CAPITOLO 21

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La cosa più brutta degli esami? Ovvio, studiare. Ma in quel caso era un bene, potevo liberare la mente dai miei problemi per riempirla con parole a caso lette da un libro a caso. Era così difficile pensare a quello che volevo veramente fare in futuro, che tutto intorno a me aveva perso il mio interesse. O quasi tutto. Shaila mi presentò un serpeverde dell'ultimo anno, amico di William, conosciuto un'anno prima. Anche se in testa aveva succo di zucca invece del cervello mi adattai. Chiarii subito il suo compito: finto ragazzo. Con amarezza, forse perché voleva che fossi la sua ennesima conquista, accettò.

Era frustrante sentirsi le mani di quel ragazzo su di me, nonostante glielo avessi chiesto io. Riguardo al bersaglio non avevo notato neanche un'idea di cedimento. Anzi, prendeva la sfida molto seriamente, limonando con falsaAstoria in ogni luogo in cui era presente anche la sottoscritta. Per di più non mi degnava neanche di mezzo sguardo, né amore né odio. Dopo una settimana di agonia mi ripresi e decisi che se lo avrei fatto, lo avrei fatto per bene. Per quello indossai il mio miglior sorriso falso e chiesi a Karina di riprogrammare un'altra serata giochi come quella della volta prima.

<certamente! Non vedo l'ora di creare nuovi obblighi da fare!> rispose battendo le mani. Non che mi entusiasmasse fare serata con lei, ma era forse l'unico modo. In realtà non sapevo nemmeno perché lei, dopo le innumerevoli litigate, avesse deciso di non portarmi rancore e di essere mia amica.

Non che pensassi che lo facesse per amicizia, assolutamente no. Ero popolare in quel periodo, la figlia perduta della famiglia Soulblack. Era una notizia che andava velocemente fra una bocca chiacchierona e un'altra.

<non che non approvi le tue idee senza senso, ma perché?> mi chiese Shaila quando mentre andavamo in sala grande per la cena.

<non capisco a cosa ti riferisci.> risposi essendo il più indifferente possibile. Sospirò, probabilmente fantasticando su tutti i modi che avrebbe per strangolarmi.

<intendo il tuo piano perverso...> mi fermò tirandomi per un braccio <c'é qualcosa che ti spinge a farlo, anche se sa che ti farai male, eppure ti ci butti a capofitto. Quante volte ancora dovrai sbattere la faccia contro il muro per capirlo?> mi chiese, decisamente preoccupata.

<pensi forse che non ci abbia pensato? Certo che l'ho fatto, ma non per questo posso controllare i miei sentimenti.> feci un respiro profondo, sapendo che quello che le stavo per rivelare era la pura verità, e me ne stavo accorgendo solo in quel momento <non posso controllare chi amare, non ci riesco.> finii. Lei mi guardò per un attimo, quasi con lo sguardo che ha una madre verso una figlia, e mi abbracciò.

<lo capisco, ma sembri una psicopatica.> rispose sciogliendo l'abbraccio. Fra tutti gli aggettivi che potevo usare per descriverla, sicuramente non ce n'era uno che le rendesse giustizia. C'era sempre stata per me, ci prendevamo cura una dell'altra, facendoci come babysitter a vicenda. Mai avrei pensato che saremmo potute diventare così unite.

<uh, grazie..> risposi imbronciandomi leggermente. Entrammo nella salla grande in un religioso silenzio, e ci affrettamo a sederci vicino a Luis.

<dove siete state?> chiese quest'ultimo quando ci sedemmo.

<emm..roba tra ragazze..> risposi, non mi andava di dirgli tutto ciò che per me era un segreto condiviso solo con Shaila.

<oh, ok..> fece un'espressione quasi schifata dalla mia affermazione, per poi riprendere a mangiare.

Purtroppo la mancanza del preside Silente si sentiva, non faceva che incrementare la voglia di infrangere le regole da parte dei grifondoro. Infatti, avevo sentito dire che i gemelli Weasley stavano pianificando uno di quegli scherzi indimenticabili che tutti si sarebbero ricordati per sempre, e che volevano attuarlo proprio durante gli esami. Nonostante fosse una follia, tifai in segreto per la loro riuscita.

___

<professor Piton! Professor Piton, vorrei parlarle un secondo> gli chiesi mentre lo raggiunsi a fatica. La sua ampia falcata non aiutava di certo le cose. Dopo cena, avevo intravisto il Professor Piton per i corridoi del sotterraneo.

<ragazzi io vi raggiungo dopo..> gli dissi, poi lo seguii, noncurante delle domande sulla mia inaspettata deviata.

<quale irrimandabile perplessità l'ha spinta a seguirmi fin qui signorina Soulblack? devo supporre che riguardi le mie lezioni...> disse con tono basso il professore.

<riguardo le perplessità, signore, si ne ho alcune. ma sono spiacente di dirle che non si tratta per nulla delle sue esaustive lezioni.> risposi cercando di essere il più sicura possibile. per quanto il mio tono di voce non fece trasparire nulla, le mie mani mi tradirono. le muovevo impaziente, desiderando che mi desse una risposta che mi potesse aiutare, o almeno illuminarmi flebilmente la strada.

<e potrei sapere quali sono i suoi dubbi?> chiese apparentemente scocciato. ero certa però, che non mi avrebbe mai detto le cose come stavano e che avrei dovuto intrerpretare i suoi rompicapi.

<riguarda una cosa che è successa settimane fa. mentre dormivo.> cercai con il contatto visivo un cedimento, o qualcosa che mi facesse capire che conosceva la situazione e che sapeva di ciò che stavo parlando.

<vedevo una situazione alquanto inquietante: ero in una stanza completamente oscurata. riuscivo a distinguere di poco i volti..> continuai a spiegare ciò che avevo visto, tralasciando il fatto che avevo effettivamente riconosciuto quei volti. solo alla fine della mia spiegazione riuscii a captare la sua espressione: terrore.
non l'avevo mai vista sul suo viso. era sempre stato un'uomo che sapeva controllare molto bene le sue emozioni, ma in quel momento, forse stava perdendo colpi.

<signorina Soulblack, dopo il suo monologo mi vuole fare una domanda in particolare?> disse calmo e composto. aveva capito? se aveva capito, perché chiedermi di fargli una domanda?

<è vero quello che ho visto?> chiesi torturandomi le dita. ci fu un momento. un secondo, in cui il suo viso esprimeva si. e sperai che non fosse vero, perché se lo fosse stato, avrei dovuto raccogliere tutto il mio coraggio per combatterli.

<è tuo compito capire. hai visto ciò che ti serviva sapere, il resto dovrà gestirlo in piena autonomia signorina Soulblack.> rispose deciso. non seppi se mi stesse prendendo in giro data la situazione, ma ero certa, in quel momento, che sapeva molto più di ciò che mi aveva alluso. sperai in una risposta meno generica, ma non arrivò.

<se ha finito, le consiglio di rientrare nella sala comune della sua casa.> disse, per poi girarsi con il suo enorme mantello nero, e andandosene. rimasi lì a fissare il vuoto per altri dieci minuti, poi mi convinsi a rientrare.

<Cassandra, finalmente! stavamo aspettando te!> la mia attenzione venne richiamata dalla voce stridula di Karina. c'erano tutti: Tiger, Goyle, Pansy, Blaise, Astoria, Draco, Karina, Shaila, Luis e il mio finto fidanzato Micheal.

<forza, mettiti vicino a Micheal, giocheremo di nuovo ad obbligo o verità.> mi invita caldamente Karina. in effetti mi siedo molto vicina a Micheal, ma anche altrettanto vicina a Shaila.

<bene. allora...Blaise, obbligo o verità?> chiese con nonchalanche. l'interessato rispose subito con "obbligo".

<bacia Shaila, con la lingua> ordinò Karina con un ghigno sul volto, che in in confronto a quello di Shaila, era cadaverico.

<non ci pensare nemmeno! no no no no!> Shay si alzò dal divano infuriata, mentre io mi concentrai ad osservare Luis.
aveva il viso tirato, con delle rughe fra le sopracciglia e uno sguardo omicida.

<mi rifiuto di baciare questo troglodita! lo avete visto? guardatelo, poverino non sa nemmeno come ci si approccia ad una ragazza! preferirei baciare un rospo!> Shaila ci andò giù pesante, tanto che Blaise non ce la fece più di ascoltarla. non fece in tempo ad insultarlo ulteriolmente che la prese per la vita e la baciò davanti a tutti.

L' Ultima DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora