Capitolo 11.2

400 35 0
                                    

Le conversazioni tra Jimin e Jeongguk al bar rimangono superficiali per molto tempo, perché Taehyung è una fonte infinita di storie e Jeongguk può parlare dei suoi momenti trionfanti nello sport per tutto il giorno e la notte. È semplice e non richiede molto al cuore di Jimin. Quando si apre non fa troppo male, e può essere bello ritrovarsi in questo posto, superficiale e libero, con le persone che gli ronzano intorno per tenerli con i piedi per terra.

Continua le sue lezioni di freccette fino a quando, a volte, non riesce quasi a battere Jeongguk, se Jeongguk non presta molta attenzione e se Jimin imbroglia molto. Non è bravo a barare, ma Jeongguk lo asseconda, nascondendo le sue risate dietro i colpi di tosse quando Jimin muove le sue freccette con il pretesto di controllare la loro posizione mentre un cospiratore distrae Jeongguk con una conversazione sulle tecniche di sollevamento pesi.

Jimin ha molti cospiratori in questo bar, amici e alleati a cui piace arruffare i suoi capelli e abbracciarlo di lato, e questo lo aiuta a essere al sicuro. Perché di tanto in tanto vuole abbracciare Jeongguk, lanciarsi attraverso l'invisibile barriera che hanno eretto tra di loro, e ha bisogno di uno sfogo per quel travolgente bisogno di contatto.

A volte la faccia di Jeongguk si oscura quando lo fa, come se fosse infastidito dal fatto che Jimin gli stia portando via i suoi amici, e Jimin si chiede che si senta al suo stesso modo di quando Jeongguk ha iniziato a rubare i suoi amici al lavoro. Se è così, è molto più gentile di quanto Jimin non sia mai stato, ripresentando pazientemente Jimin ai clienti abituali tutte le volte che deve e insistendo fermamente sul fatto che Jimin non ottenga un soprannome se non lo vuole.

Quando un altro gruppo caotico e deluso si allontana, continuando a elencare utensili elettrici tra di loro, Jeongguk si passa una mano sulla nuca e dice: "Scusa. Una volta che questi ragazzi hanno un'idea in testa, è difficile scrollarsela di dosso".

"Va tutto bene," dice Jimin, tamburellando con le dita sul tavolo. "Conosco il tipo."

"Si?" dice Jeongguk. Fa ancora suo sorrisino carino, come se fosse abbastanza sicuro che Jimin stia parlando di lui. "Passi molto tempo con degli idioti testardi?"

"Di solito no," dice Jimin, trasformando la sua faccia in qualcosa di serio. "Ultimamente ne ho avuto spesso uno attorno, però."

Jeongguk gli lancia una patatina fritta e Jimin la mangia felice, orgoglioso di sé stesso per la sua piccola battuta. Si crogiola nel suo momento, finché dall'altra parte della stanza arriva uno scoppio di risate, qualcosa di aspro e beffardo.

Jimin si allontana di scatto, quasi soffocandosi con la patatina.

"Stai bene?" dice Jeongguk.

Jimin annuisce, ancora un po' soffocato, e beve un altro sorso.

"Perché questo posto ti mette così a disagio?" chiede Jeongguk, sporgendosi in avanti. La sua voce è bassa e anche Jimin deve sporgersi in avanti. "Non ti piace?"

"No, è fantastico", dice Jimin, sorpreso di scoprire che lo pensa davvero. Non è proprio il suo genere di posto, ma è più caldo e accogliente di quanto si sarebbe aspettato, visto chi lo aveva portato qui e il tipo di persone che aveva trovato. "Mi piace essere qui."

"La maggior parte delle volte."

Jimin alza le spalle con riluttanza. "Il più delle volte. A volte sono solo... brutti ricordi. È apposto."

Questa non è affatto una conversazione superficiale, e Jimin si aspetta che Jeongguk la abbandoni in ossequio alle loro regole non dette. Jeongguk potrebbe non essere il suo migliore amico, ma sicuramente conosce Jimin abbastanza bene ormai da percepire il suo disagio, da vedere il modo in cui si allontana dalla storia.

"Quali ricordi?" dice Jeongguk, in flagrante violazione di tutto ciò che hanno a cuore, e quando Jimin lo guarda male non sembra affatto dispiaciuto. "Ho tutta la notte e adoro le storie imbarazzanti. Anche se mi è piaciuto imparare tutto su Kim Taehyung, forza della natura, mi piacerebbe sentire qualcosa su Park Jimin adesso."

"Sono noioso."

Jeongguk ride. "Ti dico una cosa. Se la tua storia è noiosa, non chiederò mai più niente di te. Affare fatto?"

"Questa è una conversazione, non una gara. Come fai a trasformare tutto in una gara?" chiede Jimin, esasperato.

"Talento", dice Jeongguk, sorridendo. "Ma non distrarmi. Quali ricordi?"

"Non voglio parlarne", dice Jimin, imbronciato, perché a volte questo rende Jeongguk un po' meno testardo. "Ti racconterò della mia devastante sconfitta al concorso di matematica della scuola elementare, però. Che ne dici?"

Gli occhi di Jeongguk si illuminano. "Sembra fantastico. Lo terremo da parte per la prossima volta. Ammesso che io vinca. Adesso andiamo, Jimin. Spara".

Jimin si sta preparando per una sessione di suppliche ancora più lamentosa quando Jeongguk fa la mossa assolutamente ingiusta e imbrogliona di inclinare la testa di lato e fare un mezzo sorriso. È fastidiosamente efficace, perché Jimin è incredibilmente debole, e quando Jeongguk sbatte le palpebre in attesa e alza le sopracciglia Jimin non ha alcuna possibilità.

"Bene", dice. "Al liceo non ero uno forte, ma uscivo con gente forte. Atleti. Capitani delle squadre. Ed erano gentili con me, almeno in faccia, ma quando non c'ero non erano così gentili. E a volte, quando parlavano di me, ridevano in un certo modo, e anche quando non riuscivo a sentire quello che dicevano, lo sapevo. E a volte le persone qui dentro ridono così, e mi chiedo se ridano di me. Probabilmente no. Ma sono a disagio. Questo è tutto."

Jeongguk non sorride alla fine della sua storia, e Jimin torce le mani sul tavolo e fissa il muro in modo da non dover vedere la sua faccia.

"Ho vinto?" chiede Jimin alla fine.

"Non lo so", dice Jeongguk. "C'erano troppi buchi per farne una storia. Ricomincia dall'inizio, per favore."

E Jimin sta per rifiutare fino al "per favore", che lo ferma sui suoi passi. È un raro momento di autenticità a cui non può resistere, come la volta in cui Jeongguk ha reso Jimin abbastanza coraggioso da venire qui in primo luogo.

"Sono solo io", dice Jeongguk dolcemente.

Jimin non sa come dirgli che Jeon Jeongguk non è mai solo qualcosa. Non quando si tratta di Jimin e del suo cuore turbolento.

Nemesis: Love - Jikook (traduzione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora