È bello che Taehyung sia tornato, perché Jimin ha avuto una settimana terribile a lavoro.
Jeongguk è ancora stressato a causa della loro scadenza imminente, e il piccolo ponte che hanno costruito scompare completamente sotto il peso della sua tensione. Bandisce Jimin dal suo ufficio, mettendo una fine alle sessioni di tutoraggio e rimandandolo alla fattoria delle scrivanie senza fanfara. E mentre questo è qualcosa che Jimin aveva fortemente desiderato qualche settimana fa, ora è meno soddisfacente di quanto pensasse.
È arrivato a godersi il relativo silenzio dell'ufficio, la mancanza di occhi che lo fissano e di interruzioni. Qua fuori tutti lo prendono in giro per i fiori che sono ancora sparpagliati ovunque, compreso il bouquet originale che è sull'angolo della sua scrivania. Sono bellissimi ma irritanti, perché vengono da un ragazzo che non li ha mandati con intenzione, e ogni domanda su di essi è solo un promemoria che Jimin riceve fiori solo da ragazzi fittizi che hanno paura della minaccia di morte del suo migliore amico.
Il bello è che non si deve più astenere dal fissare Jeongguk ogni dieci minuti, ed è sorprendentemente produttivo senza la distrazione della sua presenza. Quando fanno dei veloci aggiornamenti, Jimin fissa intensamente i suoi appunti come se avessero l'indizio per un indovinello irrisolvibile, e questo lo mantiene concentrato, per la maggior parte del tempo. Di tanto in tanto, Jeongguk gli fa una domanda, e lui deve guardarlo in faccia, e il suo viso è bello nonostante l'espressione da lavoro.
Jimin odia questo fatto.
Deve anche prepararsi per la riunione con Namjoon per la quale è incredibilmente poco qualificato, e Jeongguk sembra pentirsi sempre di più di averlo invitato mentre il momento si avvicina. La giornata è programmata, Jeongguk passa e gli chiede se è pronto, ma la sua aura dice che è sicuro che Jimin non sia affatto pronto.
In effetti Jeongguk è così dubbioso, così a disagio a camminare accanto a lui che Jimin inizia a chiedersi se l'abbia fatto apposta. Se avesse rinunciato all'idea che Jimin fosse mai stato pronto per il ruolo e stesse solo cercando di umiliarlo di fronte a Yoongi per distruggere le persistenti ambizioni di Jimin. Jeongguk non aveva mai fatto niente del genere prima, preferendo semplicemente essere migliore di Jimin in ogni cosa, ma questo Jeongguk stressato è un essere completamente nuovo, uno che Jimin non capisce affatto.
Quando arrivano alla sala conferenze sono ancora soli, e Jeongguk finalmente dice: "Non devi dire niente. Andrà tutto bene".
"Non vuoi che parli?" chiede Jimin, sorpreso. Aveva chiesto a Minho di insegnargli molti vocaboli tecnici sul motivo per cui avessero bisogno che il reparto di informatica desse loro varie apparecchiature costose, e si era esercitato allo specchio quella mattina fino a quando non sembrava quasi fluente. Non sapeva esattamente cosa gli sarebbe stato chiesto, ma non pensava che sarebbe stato imbarazzante.
"No", dice Jeongguk. Per un minuto la sua espressione è aperta e comprensiva, più come durante le loro sessioni di tutoraggio, e Jimin si morde il labbro. Jeongguk scuote la testa, impaziente, e guarda i suoi appunti. "Non mi aspetto che tu lo faccia. Siediti qui."
"Okay," dice Jimin con un filo di voce, mischiando i suoi fogli, e fortunatamente Yoongi e Namjoon entrano, fanno un sospiro, e rompono il silenzio.
"Sei pronto?" chiede Yoongi, e Jeongguk annuisce.
Ma Namjoon non si siede con lui, fermandosi dietro la sua sedia. "Jimin?"
"Ciao," dice Jimin, anche se non dovrebbe parlare. "Come sta, signor Kim?"
"Bene," dice Namjoon, ma il suo sorriso è un po' stirato. Non del tutto genuino. "E lei?"
"Sto bene."
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Nemesis: Love - Jikook (traduzione)
FanfictionPark Jimin lavora duro, e tutti lo sanno. Piace al suo capo, i suoi colleghi lo adorano, e sa che è solo una questione di tempo prima che ottenga una promozione dal livello delle scrivanie per qualcosa di migliore. Tutto quello che deve fare è padro...