della sua gratitudine professionale, e si asciuga prontamente la faccia per nascondere la sua agitazione.

"Quindi non ti vanti delle cose che hai veramente fatto, ma sei felice di tirartela per cose che non puoi controllare?"

"Non me la sto tirando," protesta Jimin. "È solo... far sapere alle persone cose di te che potrebbero piacere a loro. E non ho fatto molto per questo. Mi impegno e basta."

"Non iniziare," dice Jeongguk severamente, ma, quando Jimin lo guarda, lui sta ancora sorridendo. "Ehi, prima che te ne vada, riesci ad annodare un papillon? Su di un'altra persona intendo."

"Uhmm, sì," dice Jimin lentamente. Taehyung ha avuto talmente tanti impieghi da cameriere che Jimin è diventato particolarmente bravo a farlo. Ma questo implica star molto vicino a qualcuno, che va bene finché è Taehyung che tamburella sulla sua testa, tenendo il tempo della musica che stanno ascoltando, giungendo a punzecchiarlo sul naso una volta finito. Potrebbe andare meno bene con un corpo figo come quello di Jeon Jeongguk che svetta su di lui in un bagno completamente silenzioso.

Nemesis: Love - Jikook (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora